Il Natale in Sardegna, anche chiamato Pasca de Nadale al centro-nord e Paschixedda al sud, è una festa profondamente sentita e dal forte sapore familiare. Tradizionalmente è considerata l’occasione perfetta per consolidare i legami familiari passati e presenti. Il Natale infatti è il simbolo della convivialità e del ritrovo degli affetti.
Ogni regione d’Italia ha le sue tradizioni, ecco quali sono le tradizioni del Natale in Sardegna.
Riti natalizi sardi
La cultura agropastorale in terra sarda imponeva lunghi periodi di assenza da casa che venivano colmati nel giorno della Vigilia, chiamata in lingua sarda “Sa nott’è e xena” ossia la notte della cena o notte calda. Il termine caldo era riferito proprio al calore degli abbracci dei propri cari riuniti davanti alla tavola di Natale e al fuoco del camino. Anticamente si credeva che il fuoco del camino nella notte di Natale non richiamasse dai monti solo i contadini e i pastori, ma anche le anime dei propri cari defunti, come testimoniato da Grazia Deledda nei suoi racconti. A tal proposito veniva lanciato sulla tavola tutta la notte un tozzo di pane e un boccale di vino affinché i morti potessero ristorarsi.
Proprio intorno al piacevole tepore emanato dal fuoco scoppiettante, i membri della famiglia ancora oggi, la sera della Vigilia, mangiano i prodotti tipici sardi di tradizione pastorale come i formaggi sardi, le salsicce di maialino, l’agnello o il capretto arrosto con le frattaglie (su trataliu e sa corda).
È importante che i familiari mangino tutte le pietanze della cena, anche malvolentieri. Anche i bambini sono “obbligati” a mangiar tutto altrimenti si corre il rischio che una terribile megera chiami, testa la loro pancia vuota e ci infilza uno spiedino bollente.
Dopo la cena della vigilia di natale è consuetudine raccontare storie e leggende popolari o giocare a tombola tutti assieme. Con l’avvicinarsi della mezzanotte, i rintocchi delle campane richiamano tutti in chiesa. La messa di Natale è un rito irrinunciabile ed è nota come “Sa Miss’è Puddu”, ovvero la messa del primo canto del gallo. In passato visto il notevole afflusso di persone, si creava un gran chiasso in chiesa la notte di Natale, tanto che con i Sinodi di Cagliari del 1600 furono vietati baccano, dolci e lancio di noccioline e fuochi di festeggiamento.
Dolci tipici delle tradizioni del natale in Sardegna
Ogni zona della Sardegna ha un dolce tipico consumato nel periodo natalizio, anche se il pan’e saba potrebbe essere definito il dolce comune di tutta la Sardegna durante le feste. Un dolce caratterizzato dal profumo di cannella e mosto cotto, realizzato con buccia di agrumi, uva passa, frutta seca fra cui noci, nocciole e mandorle.
Non manca anche il torrone, tipico dolce consumato e prodotto a Natale in tutta Italia, il torrone si trova nominato già in un documento sardo del 7 dicembre 1614, oggi conservato nell’Archivio di Stato di Cagliari.
Arriviamo poi ai mostaccioli preparati in particolare durante le festività la cui preparazione richiede un lungo processo di lievitazione anche di settimane, che li rendono altamente digeribili, morbidi e senza grassi.
L’usanza di Capodanno in Sardegna: su candelarju
L’ultima notte dell’anno è usanza a Nuoro che tutti i ragazzini e ragazzine si riuniscono in processioni e bussano a tutte le porte della città chiedendo il candelajo. Si tratta di un rito antico che consisteva nel dare ai bambini poveri un pane piccolo, lucido, bianco insieme a mandorle, noci, castagne e fichi secchi.
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