Il festival giapponese di Naki Sumo conferisce un premio al primo bambino che piange: la stramba tradizione nipponica.
Quello di Naki Sumo è un festival davvero insolito, durante il quale vince il primo bambino che inizia a piangere. Una tradizione antica che è, tutt’oggi, ancora portata avanti. Il primo, dai cui occhi iniziano a sgorgare lacrime, porta a casa la vittoria, nonché la rassicurazione di vivere una vita prospera e in buona salute.
Naki Sumo, il festival dove vince il primo bambino che piange
Se per qualcuno il pianto di un bambino può essere fastidioso e frustrante, in Giappone le cose non stanno proprio in questo modo. A dimostrazione di questa tesi c’è, sicuramente, il festival di Naki Sumo che si tiene, ogni anno, in terra nipponica, precisamente il 5 maggio.
Tale tradizione affonda le proprie radici nella storia millenaria del Paese del Sol Levante e riguarda, nello specifico, il buon auspicio conferito alla vita dei bambini.
Il primo di questi, dunque, che inizia a piangere vince la competizione e, secondo quanto prevede questa antica usanza, otterrà, nel corso della vita, una buona salute e fortuna.
Celebrated in May at the Sensoji Temple in #Tokyo, Naki Sumo Misturi, also known as the cry baby contest is one of the most bizarre festivals we’ve heard of. The baby crying competition involves two sumo wrestlers each holding up a baby. The referee then puts on scary masks in… pic.twitter.com/qnYXB1PF4a
— World Movie Awards (WMAs) (@WorldMovieAward) June 24, 2023
Durante l’evento, si allestisce un ring, sul quale si sfidano i neonati della fascia d’età che va dai 3 mesi ai 2 anni.
Nello specifico, due lottatori di sumo, salgono nella zona di combattimento, definita dohyo, sollevando in braccio i neonati, attendendo che scoppino in lacrime, mentre ripetono la frase “Naki, Naki, Naki!“, ossia “Piangi, piangi, piangi!“.
Lo scopo è quello di farli piangere: un obiettivo che, di certo, non ci prefissiamo mai in Occidente, semmai desideriamo l’esatto opposto.
Le antiche superstizioni legate a questa festa
Il Naki Sumo è una festa intrisa di superstizioni: i genitori, infatti, credono che il pianto possa allontanare gli spiriti maligni e portare buona sorte al bambino.
Per raggiungere perfettamente lo scopo che si sono prefissati, alcuni partecipanti indossano maschere terrificanti o costumi tradizionali al fine di spaventare, in maniera più veloce, i piccoli.
Sumo Baby Crying Contest
During the Naki Sumo Baby Crying Festival the goal is to get the wee babes to start and keep crying to get rid of demons. The traditional festival takes place at the Sensoji Temple in Tokyo every year in April. pic.twitter.com/a7f4YesKeF— Fragments of Japan (@fragmentsofjap1) November 17, 2021
Anche se il pianto dei neonati rappresenta il momento clou della festa, va sottolineato il fatto che, nel corso di questo evento, i partecipanti si raccolgono anche in preghiera, condividendo momenti di vicinanza e gioia in famiglia.
Nel corso del tempo, però, tale tradizione ha iniziato a far storcere il naso a molte persone, le quali hanno chiesto, a gran voce, che il festival fosse totalmente vietato.
La ragione è molto semplice: in tanti, infatti, ritengono che i riti che sono attuati durante il Naki Sumo, possano destabilizzare i bambini e traumatizzarli, anche se – dall’altra parte – in molti sostengono che il benessere dei più piccoli non è, in alcun modo, scalfito.
Altre giornate dell’anno dedicate a bambini e adolescenti giapponesi
Oltre al Naki Sumo, in Giappone si celebrano i bambini e gli adolescenti in altre occasioni. Tra queste, c’è Tango no Sekku, la festa dedicata ai bambini maschi. Da diverso tempo, è stata ridenominata con Kodomo No Hi. In questo evento, che cade il 5 maggio, in conclusione della Golden Week.
I genitori, dunque, espongono le tradizionali bambole samurai chiamate Gogatsu Ningyo e sistemano delle carpe (koinobori) in giardino e/o in casa al fine di augurare ai loro figli maschi una crescita forte e sana.
Esiste, però, anche la controparte femminile dedicata esclusivamente alle bambine. Ci riferiamo a Hina Matsuri, meglio conosciuto come Festival delle Bambole, che si svolge il 3 marzo di ogni anno.
Durante questo festival, le famiglie espongono una serie di bambole tradizionali chiamate Hina-ningyo che raffigurano una processione imperiale, con abiti tradizionali legati al periodo Heian. Le bambine, dunque, in questa occasione, trasferiscono la loro eventuale cattiva sorte alle bambole.
C’è, poi, lo Shichi-Go-San, il festival giapponese concepito come tradizionale rito di passaggio per le bambine di età compresa tra i 3 e i 7 anni e per i bambini dai 3 ai 5 anni.
L’evento ha luogo il 15 novembre di ogn anno. I piccoli indossano il kimono tradizonale e, insieme ai loro genitori, si recano nei templi a pregare al fine d ottenere la felicità e il benessere di cui hanno bisogno.