Vetro borosilicato, il materiale utilizzato per realizzare tazze e bicchieri che resistono a temperature molto elevate. Scopriamo come funziona.
In ambito domestico, la scelta di bicchieri adeguati alle proprie esigenze è fondamentale, soprattutto in ottica di resistenza alle alte temperature. Il vetro normale, infatti, tende a espandersi e a rompersi a causa del suo basso coefficiente di conduzione termica. Questo fenomeno ha luogo quando una bevanda bollente entra in contatto con la superficie fredda del bicchiere, generando – di conseguenza – un’espansione interna eccessiva.
Vetro borosilicato, la soluzione ideale per bicchieri e tazze resistenti alle alte temperature
Bicchieri e tazze realizzati in vetro spesso non riescono a resistere alle alte temperature. Per ovviare a questi inconvenienti, dunque, è stato sviluppato un materiale innovativo, che riesce a garantire maggiore resistenza: parliamo del vetro borosilicato, noto anche come Pyrex.
Questo materiale innovativo, caratterizzato da una composizione che include l’ossido di boro, offre una resistenza notevole alle variazioni di temperatura.
Il vetro borosilicato si distingue per il suo basso coefficiente di dilatazione termica: per questo motivo, è ideale per la produzione di bicchieri, tazze, ciotole e pentole che possono essere, nei fatti, esposte a temperature elevate.
Come riconoscere questo materiale
La presenza di vetro borosilicato in un prodotto è – generalmente – indicata sulla confezione di vendita. In assenza di tali informazioni, però, è possibile identificare il vetro borosilicato attraverso alcune caratteristiche distintive.
Questo tipo di vetro, infatti, si presenta molto trasparente, con un indice di rifrazione inferiore rispetto ad altri vetri.
Osservando, poi, il bordo superiore del bicchiere o della tazza, si può notare una leggera colorazione giallastra o verdognola, dovuta alla presenza di boro. Un altro indicatore da considerare è il peso che è più leggero rispetto al vetro comune.
Tipologie di prodotti realizzati con questo materiale
Il vetro borosilicato non è limitato alla produzione di semplici bicchieri. Questo materiale è utilizzato per creare una vasta gamma di prodotti, inclusi bicchieri doppia parete, teiere, casseruole, piatti e pentole.
I bicchieri a doppia parete, in particolare, sono apprezzati per la loro versatilità e resistenza, oltre che per il loro design elegante e la loro idoneità all’uso in lavastoviglie e microonde.
La differenza con il vetro sodo-calcico
Il vetro sodico-calcico è il tipo di vetro più comune, con il quale sono realizzati vetri, finestre, barattoli e così via. Il vetro sodico-calcico, d’altronde, rappresenta circa il 90% di tutto il vetro prodotto nel mondo.
La differenza principale tra il vetro sodo-calcico e il vetro borosilicato si rileva nel contenuto di biossido di silicio e triossido di boro.
Il vetro sodico-calcico contiene tipicamente il 69% di biossido di silicio rispetto all’80,6 del vetro borosilicato. Contiene anche molto meno triossido di boro: solo l’1% rispetto al 13% del borosilicato.
Quattro fattori differenziano tale materiale dalla sua normale controparte soda-calcica. Come discusso in precedenza, è resistente agli shock termici, il che significa che si può versare acqua bollente in una caraffa di vetro borosilicato e non si romperà.
Il vetro borosilicato è tossico?
La variante borosilicata è più duro del vetro normale, poiché può essere modellato in forme più complesse. È anche più resistente all’erosione acida (motivo per cui lo trovi comunemente utilizzato nei laboratori di chimica).
Proprio come il vetro normale, anch’esso è completamente atossico. Aziende come Pyrex lo utilizzano come materiale per realizzare brocche di vetro, bottiglie di vetro e pentole resistenti al calore.
Il cibo e le bevande contenuti nei contenitori in borosilicato spesso hanno un sapore migliore, perché il materiale non fuoriesce, come avviene nelle bottiglie di plastica e in altri imballaggi contenenti BPA.