Un silenzio assordante che colpisce dritto al cuore. Una strana desolazione accompagnata da brividi lungo la pelle. Sul territorio italiano esistono più di 6000 paesi fantasma: da Nord a Sud questi luoghi spettrali, anche se da tempo privi di vita, non smettono di attirare visitatori curiosi. Viene spontaneo chiedersi come sia possibile che esistono così tanti luoghi abbandonati nel nostro Paese. Alluvioni, uragani, valanghe, crisi economica, epidemie e guerre: vari sono i motivi che hanno reso questi borghi completamente abbandonati e spopolati.
In verità il boom di paesi fantasma in Italia si registra all’indomani del Secondo Conflitto Mondiale, quando iniziò l’esodo dei poveri sventurati dai paesini alle città per cercare fortuna e lavoro.
Andiamo ora alla scoperta dei paesi fantasma in Italia regione per regione.
A pochi passi da Chieti c’è la ghost town di Buonanotte o Montebello sul Sangro un paese che ha cercato di rinascere molte volte nel corso dei secoli sino all’abbandono definitivo negli anni ‘80. In origine il nome era Malanotte. Leggenda narra che gli abitanti del posto, in seguito alla sconfitta e alla conquista da parte degli invasori, siano stati costretti come pegno di guerra a cedere le loro donne per una notte (ecco perché il nome malanotte). Dunque solo brutti ricordi e abbandono regnano in questo luogo.
A pochi passi dalla bella Matera c’è il borgo fantasma di Craco. Sino agli anni ‘50 tutti hanno lasciato o desiderato lasciare la regione “vergogna d’Italia”, poi la svolta si è avuta con Pasolini e l’UNESCO, il riconoscimento dell’importanza dei Sassi di Matera. Così oggi per visitare Craco si paga addirittura un ticket d’accesso. Oggi è possibile visitare le case e passeggiare per le vie del borgo reso celebre dal cinema, ma diventato fantasma dopo il terremoto del 1980.
Il Pentedattilo è il paese fantasma più famoso della Calabria. Fu progressivamente abbandonato dai suoi abitanti a causa di pestilenze, terremoti e alluvioni. Ha una forma molto particolare, a forma di mano ciclopica a 5 dita. Un’altra famosa ghost town è Roghudi. La parte vecchia fu dichiarata inagibile a causa di una violenta alluvione nel 1917 e la popolazione fu distribuita nei comuni limitrofi.
Dal non lontano 1980 Romagnano al Monte è un borgo fantasma. Ci troviamo in Campania e più precisamente in Irpina. Questa terra nel 1980 fu colpita da un violento terremoto. In realtà già nei secoli passati il paese di Romagnano al Monte era stato tutt’altro che fortunato: carestie, pestilenze, attacchi di briganti. Il paese spettrale e denso di malinconia è rimasto così come è stato abbandonato trent’anni fa. Si vedono ancora sedie, mobili, oggetti di uso quotidiano rimasti lì, fermi immobili in quel preciso istante in cui la vita ha abbandonato quei luoghi, come in un “fermo immagine” eterno e inquietante. Altrettanto affascinante in questo borgo abbandonato è la Chiesa della Madonna del Rosario, un luogo sacro che merita ancora di essere rispettato come tale. Raggiungere Romagnano al Monte per visitarlo è tutt’altro che semplice e alquanto pericoloso, oltre che privo di segnalazioni stradali.
Sempre in Campania troviamo un altro paese fantasma degno di essere ricordato: Roscigno Vecchia.
Noto come la “Pompei del Novecento”, questo borgo è pittoresco, ma non ha nulla di spettrale o spaventato. Tutti gli abitanti sono emigrati nel corso dei decenni in Usa alla ricerca del sogno americano. Solo uno è rimasto, il signor Giuseppe Spagnuolo con i suoi adorati gatti, la sua pipa, la barba come Garibaldi e i suoi racconti ai visitatori curiosi. Sembra che il tempo si sia fermato e il borgo rurale appare come una cartolina d’epoca. La causa quindi dell’abbandono del paese non è stata una calamità naturale, ma una calamità sociale: la miseria che ha portato all’emigrazione massiccia. Tale è la bellezza di Roscigno Vecchia che è stato dichiarato Patrimonio dell’UNESCO.
in terra emiliana c’è il borgo abbandonato di San Paolo in Alpe, in provincia di Forlì- Cesena, in una prateria a 1000 metri di quota. Divenne famoso durante la 1°Guerra Mondiale come sede degli alleati e luogo di ritrovo dei partigiani. C’è poi il borgo di Castel d’Alfero, un vero e proprio tuffo nel Medioevo, e il borgo di Bastia, abitato sino all’800 e poi abbandonato in seguito a una frana che distrusse anche la chiesa e il cimitero.
Nell’Appenino parmense si trova Vosina di Bardi uno dei paesi fantasma dell’Emilia Romagna che secondo una leggenda vennero abbandonato dagli abitanti perchè spaventati da voci inspiegabili che arrivano dai boschi in prossimità del villaggio. Si narra anche che il paese fu il palcoscenico dell’uccisione di soldati russi da parte dei partigiani, soldati sepolti nella frazione di Santa Giustina ma le tracce delle loro tombe sono andate perse.
Palcoda è la più famosa città fantasma del Friuli. Questo borgo è stato letteralmente inghiottito dalla natura, dopo essere stato abbandonato all’indomani della II Guerra Mondiale. Si può raggiungere solo a piedi. In passato era abitato solo da 150 persone dedite al commercio dei cappelli. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu rifugio dei partigiani ed avvennero qui famose fucilazioni di membri della Resistenza ad opera dei nazisti.
In provincia di Viterbo c’è uno scenografico borgo fantasma, quello di Civita di Bagnoregio. A causa dell’erosione della roccia, ogni anno un piccolo pezzettino del paese scompare, quasi per magia al punto che gli è stato attribuito il nome di “la città che muore”.
Risale all’epoca etrusca il primo insediamento in zona. Il borgo è rimasto isolato nel 1794 quando in seguito ad un terremoto si staccò il lembo di terra che lo univa alla terra ferma. Oggi c’è un ponte in cemento per raggiungerlo esclusivamente a piedi. A mezz’ora di auto dal borgo fantasma di Civita di Bagnoregio, c’è un’altra ghost town: Celleno. Non è mai stata una cittadina fortunata: la peste e poi il terremoto hanno costretto la popolazione ad abbandonarla a fine ‘800.
In Lombardia troviamo la città di Consonno, provincia di lecco, definita una piccola Las Vegas Italiana abbandonata., il nome le fu dato quando Mauro Bagno, imprenditore della Brianza, nel 1962 decise di far radere al suolo le case e di costruire una sorta di cittadina con centri commerciali e sale da gioco. Purtroppo il sogno finì in fretta quando nel 1976 una frana seppellì’ tutto. Qui si trovano una serie di edifici abbandonati come pagode, minareti, fontane, colonne greco-romane, ma si possono ammirare piastrelle alla Andy Warhol e murales.
Senza dubbio il paese fantasma più celebre in terra ligure è Reneuzzi, nel comune di Carrega Ligure, a 1075 m di quota. Secondo la tradizione il paese fu fondato dai boscaioli. Nel corso del Novecento, durante il periodo del boom economico e dell’esodo verso le grandi città, è stato progressivamente abbandonato dalla popolazione locale. A rendere famoso questo paese fantasma è anche la storia del suo ultimo abitante, Salvatore Bellomo, che nel 1961 si macchiò di un tremendo delitto passionale, omicidio suicidio per l’esattezza. In preda ad una morbosa gelosia, uccise l’amata che era in procinto di emigrare ed abbandonare per sempre lui e quel luogo desolato.
Nel Ponente Ligure c’è il paese fantasma di Balestrino, a pochi km da Ceriale. Abbandonato negli anni ‘60 dai suoi abitanti a causa delle continue frane, oggi la natura regna sovrana e c’è un silenzio spettrale. Le case sono infestate dall’edera così come il castello.
In provincia di Imperia, c’è il paese fantasma di Stonzo. Secondo la leggenda, gli abitanti abbandonarono il paese a causa di un’invasione di formiche giganti argentine e si rifugiarono nel vicino paese di Prelà. Oggi solo gli ulivi popolano questa terra desolata.
In provincia di Savona, c’è Osiglia, abbandonata dai suoi abitanti nel 1937. Questo paesino di origine medievale è oggi completamente sommerso dal lago omonimo il lago di Osiglia. Fu con la costruzione della diga nel 1937 che il paese fu sommerso. Ogni 10 anni i lago viene svuotato e il paese sommerso riemerge con tutte le sue case e la vecchia chiesa.
Nel comune di Davagna c’è il paese fantasma di Canate di Marsiglia. Lo spopolamento è iniziato negli anni ‘60 quando il borgo rimase isolato (oggi infatti è raggiungibile solo a piedi). Caprette e pochi fedeli abitanti centenari popolano questo paese rurale.
Nel comune di Sant’Olcese c’è il borgo abbandonato di Ciaè. Fu abbandonato circa 50 anni fa e nel 1981 iniziarono i lavori di restauro dell’antico ponte medievale. Da visitare anche per la quercia secolare di oltre 350 anni.
In Val di Vara c’è il paese fantasma di Filettino, abbandonato negli anni ‘20 a causa di dissesti geologici. Si narra che ancora oggi i contadini portano qui le botti di vino a decantare perché diventa molto più buono.
Bussano Vecchia è un altro borgo fantasma ligure. Nel 1887 un violento terremoto devastò questo paesino che da allora fu abbandonato per sempre, finché nel 1959 un gruppo di artisti decide di trasformarlo in un centro internazionale d’arte.
Nel comune di Auditore c’è il borgo di Castelnuovo. C’è ancora la chiesa in rovina e le 50 abitazioni del villaggio che sembra uscito da un quadro di William Turner. C’è poi il paese fantasma di Pietrarubbia che risale al V secolo e prende il nome dell’omonimo castello.
Infine c’è il borgo di Rocchetta, abbandonato completamente nel 1977 poiché era scomodo e isolato dalla civiltà. Oggi è stato recuperato per creare un albergo diffuso.
Del Molise forse si parla e si scrive poco, ma anche qui si trova un grazioso paese fantasma che si chiama Rocchetta Alta. Il borgo si trova fra le Mainarde Molisane e risale al XII secolo. Questo borgo purtroppo subì diverse distruzioni a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale e poi del terremoto. All’inizio del XX secolo fu del tutto abbandonato e i gli abitanti si trasferirono a Rocchetta Nuova.
Un altro luogo interessante da vedere in Molise è il Castello di Roccamandolfi un luogo ricco di storia e curiosità che vale la pena visitare se vi trovate in questa piccola regione d’Italia.
In Piemonte per ammirare un borgo fantasma ci si può recare a San Pietro di Monterosso in Valle Grana. Qui si trova un museo a cielo aperto chiamato in piemontese “Babaciu” ovvero pupazzi. Chiamato museo a cielo aperto perchè vi sono stalle e case dalle cui finestre si vedono rappresentazioni in paglia ad altezza naturale che sembrano osservare chi passa nel paese. L’idea di queste rappresentazioni realizzate con materiali di recupero nacque nel 2003 in occasione della festa patronale. Furono tanto ammirati che non vennero più tolti.
Tra i Monti Dauni si trova il Rione dei Fossi di Accadia, in provincia di Foggia. Un tempo ricco e fiorente, oggi è un centro abbandonato.
La causa è stata il terremoto del 1930 che costrinse gli abitanti a fuggire via e una volta tornati iniziarono la ricostruzione del nuovo centro abitato poco distante da quello vecchio che rimase un borgo fantasma. Da tanti anni si parla di restauro, ripopolamento, albergo diffuso per ridare nuovo vita a Rione dei Fossi di Accadia. Restano solo i lampioni che ogni sera ancora si accendono rendendo ancora più spettrale questo luogo desolato e dimenticato da Dio.
Siamo ora giunti in Trentino Aldo Adige dove i paesi fantasma non possono di certo mancare fra queste bellissime montagne.
Il primo da citare è Ischiazza, case aggrappate alla montagna abbandonate nel 1966 a causa di un’alluvione che colpì la Val di Cembra. Oggi non vi sono che ruderi delle case, dei vecchi mulini, masi e fucine del tempo.
In Val Venosta invece si parla di Curon che nel 1950 constava di circa 163 case, quando furono poi evacuate per dare vita al progetto di produzione di energia idroelettrica.
Di quel vecchio villaggio oggi resta un iconico campane – il campanile di Curon che si erge dall’acqua e che il soggetto di diversi scatti fotografici diventati anche simbolo di un progetto originale e italiano firmato Netflix.
Tra le ghost town imperdibili in terra toscana c’è senza dubbio Fabbriche di Careggine, in provincia di Lucca a Vagli Sotto. Questo paesino fu fondato per ospitare le famiglie dei fabbri provenienti dalla Lombardia. Fu completamente abbandonato dalla popolazione tra il 1947 e il 1953, in seguito alla costruzione della diga. Infatti il paese fu sommerso dalle acque e tuttora si trova sul fondale del Lago artificiale di Vagli, ma le case in pietra e il ponte dovremmo riemergere grazie ad un progetto di riqualifica turistica della zona voluto dall’Enel. Nei pressi di Pisa, c’è anche un altro paese fantasma, quello di Toiano, segnalato dal FAI come “luogo del cuore da salvare”.
Dopo ben 27 anni il borgo verrà svuotato dall’acqua per qualche mese per permettere ai turisti di visitarlo e ammirarne la sua bellezza del tempo, il tutto dovrebbe avvenire nel 2022, era previsto per il 2021, ma a causa dell’emergenza Covid-19 è stato reinviato.
Quando parliamo di paesi fantasma, la mente vola subito a Chernobyl, il celebre paese a Kiev in Ucraina che in seguito a un incidente alla centrale nucleare fu completamente devastato insieme alla sua popolazione diventando così il più celebre paese fantasma di sempre. Ma oggi restiamo in Italia e voliamo in Umbria. In questa magnifica regione si trova Salci, un piccolissimo paese abbandonato in provincia di Perugia.
Nato come borgo medievale, era meta di sosta dei pellegrini diretti a Roma. La storia di questo centro abitato ebbe una battuta d’arresto nell’800. Gli abitanti rimasti erano solo 20 e un ricco imprenditore americano era fortemente intenzionato a comprare il paesino. Nonostante lo straniero fu scacciato, il paese cadde nell’oblio e nel silenzio eterno. Oggi l’unico suono che si ode è il cinguettio degli uccelli e la malinconia regna sovrana.
In Sicilia basta arrivare a Gioiosa Guardia vicino Messina per trovare un paese abbandonato dopo il terremoto e una carestia che nel 1800 fece scomparire ogni traccia umana. Oggi vi si trovano solo resti e rovine che dominano la collina.
Gairo vecchio è un affascinante borgo abbandonato nel cuore della Sardegna. Si tratta di uno dei luoghi più suggestivi dell’isola. Il suo nome deriva dal greco e significa “terra che scorre”. Sin dall’Ottocento il paese fu interessato da continue frane e alluvioni. Nel 1951 ci fu il colpo di grazia, quando una devastante alluvione distrusse buona parte delle abitazioni. Oggi tanti visitatori vengono a visitarla per le sue stradine strette e tortuose.
Poco distante da Bonorva c’è Rebeccu, un borgo medievale oggi abbandonato ma che nel ‘300 era un fiorente centro commerciale. Secondo la storia furono la carestia e la malaria a decimare la popolazione. Secondo la leggenda, invece, la principessa Donoria, figlia del Re Beccu, accusata di stregoneria fu cacciata dagli abitanti del borgo, ma lanciò una terribile maledizione che colpì la popolazione sino a decimarla e costringerla a spostarsi altrove.
Il Villaggio Santa Chiara è un altro borgo fantasma sardo. Dal 1997 Isabella Flore è l’unica abitante del paese. Il borgo fantasma di Lollove ha una storia molto simile a quella di Rebeccu, ovvero il paese fu colpito da una terribile maledizione che colpì la popolazione e lo rese un luogo spettrale.
Il Villaggio Asproni, dopo un lungo periodo florido, andò in declino negli anni ‘30 in seguito alla crisi del settore minerario. Fu fondato infatti per dare alloggio agli operai che lavoravano nella miniera vicina. Si narra che in questo borgo abbandonato ci sia ancora il fantasma del Cavalier Luigi Toro, sindaco della cittadina, che nel 1906 fece reprimere nel sangue una violenta ribellione dei minatori che protestavano per i loro diritti.
Tandalò invece è stato abbandonato a partire dagli anni ‘50 a causa della sua posizione isolata. Oggi è immerso nel verde della natura e nel silenzio totale.
Barmaz è una ghost town in Valle d’Aosta. Fu abbandonato a metà del ‘900 ed oggi è in totale stato di abbandono e degrado. Il panorama, però, con i prati, i boschi di castagne e le Alpi è davvero mozzafiato. Fornet, un tempo il più popolato della valle dove si trova, è oggi un paese fantasma. Fu abbandonata per motivi economici a causa della costruzione della diga.
Siamo giunti in Veneto dove anche qui i paesi fantasma sono diversi, vi cito in particolare Fumegai in provincia di Belluno, borgo abbandonato per ben 2 volte – tra il 1920 e il 1930 e a seguire negli anni Settanta quando un gruppo di “figli dei fiori” la abbandonarono. Raggiungere Fumegai a piedi non è possibile, infatti ci vuole circa 1h a piedi, lasciando l’auto verso Val Carazzagno.
Fumegai si presenta con case purtroppo malmesse, ma all’interno vi sono ancora oggetti dell’epoca abbandonati e mobilio.
Un altro borgo fantasma in Veneto è Borgo di Campo, nella frazione di Brenzone sul Garda. Si raggiunge facendo trekking partendo dalla riva del lago dal comune di Brenzone, o tramite una mulattiera. Il paese fantasma non è proprio fantasma visto che risultano esserci ancora 13 abitanti.
Se passeggiate lungo l’antica mulattiera, potrete ammirare antichi ulivi e una volta arrivati al Borgo di Campo vedrete caste spettacolari con muri e stradine i ciottolato. Vi è anche una piccola chiesa vicino ad una sorgete di acqua potabile e potete anche fare un pic-nic nei diversi punti dove vi si può fermare. Se salite su una scala di pietra di una delle case abbondonate trovare anche un tavolino per due persino, luogo davvero romantico da cui potete anche scorgere in lontananza la vista del balcone di Giulietta oltre alla bellissima vista del lago di Garda. A piedi ci vuole circa mezz’ora per raggiungere il borgo fantasma, non adatto il percorso a passeggini o a eventuali disabili che usano sedia a rotelle.
Come sempre vi invito a segnalarmi nei commenti ogni altro paese fantasma non citato che vale la pena citare nella lista sopra così che io lo possa aggiungere per rendere l’articolo più completo.