Ricordate il baby vincitore della sesta edizione di Masterchef Italia Valerio Braschi? Aveva appena vent’anni quando improvvisamente si trovò catapultato al successo, in un mondo dove soldi, fama e popolarità diventano i nuovi valori e si dimenticano quelli insegnati dalla famiglia. Ma non è stato così per il giovane cuoco originario di Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini. Oggi ha ventisei anni ed è proprietario di un ristorante a Milano in zona Solari. Si chiama Vibe, ha una brigata giovani di ragazzi in gamba e non sfruttati, come accade oggi in tante altre realtà del mondo della ristorazione italiana.
Da Masterchef a proprietario di un ristorante a Milano: l’ascesa di Valerio Braschi
Aveva un sogno nel cuore Valerio Braschi quello di diventare un grande cuoco e lo è diventato. Quando si scopre il successo in giovanissima età e si hanno un gran numero di proposte lavorative, è facile perdere se stessi e i propri valori. Al contrario il più giovane vincitore di Masterchef non ha cambiato stile di vita né amici, ma soprattutto ha continuato a studiare da autodidatta, viaggiando in giro per il mondo, e riuscendo a conciliare perfettamente lavoro e vita privata.
Dopo quattro anni di esperienza in un ristorante romano (il famoso ristorante 1978, premiato da Gambero Rosso e da Michelin anche se non ha ricevuto la stessa), il suo attuale socio gli ha chiesto se era interessato all’apertura di un ristorante nel cuore di Milano e lui, con grande entusiasmo, ha subito accettato.
Il ristorante Vibe del vincitore di Masterchef
Il ristorante di Valerio Braschi si chiama Vibe e si trova a Milano. Ha due giorni di chiusura, lunedì e martedì, mentre mercoledì e giovedì è aperto solo a cena e nel weekend (venerdì, sabato e domenica) è aperto sia pranzo che a cena.
Il giovane chef e imprenditore, pur avendo solo 26 anni, dimostra di saper bene amministrare un’attività e di tenere a cuore i suoi dipendenti, o meglio la sua brigata. No a turni di lavoro estenuanti e massacranti e nemmeno ad una vita trascorsa interamente in cucina, dimenticando di avere una vita privata. Il benessere del lavoratore incide moltissimo sul suo rendimento a lavoro e di questo è consapevole Valerio. Come lui stesso ha più volte affermato, non è vero che i giovani non hanno voglia di lavorare, ma piuttosto che non voglio più essere sfruttati. In tantissimi realtà della ristorazione italiani in cucina si fanno turni di 12 ore anche 7 giorni su 7, un vero e proprio sfruttamento insomma.
Il menù proposto dal giovane chef nel suo locale costa 140 euro e comprende dieci portate realizzate con ingredienti di prima scelta. Le ricette non sono tradizionali, ma nascono da contaminazioni tra diversi tipi di cucine. I piatti preferiti da Valerio sono i cappelletti ripieni di lasagna e un gelato semi sciolto di pepe Sansho con caviale di trota e gelatina di bergamotto.