La Toscana è una regione italiana ricca di storia, tradizioni e di posti bellissimi da poter visitare, che spaziano dalle colline, alle distese di verde, fino al mare. Fare un viaggio in Toscana significa anche assaggiare la buonissima cucina locale. Tra i piatti più gettonati e conosciuti, c’è il cacciucco alla livornese. Oggi, ripercorreremo la storia e le origini di questa deliziosa pietanza e vedremo come cucinarlo al meglio.
Il cacciucco livornese è una deliziosa zuppa a base di pesce, tipica della città di Livorno. È composta da seppie, cozze, scampi, rana pescatrice, scorfano, acqua, sedano, olio di oliva, pomodoro, prezzemolo, cipolle, vino bianco, sale e pepe quanto basta. È davvero gustosa e può essere accompagnata dai crostini, da fettine di pane e da un buon bicchiere di vino.
Per quanto riguarda il nome, molti si confondono tra la grafia ‘caciucco’ e ‘cacciucco’. Secondo l’Accademia della Crusca, la grafia corretta è ‘cacciucco’. Per quanto concerne l’etimologia, il termine deriva dalla lingua turca ‘kücüklü’, che significa ‘qualcosa che si mischia con degli oggetti piccoli’. A Livorno e in Toscana, il termine ha assunto il significato di ‘mescolanza’ e, infatti, si possono preparare anche cacciucchi di carne, verdure e legumi.
Per quanto riguarda le origini e la storia del cacciucco livornese, ci sono diverse leggende che aleggiano intorno a questa pietanza. La prima fa risalire le origini al periodo della Repubblica fiorentina: una legge stabilì che non si potesse utilizzare l’olio per friggere (da utilizzare come alimentazione della luce del faro) per cui il suo inventore, un guardiano del faro del porto, lo preparò nel pomodoro e con una piccolissima quantità di olio.
Un’altra leggenda narra che il cacciucco sia un piatto di riciclo, ovvero preparato con tutto il pesce che non veniva venduto. Veniva sempre servito e accompagnato con delle erbe, degli aromi e del pane. Quindi, si trattava di una pietanza povera ma non certamente non gustosa.
Secondo questa leggenda, dopo la morte del papà pescatore, avvenuta in mare, i suoi figli chiesero ai suoi amici pescatori di donargli qualcosa con cui potersi sfamare, essendo persone povere. I pescatori gli diedero i pesci che non avevano venduto e la mamma preparò con del pomodoro, delle erbe e questo ‘bottino’ il cacciucco.
Quest’altra leggenda viene definita ‘della mescolanza’ perché si narra che la città di Livorno fossero costituita da abitanti di diverse etnie, religioni e paesi, che avevano quindi diversi tipi di pesce. Il cacciucco sarebbe, dunque, nato dal mix di tutte queste varietà di pesci, che simboleggiavano la presenza di tutte queste diverse culture, che convivevano insieme.
La differenza tra il cacciucco livornese e quello viareggino consiste nella scelta degli ingredienti e nella consistenza. Il primo è costituito da pesce povero, insaporito con l’aglio e il pomodoro (infatti ha un colore più rossastro) mentre il secondo è più leggero e liquido e preparato con del pesce bianco. Entrambe le zuppe vengono accompagnate dai crostini o dalle fettine di pane.
Per preparare il cacciucco alla livornese, dovete in primis lavare e pulire ben bene i molluschi e i pesci. Fate aprire le cozze con un po’ di acqua e cuocere il polpo da parte. In un trito di cipolla, sedano, fate soffriggere e cuocere il caciucco e il polpo sminuzzato, sfumate con un po’ di vino bianco, aggiungete sale e pepe quanto basta e anche i pomodori pelati.
Dopo aver fatto cuocere, con coperchio, per circa un’ora, mettete gli scampi, i filetti di rana pescatrice e gli scorfani. Aggiungete poi le cozze sia sgusciate, sia intere. Fate tostare le fettine di pane al forno e accompagnatele al caciucco. È una ricetta da provare, assolutamente deliziosa.