Anna Bolena, è la prima regina d’Inghilterra ad essere condannata a morte, oggi il suo fantasma senza testa passeggia ancora per la torre di Londra.
Torre di Londra, Inghilterra, è il 19 maggio 1936, una donna, giovane e bella sta per essere condotta sul patibolo. E’ terrorizzata, sa che non c’è più speranza per lei e si mette a pregare.
Quella donna è Anna Bolena, regina d’Inghilterra, moglie di Enrico VIII, il re che per sposarla ha distrutto per sempre i rapporti con la Chiesa cattolica.
Eppure, dopo soli tre anni di matrimonio con il re, Anna sta per essere decapitata.
Lei è la prima regina d’Inghilterra ad essere condannata a morte.
Oggi il suo fantasma senza testa passeggia ancora per la torre di Londra, spaventando il personale della Torre e alcuni turisti.
Ma come ha fatto una regina tanto colta e raffinata a finire al patibolo? E perchè continua da infestare la Torre di Londra?
Per scoprire l’origine di tanto rancore, torniamo indietro nel tempo, torniamo nel 1526.
La sua era una delle famiglie più vicine al re, eppure Anna con il re Enrico VIII Tudor, non ci aveva mai avuto molto a che fare.
Fino a che durante un ballo in maschera, il re la nota e s’innamora follemente di lei.
La vorrebbe subito possedere, come d’altro canto aveva già fatto con la sorella di Anna, Maria, da cui ne era scaturito addirittura un figlio illegittimo. Ma Anna non vuole cedere così facilmente, non vuole essere una semplice amante, non accetta di essere scartata come sua sorella, lei vuole diventare regina.
Così dice al re che lei vuole stare al suo fianco, ma come regina d’Inghilterra.
C’è solo un problema, l’Inghilterra ha già una regina, la cattolicissima Caterina d’Aragona, sposata con Enrico da vent’anni dal quale ha avuto però, “solo” una figlia femmina e nessun erede maschio.
Ma Anna insiste e propone al re un’ idea assolutamente inconcepibile per la morale cattolica dell’epoca, divorziare con la regina per sposare lei, Anna, colei che sarà in grado di dargli il tanto agognato erede maschio.
Divorziare con la regina significa andare contro la Chiesa di Roma, che infatti si oppone vivamente a tale idea.
Alla fine il divorzio avviene, e la Chiesa Cattolica non perdona l’affronto.
Enrico decide di separarsi per sempre dalla Chiesa di Roma e di diventare lui stesso capo della chiesa d’Inghilterra.
E’ nata la chiesa Anglicana ed Enrico finalmente divorzia da Caterina.
Il 1 giugno 1533 Anna, già incinta, viene incoronata regina d’Inghilterra. Ma la sua incoronazione non viene acclamata dal popolo, che anzi la addita come usurpatrice, schernendola e rifiutandosi di omaggiarla. Anna adesso ha il potere assoluto, ma il suo matrimonio con Enrico è burrascoso ed infelice.
Il 7 settembre 1533 Anna dà alla luce Elisabetta, una femmina, l’ennesima delusione di Enrico.
Per Anna inizia un periodo frustrante e di angoscia, che le causeranno due aborti spontanei. Il secondo dei quali, di un figlio maschio!
Per Anna è l’inizio della fine, ormai si pensa che il suo matrimonio con Enrico sia maledetto, come se non bastasse il re si è già innamorato di un’altra donna Jane Saymour, e il popolo continua a odiarla vedendo in lei una malvagia usurpatrice.
Ad aprile del 1536 Anna viene indagata per alto tradimento e il 2 maggio viene imprigionata nella Torre di Londra, la terribile prigione fortezza.
Nel processo Anna viene accusata di aver tramato con i suoi supposti amanti (tra cui suo fratello Giorgio!) di voler assassinare il re. Come se non bastasse è anche accusata di incesto, stregoneria e adulterio.
Oggi è generalmente accertato che nessuna delle accuse mosse contro di lei fosse attendibile.
Inorridita dalle accuse contro di lei Anna nega con veemenza e si difende con grande eloquenza, ma inutilmente.
Rinchiusa dentro la Torre di Londra, Anna ha un crollo psicologico, certo è assistita da quattro dame, ma più che consolarla, hanno il compito di controllarla e spiarla.
Esiste una poesia che molti attribuiscono ad Anna, o al fratello Giorgio (rinchiuso anche lui nella Torre di Londra e condannato a morte qualche giorno prima della sorella) scritta durante i giorni di prigionia nella Torre.
La poesia s’intitola “Oh Death Rock me asleep”:
O MORTE CULLAMI MENTRE MI ADDORMENTO
Oh Morte, cullami mentre mi addormento,
Portami alla tranquillità del sonno eterno,
Consenti al mio stanco fantasma innocente di passare,
Fuori dal mio petto attento.
Suona, tu la campana del trapasso;
Risuona il mio doloroso rintocco funebre;
Lascia che il tuo suono racconti la mia morte.
Morte pianificata presto.
Non vi è alcun rimedio.
I miei dolori chi li può esprimere?
Ahimè, sono così forti;
Il mio dolore non sopporterà la forza
Di prolungare la mia vita.
Suona, tu la campana del trapasso;
Risuona il mio doloroso rintocco funebre;
Lascia che il tuo suono racconti la mia morte.
Morte pianificata presto.
Non vi è alcun rimedio.
Sola in una forte prigione
Attendo il mio destino.
Per il dolore dal valore di questo crudele destino che io
Dovrei provare questa miseria!
Suona, tu la campana del trapasso;
Risuona il mio doloroso rintocco funebre;
Lascia che il tuo suono racconti la mia morte.
Morte pianificata presto.
Non vi è alcun rimedio.
Addio, miei piaceri passati,
Benvenuto, mio dolore presente!
Sento i miei tormenti così crescere
Che la vita non può continuare.
Cessa ora, tu la campana del trapasso;
Il mio doloroso rintocco funebre è stato suonato;
Per il suono che la mia morte dovrà raccontare.
Morte pianificata presto.
Non vi è alcun rimedio.
Il 19 maggio 1536, Anna viene condannata a morte. La pena prevista per le sue accuse è il rogo, ma su “clemenza” del re viene condannata alla decapitazione con la spada (anziché la classica ascia).
Quella mattina Anna assiste alla sua ultima messa, in quell’occasione giura sulla salvezza eterna della sua anima, che mai era stata infedele al re.
A causa della sua instabilità mentale, dimostrata durante la sua prigionia alla Torre, e temendo potesse dire parole o assumere atteggiamenti imbarazzanti di fronte alla folla, si decide di giustiziarla in un luogo della Torre più isolato, si pensa che il patibolo sarebbe stato eretto sul lato nord della White Tower davanti a dove oggi si ergono le Waterloo Barracks.
Durante il breve tragitto Anna sembra avere un «aspetto demoniaco» e appare «gaia come chi non sta per morire».
Una volta salita sul patibolo la regina fa un breve e commovente discorso alla folla.
Al momento dell’esecuzione Anna si inginocchia in posizione verticale mentre ripete la preghiera «A Gesù Cristo raccomando la mia anima; Signore Gesù ricevi la mia anima».
Poi le dame che l’avevano accompagnata le tolgono il copricapo (ma non la cuffia, che le trattiene i capelli lasciandole libero il collo) e le collane, mentre un’altra dama le lega una benda sugli occhi.
D’improvviso il boia brandisce la spada con un gesto improvviso e veloce che meraviglia la folla, poiché nessuno fino a quel momento aveva notato l’arma. In realtà il boia l’aveva nascosta tra la paglia sparsa ai piedi del ceppo. Ha fatto questo con l’intenzione di cogliere di sorpresa la condannata, ed evitarle il prolungamento dell’angoscia per l’attesa.
La testa di Anna cade per terra, una dama copre la testa della regina con un panno bianco, mentre le altre si occuparono del corpo.
La regina Anna Bolena è morta.
Il suo corpo viene ricomposto, rinchiuso in una cassa di legno grezzo e sepolto in una tomba anonima nella chiesa di San Pietro ad Vincula (la chiesa reale della Torre di Londra) senza alcuna cerimonia, accanto al fratello Giorgio, giustiziato quattro giorni prima.
Lì rimane fino al 1876, quando in occasione di alcuni lavori di ristrutturazione, viene identificato il suo scheletro e la sua salma viene spostata sotto il pavimento marmoreo della cappella, oggi opportunamente segnalata con apposito contrassegno identificativo.
La tragica fine della regina Anna diede vita a numerose leggende sul suo fantasma.
La leggenda più diffusa risale al 1864, quando un certo J.D. Dundas, generale maggiore del sessantesimo reggimento dei King’s Royal Rifle Corps; alloggiò nella Torre di Londra.
Dundas guardando fuori dalla finestra del suo alloggio notò una guardia che si comportava in maniera strana nel cortile sottostante, proprio davanti agli alloggi dove – secoli prima – era stata imprigionata Anna. Secondo il suo racconto sembrava che la guardia sfidasse qualcosa, descritta dal generale come «una figura femminile biancastra che “slittava” verso il soldato». La guardia caricò la figura con la sua baionetta che però attraversò il copro della donna senza toccarlo, il soldato per lo shock svenne. Solo la testimonianza del generale presso la corte marziale salvò la guardia da una lunga pena detentiva per essere svenuto mentre era in servizio.
Ancora oggi il fantasma di Anna viene avvistato (a volte con la testa sotto il braccio), mentre si aggira nella Torre di Londra…