D’inverno dopo un’intensa nevicata è possibile ammirare uno dei progetti più interessanti realizzati dall’architetto Luigi Vanvitelli su commissione del re Carlo di Borbone: dall’alto si vede un favoloso violino che si estende per tutto il perimetro della Reggia di Caserta rendendo ancora più affascinante il sontuoso palazzo.
Solo la neve riesce a rivelare questo misterioso disegno a violino voluto dal Vanvitelli nonché prova della sua genialità. Nel realizzare il verde della dimora dei Borboni Vanvitelli si ispirò ai giardini dei palazzi reali del Settecento e in particolare alla Reggia di Versailles in Francia.
Ben 93 anni, dal 1752 al 1845, ci vollero per ultimare la Reggia di Caserta, dichiarata nel 1997 Patrimonio dell’Unesco. Il Parco Reale, realizzato da Luigi Vanvitelli prendendo ispirazione dai grandi palazzi dell’epoca, unisce la tradizione del giardino rinascimentale italiano e quella dei giardini di Versailles. La sua magnificenza si avverte sin dall’ingresso dove lo sguardo si perde tra i giardini che si estendono a perdita d’occhio per il famoso “effetto cannocchiale” voluto da Vanvitelli.
Il parco si estende su 120 ettari e l’acqua viene fornita dall’Acquedotto Carolino, i cui lavori iniziarono contemporaneamente a quelli del parco nel 1753. L’immenso parco, però, è solo una versione ridotta del progetto iniziale concepito dall’architetto. Alla sua morte nel 1773 i lavori si fermarono per 4 anni, l’acquedotto era finito e nessuna fontana ancora realizzata. Nel 1777 i lavori furono ripresi dal figlio Carlo, il quale però propose all’allora re Ferdinando IV un altro progetto poiché i fondi erano minori e c’era l’esigenza di ultimare rapidamente i lavori. L’idea originale di Luigi Vanvitelli fu mantenuta, ossia la serie di fontane e piscine culminanti con la cascata.
Nel 1786, sul lato orientale del parco, iniziarono i lavori per la realizzazione del famoso Giardino Inglese, un “piccolo parco dentro al parco”, fatto per volontà della Regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, moglie del regnante Ferdinando IV ma soprattutto sorella della celebre Maria Antonietta, Regina di Francia.
Questo luogo idilliaco è ispirato a una sorta di natura selvaggia e spontanea ed è molto diverso dal resto del Parco Reale della Reggia di Caserta: piante esotiche, corsi d’acqua, laghetti, rovine (secondo la moda dettata dalle recenti scoperte di Pompei).
Il Giardino Inglese occupa una superficie di 24 ettari ed è un grande esempio di giardino informale italiano. Fu arricchito di numerose Follies destinate alle soste dei reali, ma anche di serre per la coltivazione degli aranceti. Nel corso del XIX secolo il Giardino fu curato dai botanici Terracciano e Gussone, si arricchì di esemplari rari tra cui la prima pianta di camelia arrivata in Europa dal Giappone (Camelia Japonica), ma anche di una piccola foresta di bambù. Il visitatore passeggiando si perde in un piccolo paradiso di profumi e colori tra piante e fiori provenienti da tutto il mondo. Poco distante si può ammirare il Boschetto del labirinto dove c’è un piccolo stagno di ninfee e si possono ammirare i resti di un piccolo tempietto romano.