Oggi vi portiamo alla scoperta del Tempio di Segesta, uno dei siti archeologici più belli della regione Sicilia. Finalmente dopo un ventennio riapre le sue porte al pubblico. Questo luogo promette di incantare visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Pronti a scoprire la storia del Tempio di Segesta e qual è il periodo dell’anno migliore per visitarlo?
Il Tempio di Segesta è una delle più grandi testimonianze della civiltà greca. Sicuramente è uno di quei monumenti da visitare almeno una volta nella vita. Il costo del ticket d’ingresso è di 8€ a persona, mentre i ragazzi tra i 18 e i 25 anni di età pagano il ridotto di 4€. Per i minorenni, accompagnati da un adulto pagante, l’ingresso al sito archeologico è gratuito.
Nel costo del biglietto è incluso anche l’accesso al teatro e al museo.
Il periodo migliore per visitare questo favoloso sito archeologico in Sicilia è sicuramente la primavera o l’autunno. L’estate è da evitare semplicemente perché le temperature sono veramente alte e il caldo soffocante e afoso rischia di rovinare la visita. Senza contare le orde di turisti che prendono d’assalto la Sicilia d’estate.
Prima di programmare la vostra visita vi consigliamo comunque di consultare il meteo per evitare i giorni di pioggia.
In primavera e in autunno è possibile anche fare foto più instagrammabili.
Il sito è aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 18.30 (durante la stagione estiva, ovvero da fine marzo a settembre la chiusura è posticipata alle 19.30, mentre nei freddi mesi di gennaio e febbraio la chiusura è alle 17).
Definito il Tempio Grande, il Tempio di Segesta fu costruito presumibilmente nel V sec.a.C. (più precisamente tra il 430 e il 420 a.C.). Nella sua imponenza si erge solitario e maestoso sulla collina. Si tratta di un tempio dorico di tipo esastilo periptero, ovvero con 6 colonne sui lati brevi e 14 sui lati lunghi. Alcuni dettagli come la mancanza di scanalature delle colonne e i capitelli in parte incompleti hanno fatto ipotizzare agli storici dell’arte che il tempio sia rimasto incompiuto. Il motivo probabilmente fu lo scoppio della guerra con Selinunte nel 409 a.C.
Per un particolare accorgimento ottico di correzione del basamento riscontrato solo nel Partenone di Atene, gli studiosi hanno anche ipotizzato che l’architetto a cui furono affidati i lavori del Tempio fosse di origine ateniese.
Il Tempio è un caso unico in Italia perché si presenta nelle stesse condizioni in cui veniva visto nel Settecento dai viaggiatori del Grand Tour. L’area infatti è ancora isolata e non c’è stata la costruzione di edifici intorno.
Un altro aspetto a colpire è la mancanza della cella. Probabilmente il tempio era destinato ad un culto indigeno di derivazione greca.