Osterie accoglienti, ristoranti di classe e sapori di una volta. Un’esperienza di turismo enogastronomico a Venezia vi porterà a scoprire una miriade di pietanze nuove e appetitose, dal gusto assicurato!
Camminare mette appetito, il mare mette appetito, la salsedine apre le porte dello stomaco. Il Veneto punta molte sue carte sul turismo enogastronomico, in primis a Venezia, il capoluogo regionale, e dunque sulla tradizione della Serenissima nei piatti e nelle pietanze dall’aria magari retrò ma dal sapore piacevolissimo.
Mangiare a Venezia vuol dire abbracciare la tradizione, fatta di ingredienti, alle volte poveri, ma proposti in piatti stuzzicanti e amalgamati dalla creatività. In quanto all’offerta d’itinerari gastronomici Venezia soddisfa ogni palato: ci sono i bacari, le tradizionali osterie dal temperamento affabile e dall’ospitalità lagunare nei confronti dei portuali piuttosto che dei turisti, ma pure ristoranti chic e locali over the top sparsi per canali e gondole.
L’ampiezza delle possibilità di turismo enogastronomico a Venezia si fonde sul principio della qualità della materia prima e della sapiente gestione di ciò che l’agricoltura e il generoso mar Adriatico offrono. Pesce abbinato a verdure, sapori decisi, la ricerca di contrasti e – dunque – una cucina orgogliosa della sua collocazione e senza compromessi.
Magari l’utilizzo di alcune spezie potrà non piacere a tutti, ma di certo fa parte del bagaglio culturale lagunare. E comunque, sugli itinerari gastronomici, Venezia può benissimo fare scuola.
Se in Spagna si chiamano tapas, i tradizionali e immancabili stuzzichini che accompagnano l’aperitivo a Venezia sono i cicheti, l’anticipazione della cena da assaporare con un’ombra (un calice) di bianco o uno spritz nelle vicinanze della cena. Cena che non si discosta dal baccalà mantecato, ovvero una lavorazione dello stoccafisso risalente al 1500 e – pare – appreso durante un naufragio di una nave veneziana in Norvegia, presso l’isola di Røst. Una riproposizione italiana del toast Skagen, la tartina di pesce (in quel caso aringa) tipica di Svezia e Scandinavia.
La sapiente cura della miscelazione delle spezie, l’aggiunta di alloro e aglio, limone e pepe, sono un cult della cucina lagunare, così come pure le sarde in saor, cotte con aceto, cipolle, uvette e pinoli.
In caso in cui cerchiate una sperimentazione ardita nel mangiare a Venezia, i bigoli cucinati con cipolla e acciughe conferiscono al piatto tutto il gusto casareccio della tradizione, assieme alla tagliatella al nero di seppia, gli spaghetti agli scampi, i risotti di orto e laguna, e ancora la pasta e fagioli, un caldo piatto adatto ai lavoratori delle campagne perché sostanzioso ed energico.
Passando ai secondi, arriva il momento del fegato alla veneziana, il principe del turismo enogastronomico a Venezia, e dunque l’ennesima presenza delle cipolle in un piatto.
Seguono i granchi verdi fritti e le masanete – femmine del granchio cucinate con prezzemolo e spezie, croccanti e succulente – dunque dritto ai dolci. La scelta qui è ampia, i bussolai sono i tipici biscotti al burro che a Burano si chiamano buranelli perché alcune leggende sostengono siano stati ideati sull’isola come spuntino per i vetrai.
Rientrando a Venezia le frittelle arcinote accompagnano le maschere del Carnevale e gli zaeti (galletti), sono biscotti presi dall’entroterra e modificati con l’aggiunta di cioccolato e uvetta.
Il turismo a Venezia, non è solo splendidi palazzi e paesaggi mozzafiato, ma esiste un turismo enogastronomico particolarmente pronunciato perché essenzialmente mangiare a Venezia vuol dire unire le specialità regionali a spezie e colori orientali.
Recatevi dunque senza indugio in laguna, perché di itinerari gastronomici Venezia è colma. Resta solo da scegliere tra la varietà di piatti e mettersi a tavola. Questo perché, prima di tutto, il turismo enogastronomico a Venezia v’accompagnerà tra pietanze prelibate che non avete mai assaporato prima. E che ringrazierete di avervi consigliato.