Le origini della lavorazione del vetro a Venezia sono antichissime, più di quanto si potrebbe pensare.
I primi frammenti ritrovati a Murano che testimoniano questa attività risalgono infatti al VII secolo a.C., anche se solo successivamente, nel XII secolo a.C., viene riconosciuta un’organizzazione del lavoro in questo settore.
Già in quel periodo i laboratori si stavano spostando nell’isola fino a quando, nel 1291, venne ordinato ai vetrai di spostarsi definitivamente da Venezia a Murano.
Questo per prevenire incendi che potessero danneggiare gli edifici in legno in centro città, ma anche per tenere meglio sotto controllo il vantaggio competitivo veneziano nell’arte del vetro.
E così, l’isola di Murano divenne in quell’anno la capitale mondiale della produzione vetraia, facendosi conoscere in tutto il mondo.
Un secolo dopo, nel 1390, troviamo testimonianze scritte di famiglie della nobiltà veneziana che si sono distinte per l’arte del vetro. In quel periodo comparvero anche pittori su vetro cristallino, nuovi strumenti di lavorazione, e decorazioni sempre più leggere che si sono susseguite nei secoli.
Nel tempo poi si sono successe diverse tecniche e stili differenti, fino al ‘700 quando l’arte vetraia va incontro a una crisi e vengono prodotti oggetti con un richiamo ai cristalli boemi, per cercare di risollevare le sorti del settore.
E così, nel ‘700, tra gli oggetti lavorati si annoveravano lampadari a molti bracci, centrotavola, specchi di cristallo colorato, ma anche oggetti di uso domestico come ampolle per olio e aceto, lampade da tavolo, vassoi e cestini.
Infine, all’inizio del ‘900 e durante tutto il secolo, i vetrai di Murano hanno concentrato i loro sforzi per sviluppare uno stile e una tendenza moderni, pur mantenendo la tradizione millenaria che ogni anno attira turisti da ogni luogo.
Il vetro è diventato presto fondamentale in certi settori, soprattutto in quello della conservazione di cibi e bevande. Il legame stretto tra vetro e vino, ad esempio, trova una sintesi perfetta in Veneto…
I vetrai di Venezia venivano infatti chiamati “fabbricanti di bottiglie”, proprio perché queste ultime, insieme ai bicchieri, erano il prodotto principale dei laboratori.
Le prime bottiglie risalgono al I secolo a.C., e vengono riprese qualche secolo dopo dai vetrai veneziani per essere perfezionate nella tecnica e utilizzate per il servizio in tavola.
Al tempo era un prodotto costoso e per pochi, che anticipa però la moderna bottiglia in vetro.
L’arte del vetro incontra la produzione vinicola: una combinazione felice, con radici profonde
Venezia fu nel Medioevo una potenza commerciale, grazie anche alla sua flotta mercantile che era la più grande del Mediterraneo a quel tempo.
Questa potenza, oltre che far ricevere l’influenza orientale alla lavorazione del vetro, fu determinante per lo sviluppo dell’attività vinicola nel territorio veneto, consentendo ai mercanti di esportare i vini prodotti ma anche di importarne da altri Paesi.
Il Veneto è una terra vinicola da millenni: i vitigni autoctoni e la diversità del suo territorio hanno permesso lo sviluppo di un’industria che tutt’oggi conferma la regione al primo posto in Italia per volume di produzione.
I produttori veneti continuano a mantenere saldo questo podio con vini dalle virtù straordinarie: lo spirito d’indipendenza, la trasparenza, il gusto e l’eleganza. Il retaggio culturale del territorio è evidente e si riflette oggi non solo nella tradizione del vetro, ma anche nell’esperienza e nell’identità che molti produttori di vino hanno saputo conservare e sviluppare nel tempo.
Queste virtù traspaiono anche dalle bottiglie di vino che svolgono non solo la funzione di contenitori, ma che sono sempre più ricercate nel design e nell’estetica, oltre che studiate per raccontare l’identità dei produttori stessi.
Una vera e propria tradizione, quella vinicola, che insieme a quella del vetro, persiste ai giorni nostri e che racchiude in sé tutti i valori del territorio. Addirittura si racconta che la vite fosse presente nella zona ancor prima di Cristo, e che le popolazioni locali usassero l’uva per cibarsene.
Quanti oggetti in vetro poi sono legati al mondo vinicolo… non solo bottiglie ma anche calici per vini bianchi e rossi, calici per vini dolci, decanter.
Oggetti che nel tempo sono stati studiati e migliorati per assolvere a un compito preciso in funzione di una migliore esperienza nella degustazione.
Nel tempo sono nati altri materiali, che non hanno certo messo al bando il vetro, anzi hanno fatto sì che venisse conferito al vetro uno status ancor più importante.
Il vetro, infatti, permette lavorazioni che non sono consentite su altri materiali: sono proprio le lavorazioni stesse che conferiscono prestigio alla bottiglia, apportando un valore ancora maggiore al suo contenuto.