Versare il vino alla traditora: significato e leggenda

Avete mai sentito l’espressione “versare il vino alla traditora”? In molte zone d’Italia è possibile trovare questo celebre detto le cui origini affondano nel Medioevo. C’era un tempo in cui bere vino non era considerato un momento di gioia e convivialità, ma un appuntamento con il fato e il destino. Siete curiosi di sapere la storia di questo detto e il suo significato originale?

Significato del detto

Le origini della celebre espressione diffusa in tutta il Centro Italia si fanno risalire al Medioevo. A quel tempo le cene tra nobili e ricchi signori feudali erano solo un pretesto per parlare di affari e di politica, ma anche per stringere alleanze e organizzare congiure e vendette. Un bicchiere di vino poteva essere un modo per brindare a un incontro fortunato, ma anche per mandare un nemico direttamente nell’aldilà.

Un calice di buon vino che oggi beviamo con gli amici in un momento di svago e spensieratezza come accompagnamento ad un tagliere di salumi e formaggi. La possibilità di uccidere qualcuno usando un calice di vino era davvero il metodo più facile e semplice usato per compiere un delitto senza fare rumore e spargere sangue.

Perché si dice “versare vino alla traditora”?

Questo detto risale alla pratica, già diffusa in epoca romana, di usare mettere del veleno nel vino per togliere di mezzo i traditori. Lo stratagemma consisteva nel versare il veleno da un apposito anello direttamente nel calice dopo aver versato il vino dalla bottiglia. Quindi il vino non era avvelenato, ma veniva avvelenato “a tradimento” davanti agli occhi dei commensali e della povera vittima. Poiché questo sotterfugio usato per avvelenare le persone era considerato un gesto vile compiuto a tradimento nacque il detto di “versare vino alla traditora“. Con questa pratica Lucrezia Borgia eliminò gran parte dei suoi nemici politici ed ex amici.

Oggi il galateo vieta di versare vino tenendo il bicchiere o il calice coperto, ma bisogna mantenerlo per lo stelo.

Altri proverbi sul vino

Questo famoso detto popolare non è ovviamente l’unico esistente sul vino, ma ne esistono davvero tantissimi in Italia. Ecco i più famosi:

• Le more sulla fratta: vai alla vigna chè l’uva è fatta.
• Anno da vespe, il vino è buono.
• Quando di marzo a notte tuona, la venemmia sarà buona.
• Se la vite fiorisce d’aprile, non sperar di riempire il barile.
• Dopo il dì di Sant’Urbano ( 19 maggio), più non gelano tralci e grano.
• Se piove a Santa Petronilla ( 31 maggio), poco mosto dall’uva zampilla.
• Se piove per San Vito (15 giugno) il vino se n’è ito.
• La pioggia tra luglio e agosto è la fonte dell’olio e del mosto.
• Agosto fa il mosto.
• Ottobre: vino e cantina, da sera a mattina.
• A San Martino ( 11 novembre) ogni mosto è vino.
• A Marzo dal tino vola il vino.
• La botte dà del vino che ha.
• La buona cantina fa il buon vino.
• Nelle botti piccole ci sta il vino buono.
• Ramo corto, vendemmia lunga