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Food & Drinks - Ricette

Storia e tradizione degli arrosticini abruzzesi

La storia e la tradizione che è alle spalle di una delle pietanze più conosciute dell’Abruzzo: gli arrosticini abruzzesi, fatti di carne di pecora. 

Una delle pietanze più caratteristiche della tradizione culinaria dell’Abruzzo sono sicuramente gli arrosticini abruzzesi, ossia squisiti spiedini di carne di pecora, che hanno alle spalle una tradizione di una storia radicate nel tempo.

Arrosticini abruzzesi, un piatto semplice ma gustoso

Gli arrosticini abruzzesi sono composti da pezzi di carne di pecora, infilati su spiedini di legno. Rappresentano un piatto povero, ma gustoso, che, un tempo, fu concepito per evitare sprechi alimentari e recuperare gli avanzi.

La carne è tagliata in cubetti piccoli e infilata sullo spiedino di legno, alternata dal grasso d’agnello, che conferisce a questo piatto un sapore unico, al quale è difficile resistere.

Cottura degli arrosticini – Wineandfoodtour.it

Si passa, poi, alla cottura che avviene sulla brace: l’arrosticino, dunque, è completamente cotto quando inizia a formarsi una crosticina dorata sull’esterno: l’interno, comunque, resterà morbido.

In dialetto abruzzese, gli arrosticini sono definiti “rustell” o “rustelle“: questa pietanza è legata fortemente alla storia pastorale della regione, nella quale si è diffusa, in particolar modo, a partire dal secondo dopoguerra.

Le origini di questo piatto sono un po’ controverse, in quanto alcuni sostengono che è stato inventato e cucinato, per la prima volta nella Piana di Voltigno, a Villa Celiera, anche se ci sono diverse diatribe in merito alla paternità.

Transumanza e cultura pastorale

Questo piatto è indissolubilmente legato alla tradizione e alla storia della cultura pastorale abruzzese e, di conseguenza, alla transumanza, ossia allo spostamento delle greggi di pecore – dall’Abruzzo alla Puglia – partendo dalle montagne fino, poi, ad arrivare in pianura nel corso dei mesi estivi.

Gli allevatori abruzzesi, durante questo processo, trasportavano le mandrie nei pascoli più ricchi della regione, affinché gli animali avessero a disposizione grandi quantità di cibo.

Proprio in questo periodo, si iniziavano a selezionare i migliori capi di bestiame per la produzione di carne da arrosto che sarebbe, poi, servita per gli arrosticini e non solo.

Varianti e tipologie degli arrosticini abruzzesi

Esistono diverse varianti dell’arrosticino abruzzese. Quella più comune è, sicuramente, realizzata con carne di pecora, anche se esistono anche altre tipologie, seppur meno diffuse.

Tra le più conosciute, in tal senso, possiamo sicuramente menzionare l’arrosticino arrotolato: la carne, in questo caso, è tagliata in fette sottili, per poi essere avvolta intorno allo spiedino formando una specie di rotolo.

In questo modo, la carne risulterà, non solo ben cotta, ma molto succosa. A differenza del classico arrosticino, dunque, come potete vedere, non è infilzata allo spiedino.

Arrosticini con insalata – Wineandfoodtour.it

Cioè, poi, l’arrosticino misto che, come si può intuire dal nome, mescola diverse tipologie di carne: tra queste, ci sono la carne di maiale, di vitello, di agnello che sono, poi cotte, sulla griglia.

Se, invece, non si è amanti della carne o si segue una dieta prettamente vegetariana, esiste anche una variante senza carne: al posto della carne di pecora, infatti, sono utilizzate verdure, ad esempio zucchine peperoni, nonché una serie di condimenti che sono utili per esaltare il sapore.

Esistono, inoltre, anche delle varianti realizzate con carne di fegato, alla quale è aggiunta una quantità di foglie di alloro o di cipolla.

Un’ottima pietanza, sia a pranzo che a cena

Gli arrosticini abruzzesi rappresentano, sicuramente, un ottimo piatto da servire a pranzo e, magari, anche a cena. Tale pietanza è, di solito, servita su una spianatoia di legno, accompagnata da un contorno semplice, che può essere, in questo caso, il pane casareccio condito con un filino di olio extravergine di oliva.

Agli arrosticini si può accompagnare un bel bicchiere di vino rosso locale: sicuramente vi possiamo consigliare il Montepulciano da uva rossa, che ben si abbina alle carni sapide.

Per digerire, infine, potete optare per le radici di genziana, che fungono da buon digestivo post-pasto.

Daniela Caruso

Sono laureata in Culture Digitali e della Comunicazione alla triennale e in Comunicazione Pubblica Sociale e Politica alla magistrale. Da anni, lavoro nel mondo digitale e nell'editoria online. Sono appassionata di viaggi, tecnologia, disegno, manga ed anime, ma anche di lettura e scrittura.