Ogni regione ha i suoi riti e le sue tradizioni Natalizie, che vengono tramandate di generazione in generazione e di certo questi non mancano in Liguria.
Si inizia con l’11 di Novembre dove le famiglie cominciavano a fare scorte di cibo per l’inverno e ad assaggiare il Vino Novello accompagnato da caldarroste e rostie.
Si prosegue poi colò 13 Dicembre giorno di Santa Lucia dove con una specie di rito sacrificale veniva ucciso il maiale. Dall’animale veniva poi estratto il berodo ovvero il sanguinaccio, mentre le ossa venivano messe sotto sale per farvi un secondo piatto accompagnato da cavoli neri. la testa veniva invece conservata per essere consumata con farinata o focaccia di granoturco dopo la messa di mezzanotte di Natale
Si arriva poi alla vigilia di Natale il 24 dicembre dove si facevano le pulizie e decorava a festa la casa con decorazioni fatte con lunghi fili di spago in cui venivano infilati bacche di ginepro, alloro, rametti di ulivo, maccheroni, noci e nocciole.
Al mattino le donne preparavano il pandolce per il Natale e spesso anche i ravioli, che in alcune zone sostituivano i natalini, e si cuoceva il berodo per l’indomani.
Sul piano del focolare ardeva il ceppo d’olivo o d’alloro, che bruciava lentamente fino a Capodanno, simbolo del vecchio anno che come un cero veniva salutato.
Il pranzo e la cena erano piuttosto sobri, a base di cavoli bolliti conditi con l’olio, farinata, pane casereccio e focaccia di granturco.
Nel giorno di Natale 25 Dicembre le mamme mandavano i bambini a prendere il pane bianco appena sfornato e si usava che i negozianti regalassero del torroncino.
Al ritorno il capofamiglia chiudeva la porta di casa per mantenere la quiete sacra della famiglia e degustare il pranzo di Natale dopo un anno di sacrifici.
Sulla tavola imbandita non dovevano mancare elementi simbolici propiziatori:
Il primo piatto del pranzo di natale ligure vede serviti i natalini in brodo, ovvero lunghi maccheroni di pasta di semola di grano duro lisci e tagliati a “penna”.
Il secondo piatto è il cappone lesso con mostarda che nei secoli a seguire, in momenti di particolare ristrettezza il cappone veniva sostituito con il “capponmagro”, un insieme di gallette e pesce povero.
A fine pranzo arrivava il piatto più atteso della festa natalizia: il pandolce decorato con un ramoscello d’alloro. Di solito il ramo di alloro veniva donato dalle lattaie che portavano il latte alle famiglie e ai macellai che vi adornavano le loro botteghe.
Pandolce e alloro, era un buon augurio per il Natale in Liguria. Il più piccolo di casa toglieva il rametto d’alloro, il padre o il nonno tagliava il pandolce e serviva le porzioni a tutti seguendo un rituale preciso e facendo attenzione a mettere da parte una fetta da dare ai poveri.
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Questa era ed è in molte case il tradizionale pranzo natalizio ligure che si conclude poi con giochi in famiglia come la tombolata o il mercante in fiera.
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