Il Castello Aragonese è il simbolo dell’Isola Verde, amata meta turistica campana. Il nome trae origine dalla dinastia aragonese: fu Alfonso d’Aragona infatti che nel XV secolo fece dotare il castello di possenti mura difensive e della galleria d’accesso pedonale. Tante sono le leggende che circondano questo maniero. Siete curiosi? Scopriamole insieme.
Tante sono le vicende storiche che hanno segnato la vita del Castello Aragonese di Ischia, che non è un semplice custode di reperti antichi, ma è un cuore pulsante di vita che tutt’oggi accoglie eventi culturali, mostre e un gran numero di visitatori ogni anno. Questo Castello maestoso che accoglie da lontano i visitatori sin dal traghetto colpisce sia per la sua bellezza sia per la ricca storia che lo contraddistingue. Sono tanti i personaggi storici famosi che hanno lasciato il segno.
C’è chi giura di sentire ancora le lacrime della nobildonna Vittoria Colonna per il suo amato Ferrante, scomparso tragicamente nel 1525, e a cui dedicava proprio nelle stanze del Castello romantici ma tristi sonetti. Era il pieno Rinascimento e Vittoria divenne una nobildonna molto amata anche lontano dall’Isola Verde. “Un uomo, una donna, un Dio”, così la definì Michelangelo che era legato a lei da un rapporto di amicizia e profonda ammirazione. Leggenda vuole che tramite un passaggio segreto che collegava la Torre di Guevara dove pernottava Michelangelo in visita e il Castello il giovane forestiero incontrò la nobildonna per una notte di folle passione.
La leggenda che colpisce di più l’immaginario collettivo però è senza dubbio quella legata alle suore. Nel 1574 Beatrice Quadra dona il Castello che viene adibito a convento di clausura. I saloni del palazzo, fino a poco tempo prima sede di balli e incontri amorosi, diventano celle di monache votate alla castità e al voto del silenzio eterno. Nei sotterranei fu realizzato lo scolatoio, dove i cadaveri delle monache venivano lasciati “scolare” di tutto il sangue e lasciati essiccare e marcire. Una volta scolati, venivano poi deposti in un loculo. Le monache erano anche solite pregare in questi poco salutari sotterranei per le anime delle sorelle defunte. Non a caso spesso si ammalavano gravemente. La leggenda vuole che i fantasmi delle monache vaghino ancora per i corridoi dei sotterranei del Castello in cerca di pace (o di anime da tormentare).
Il Castello Aragonese di Ischia è stato definito da Suzanne Thérault nella sua opera come un luogo di dame, poetesse e principesse, regine di cuori che qui trascorrevano le loro giornate e notti tra balli, intrighi, scandali e arte e di cui ancora oggi si avvertono le presenze.
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