Per iniziare il nostro racconto sulla simbologia dell’uovo nelle diverse culture dall’antichità ai giorni nostri, citiamo un famoso detto romano “omnevivum ex ovo” ovvero “tutto ciò che vive deriva dall’uovo”. Sia nella cultura laica che in quella cristiana l’uovo viene associato alla nascita e alla creazione della vita e dell’intero universo. Non a caso già seimila anni prima della nascita di Cristo e quindi ben prima della teoria del Big Bang, si parlava di “Uovo Cosmico” o “Uovo del mondo” come simbolo da cui era scaturita la vita.
L’uovo con la sua forma perfetta, senza né principio né fine, senza orientamento né direzione, è un ricettacolo di vita e simbolo universale della fecondità e di vita eterna. Viene da sempre associato alla sfera femminile (l’equivalente maschile è la lancia) poiché è la donna che produce l’ovulo che fecondato darà origine ad una nuova vita. Gli antichi culti della Grande Madre davano particolare importanza all’uovo che non a caso compare nelle statue e nei templi.
Secondo la tradizione Pelasgica e rimandendo in tema dei culti della Grande Madre, c’è il mito della dea Eurinome. In principio la dea emerse nuda dal caos primordiale e non trovando dove poggiarsi divise il cielo dal mare e danzò sulle onde dando vita alla creazione. Modellò il vento fino a dargli la forma di un serpente, Ofione, che sedusse e con la quale si unì. Dopo essersi trasformata in colomba, la dea depose un uovo attorno al quale il serpente girò per 7 volte.
L’Uovo cosmico si dischiuse e diede origine a tutte le cose del creato. Un mito simile lo troviamo nei Veda della tradizione induista dove si narra di una dea Vinata che depone un uovo dal quale nasce un essere alato. Come archetipo cosmogenico, l’Uovo cosmico è presente anche nella religione taoista cinese. Secondo il mito, in origine c’era solo il Caos che si racchiude in un Uovo cosmico per 18.000 prima di dar vita alla creazione del mondo. Fu per opera del dio Pangu (simile d’aspetto al greco Pan) che con un’ascia spaccò in due l’Uovo cosmico creando la Terra (Yin) e il Cielo (Yan).
Nella cultura giapponese e più precisamente per il Buddismo Zen invece in origine c’era solo il caos intrappolato all’interno di un uovo al cui interno c’era il seme creatore.
Nella cultura celtica l’Uovo del mondo si chiama Glain ed era di colore rosso (era stato deposto da un mostro marino).
Per i Bambara (tribù di Mali) l’Uovo cosmico era vuoto e a fecondarlo fu il soffio del vento.
Per gli antichi Egizi, invece, la leggendaria Fenice prossima alla morte costruiva un nido su una quercia con ramoscelli di piante odorose come l’incenso. Lì restava in attesa che il sole la incenerisse e dalle sue ceneri nasceva un uovo che dopo tre giorni si schiudeva e dal quale nasceva una nuova Fenice.
Gli alchimisti credevano nell’esistenza dell’Uovo filosofale al cui interno c’è la Materia Prima dal quale nasce il microcosmo. L’uovo dischiudendosi, grazie al fuoco, dà origine al cielo (parte del guscio superiore) e alla Terra (parte del guscio inferiore).
Nella mitologia greca l’uovo è presente nel mito di Leda. Leda, moglie del re di Sparta, mentre era sulle sponde del fiume Euroto fu sedotta da Zeus sotto forma di cigno. Dalla loro unione la donna partorì un uovo che dischiudendosi diede origine a due gemelli, Castore e Polluce, i Dioscuri. Nel tempio di Leucippidi a Sparta si venerava il guscio spezzato di un uovo gigante che si pensava fosse quello del mito di Leda.
Nella simbologia cristina l’uovo non è simbolo di creazione bensì di resurrezione e divinità. Nella Pala di Montefeltro di Piero della Francesca, è raffigurata la Madonna con il Bambino dormiente in grembo circondata dai Santi. A colpire è un uovo di struzzo appeso sul suo capo all’interno di una nicchia a forma di conchiglia. L’uovo simboleggia la fecondazione di Maria ad opera dello Spirito Santo.
Leggenda vuole che, dopo la Resurrezione di Cristo, la Maria Maddalena si recò dall’imperatore Tiberio con un uovo annunciandogli l’avvenuta resurrezione di Gesù. Tiberio incredulo reagiì dicendo che la resurezzione di un uomo era improbabile tanto quanto la possibilità di un uovo di essere rosso. Immediamente in quel preciso istante l’uovo della Maddalena si tinse di rosso. Il rosso, da allora come colore, fu associato alla figura della Maddalena e a Cristo e bandito dall’iconografia sacra per la rappresentazione della Vergine e della divinità (per la quale fu adottato il blu).
Sul lungomare di Napoli ad incorniciare il panorama c’è il profilo inconfondibile del Vesuvio e una fortezza marina nota come Castel dell’Ovo. Secondo la leggenda, nel Medioevo l’alchimista Publio Virgilio Marone (protettore della città molto tempo prima di San Gennaro) richiuse un uovo magico all’interno di una gabbia di ferro murata in una nicchia nelle fondamenta del castello, profetizzando che la rottura dell’uovo sarebbe coincisa con il crollo e la distruzione della città di Napoli. Il popolo per secoli rimase fortemente spaventato da questa superstizione e ad ogni evento naturale (terremoti) e bellico (bombardamenti) temeva il peggio per l’uovo e per la città.