Andiamo alla scoperta della Fika, pausa tradizionale a cui gli svedesi non riescono a rinunciare: storia e curiosità.
Noi italiani siamo soliti fare la pausa con il caffè o con l’aperitivo, gli inglesi, invece con il tè: gli svedesi, dal canto loro, non possono assolutamente rinunciare alla Fika, una tradizione che si tramanda di generazione in generazione e che rappresenta una pausa per ricaricarsi e godere di un momento di tranquillità. Scopriamo, dunque, insieme la storia e qualche curiosità su tale usanza.
Fika, la pausa a cui gli svedesi non possono rinunciare
In Svezia la pausa si chiama Fika: non si tratta esclusivamente di bere del caffè o di mangiare qualche dolcetto, in quanto questo tipo di tradizione rappresenta un vero e proprio momento di socialità e di dialogo tra le persone.
Gli svedesi si concedono questo momento di stop o a metà mattinata o a metà pomeriggio, sia a casa che in caffetteria. Ad ogni modo, tale break rappresenta un vero e proprio momento di felicità e di serenità.
Un’usanza molto particolare e altrettanto sentita in tutto il Paese scandinavo, tant’è che alcune aziende la impostano ufficialmente due volte al giorno, in modo da consentire ai propri dipendenti di prendersi una pausa dal lavoro: in questo modo, dunque, si abbassano i livelli di stress e – al contempo – si incrementa anche la produttività in ufficio.
La storia e qualche curiosità su tale tradizione
Il termine “fika” deriva dalla parola svedese “Fikabröd” che fa riferimento, in sostanza, a una serie di paste, di biscotti e di dolci che – di solito – sono accompagnati al caffè. Pertanto, nel corso del tempo, l’abbreviazione di questo vocabolo è diventata sinonimo di “pausa“, che va condivisa con parenti, colleghi ed amici, sia a casa che in caffetteria.
Secondo la tradizione, tale pausa è effettuata con un caffè scuro e filtrato svedese o altre bevande come la cioccolata calda e il tè. Tali bevande, inoltre, sono accompagnate dai dolci tradizionali.
Anche se, di solito, la Fika può essere effettuata a metà mattinata o a metà pomeriggio, non c’è una regola precisa: infatti, ci si può concedere un momento tutto per sé, per fare quattro chiacchiere con gli altri o, semplicemente, per leggere un giornale e/o un libro in qualsiasi momento della giornata.
Poche fonti parlano della nascita di questa tradizione che si perde nel tempo. Pare – però – che sia iniziata nel corso del XIX secolo tra le famiglie più abbienti, le quali offrivano sette biscotti fatti in casa ai propri ospiti: un’usanza che divenne, ne fatti, una vera e propria competizione, mediante la quale si decretava chi avesse preparato i biscotti più buoni.