Sapevi che il Vermouth è un vino aromatizzato italiano? Probabilmente no, molti sono infatti convinti che sia prodotto fuori dall’Italia. Scopriamo storia e curiosità su questo antico vino aromatizzato!
Prodotto enologico 100% italiano, il Vermouth è un vino aromatizzato con erbe e spezie, da non confondere con i vini liquorosi. La sua produzione è regolamentata dal Reg. UE 251/2014, che definisce questo prodotto come composto almeno al 75% da vino, fortificato e aromatizzato, in cui deve essere presente obbligatoriamente l’Artemisia.
Scopriamo tutto su questa bevanda che ritroviamo spesso negli apertivi e nei cocktail!
Le origini del Vermouth risalgono al 1786, ad opera di Antonio Benedetto Carpano, un distillatore ed erborista torinese che inventò la formula mescolando vino moscato con erbe aromatiche e spezie. La bottega di Carpano era ubicata nel centro del capoluogo piemontese e poiché a pochi passi c’era il Palazzo Reale, l’erborista colse l’occasione per fare avere la bevanda al re Vittorio Amedeo III.
Costui lo apprezzò talmente tanto che decise di consumarlo abitualmente. Ben presto la fama di Carpano si diffuse a Torino e dintorni e il vermouth divenne l’aperitivo torinese per eccellenza. Tutti i bar della città cominciarono a servirlo alla clientela, aggiungendo ghiaccio e una scorza di limone.
Nel 1820, il nipote di Antonio Benedetto Carpano decise di fondare la Fabbrica di liquori e Vermouth Carpano, facendo crescere ancora di più la fama di questa bevanda alcolica, utilizzata per gli aperitivi e i cocktails.
Nonostante la formulazione del Vermouth sia nata grazie al mix creato da Carpano, in realtà l’erborista piemontese ha preso spunto da una tradizione molto antica. Infatti, si narra che Ippocrate preferisse bere vino aromatizzato con erbe, spezie e miele.
Si dice anche che in Grecia e nell’antica Roma esistesse già un vino simile. Inoltre, intorno al 1600 in Germania era d’uso preparare un vino chiamato Wermouth che veniva fatto macerare con erbe e assenzio, che però non era in commercio.
Il primo italiano che in tempi più recenti, esattamente nel 1773, ha parlato di questo vino nel testo Oenologia toscana è Villifranchi. Invece, come è stato specificato prima, l’invenzione di questa bevanda si deve al piemontese Antonio Benedetto Carpano.
Ad oggi sono numerose le aziende che producono Vermouth, anche se rimane uno dei simboli di Torino. A rafforzare la supremazia del Piemonte su questo prodotto è un decreto recente che ha ristretto alla sola regione la zona di produzione del Vermouth di Torino.
Stando a quanto stabilito dalla legge che regolamenta la produzione del Vermouth, deve avere almeno il 75% di vino che poi viene aromatizzato, dolcificato e invecchiato.
La gradazione alcolica non deve mai essere al di sotto del 15.5%. Per produrre il Vermouth viene usato vino moscato di alta qualità, al quale viene aggiunto il 13-15% di zucchero ed erbe aromatiche varie.
L’erba principale è l’artemisia, ma vengono utilizzate anche: centaurea minore, camedrio, maggiorana, timo, salvia, cedrina, garofano, camomilla romana, anice, zafferano, coriandolo, vaniglia, finocchio e molte altre.