Ci sono tradizioni natalizie che accomunano tutte le case d’Italia, ci sono però usanze tipiche che variano da regione a regione. Scopriamo insieme le tradizioni del natale in Lombardia.
Il 7 dicembre è senza dubbio un giorno speciale per la città di Milano che poi, ha influenzato le altre città della Lombardia.
Nel capoluogo lombardo si festeggia Sant’Ambrogio, vengono accese le luci dell’imponente albero di Natale in Piazza Duomo, va in scena la prima della Scala e nelle vie attorno la Basilica del Santo viene allestita la fiera degli O bei, O bei, famosa manifestazione le cui origini risalgono al 1288.
Non è un caso che l’8 dicembre, tutte le case lombarde, vengano addobbate con albero, presepe, luci e decorazioni varie.
Se gli addobbi – a prescindere dalla data – sono pressoché simili da nord a sud, è in tavola che ogni regione cerca di dare il meglio di sè.
Il cenone della vigilia di Natale è un’abitudine consolidata soprattutto nel centro sud d’Italia. Al nord, è molto più sentito il 25 dicembre.
In Lombardia, infatti, il protagonista della festa è proprio il giorno di Natale.
La sera del 24 si va a letto presto, dopo aver preparato sotto l’albero una tazza di latte e biscotti per Gesù Bambino che, portato dal suo asinello per il quale è prevista una buona dose di fieno, consegna i doni durante la notte del 24 per farli trovare la mattina del 25.
E una volta aperti tutti i regali, inizia il lungo pranzo!
I piatti serviti cambiano da zona a zona ma, tra i primi piatti, è la pasta ripiena a fare da protagonista.
Per chi vuole rispettare la tradizione, il piatto forte sono i tortellini o ravioli cotti e serviti in un saporito brodo di gallina o cappone.
Se si vuole optare per una portata più sostanziosa, le paste ripiene possono essere servite asciutte: i casoncelli (casoncei) tipici di Bergamo e Brescia e i tortelli di zucca, conditi con burro, salvia e parmigiano delle zone mantovane e cremonesi.
Sulle tavole lombarde, a Natale, come secondo, trionfa il cappone ripieno.
Un tempo il ripieno era fatto con le interiora a cui, per dar sapore, si aggiungevano castagne o noci e qualche pezzetto di salsiccia e pane raffermo. Oggi, l’ingrediente principale per farcirlo è la carne macinata, impastata con pane raffermo, uova, latte, mortadella, prosciutto cotto o salsiccia e frutta secca.
Un fiore all’occhiello della gastronomia lombarda sono i dolci. E per le feste natalizie ogni provincia ha il proprio e tipico dessert della tradizione.
Diffuso ormai in tutta la Penisola, Milano ha dato i natali al Panettone, le cui origini sono legate all’invenzione di un certo Toni, uno sguattero vissuto al tempo di Ludovico Moro.
A Mantova si gusta l’Anello di Monaco, morbida specialità tramandata da oltre due secoli. Si tratta di un anello decorato con glassa reale il cui nome, molto probabilmente, fa riferimento alla città di Monaco di Baviera.
Fin dall’Ottocento, Bergamo propone la versione dolce del tipico Polenta e osei. Una cupola di pan di spagna bagnato in liquore all’arancia e ricoperto da pasta di mandorle; a completare l’opera, uccellini in cioccolato o marzapane sulla sommità.
In montagna, in Valtellina, la Bisciola (Besciola o Pan di Fich) sostituisce il panettone sulle tavole imbandite per Natale. Gustosa e profumata, è una pagnotta piuttosto consistente arricchita con frutta secca e fichi.
Risale addirittura al Medioevo la Tortionata di Lodi, un dolce basso e friabile, a base di mandorle, considerato il ‘cugino’ della Sbrisolona mantovana.
Cremona, città della musica e dei violini, porta in tavola sin dai tempi delle nozze di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, il celebre Torrone. Pochi ingredienti compongono questo dolce ricco di storia e tradizione: albume d’uovo, miele, zucchero e mandorle.
Le Offelle di Parona sono biscotti secchi al burro, di forma ovale ed estremità appuntite, generalmente serviti con zabaione caldo. Vedono la loro origine dal genio culinario di Pavia risalente a fine Ottocento.
A Como e Lecco, le varianti del Panettone sono Miascia, Pan Mataloch, Matoch e Torta Grigna, dolci lievitati con farciture che variano tra le singole zone: uva sultanina e canditi, mandorle e amaretto, caffè, nocciole e mandorle.
La Bossola (o bissòla, o bussòla) è il dolce tipico di Brescia dall’origine incerta. Quel che si conosce con certezza è la ricetta: un ciambellone frutto di tre impasti a lunga lievitazione, piuttosto sostanzioso, che dà il meglio di sè se inzuppato.
Più simile ad un pane ed arricchito con uvetta, il Pan Tramvai di Monza rivela che, agli albori del secolo passato, fosse acquistato con il resto del biglietto del tram (da qui il nome), mezzo che iniziò a viaggiare nel 1899 con la linea Milano – Monza.
Varese e provincia, per il dolce di Natale, si rifanno invece al mito dei Re Magi con cammelli o dromedari in pasta sfoglia, da gustare lisci o farciti con differenti varianti: crema, cioccolato etc…
E voi cosa portate in tavola a Natale?
Rispettate le tradizioni o siete più alternativi?
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