Simbolo indiscusso del cibo di strada emiliano, lo gnocco fritto ha una una storia abbastanza antica e particolare. Scopriamo insieme questa preparazione e il suo viaggio nel tempo.
Lo gnocco fritto
Una preparazione che si può considerare di recupero, è lo gnocco fritto, conosciuto anche con il nome di torta fritta, chisolino, crescentina, pinzino eccetera. Ingredienti base della cucina sono necessari per realizzare questa preparazione: acqua, sale, strutto e farina.
Si considera di recupero perché, nasce dall’idea di consumare l’impasto avanzato del pane. Questo infatti, veniva e viene ancora oggi, fritto a piccoli pezzi, per evitare di gettare via del cibo. Oggi viene servito proprio come il pane, cioè accompagnato da prodotti caseari, salumi o verdure. La sua nascita sembra essere molto antica, vediamola insieme.
Storia e origini
Oggi diffuso in tutta Italia e conosciuto con vari nomi, lo gnocco fritto ha come terra madre l’Emilia Romagna. La nascita di questa preparazione però sembra risalire a molti anni fa, prima ancora della caduta dell’impero Romano. Sembra infatti, che siano stati i Longobardi con il loro arrivo in Italia a portare questo piatto semplice, ma ricco nella nostra cultura.
Nella cucina longobarda prevaleva l’uso di carni grasse, soprattutto quella del maiale. Dalle parti grasse di questa carne, si ricavava lo strutto. Questo ingrediente consentiva di arricchire il semplice impasto del pane, rendendolo anche più energetico, requisito fondamentale per chi tornava a casa dopo una lunga giornata lavorativa. Lo strutto lo ritroviamo infatti, sia nell’impasto dello gnocco fritto, sia come base per la frittura.
Facile è immaginare come, la sua semplicità in fatto di preparazione e la sua bontà, abbiano reso questo piatto molto diffuso in Emilia Romagna, divenendo un vero e proprio simbolo regionale. Vediamo quindi come si prepara lo gnocco fritto.
Preparare lo gnocco fritto
Come abbiamo accennato all’inizio, questo piatto nasce come idea di recupero dell’impasto del pane, ma oggi è divenuta una vera e propria preparazione, anche se semplicissima. Scopriamo nel dettaglio come realizzare lo gnocco fritto.
- Si inizia unendo tutti gli ingredienti: farina, sale, acqua e strutto;
- Gli ingredienti si lavorano fino ad ottenere un’impasto liscio e omogeneo;
- Si stende leggermente l’impasto e si ritagliano dei rettangoli o dei quadrati dalla forma neanche tanto precisa;
- Si riscalda quindi lo strutto in una pentola e si friggono i pezzi di impasto ottenuti;
- Quando questi sono ben dorati si scolano e sono pronti per essere gustati.
Per un risultato perfetto comunque, è necessario rispettare delle piccole regole:
- Farina: di ottima qualità e ben setacciata;
- Lavorazione: l’impasto dev’essere molto lavorato fino a risultare liscio ed elastico;
- Frittura: lo strutto o eventualmente l’olio usato per friggere, dev’essere portato prima ad una temperatura molto alta. Solo dopo potremo “tuffare” i nostri pezzi di impasto. Questo procedimento garantirà una frittura leggera e ben dorata e croccante.
Curiosità
Oggi esistono molte varianti di questo piatto, c’è chi aggiunge ingredienti come il burro, il latte o il lievito di birra, per rendere l’impasto più leggero e lievitato. In altre versioni si utilizzano anche erbe aromatiche e parmigiano reggiano per aggiungere sapore. Ma la versione più fedele all’originale la troviamo a Modena. Qui per la preparazione dello gnocco fritto, non si usa nessun lievito, proprio come la tradizione richiede, viene invece aggiunta acqua frizzante. L’anidrite carbonica presente nell’acqua, nel momento della frittura, rende lo gnocco leggero e croccante.
Accompagnamenti
Abbiamo accennato all’inizio che lo gnocco fritto è solitamente accompagnato da prodotti caseari di vario tipo, dai più freschi a quelli stagionati, ma anche da verdure e salumi. Nelle città lombarde invece, lo si usa come affiancamento al manzo brasato o al risotto alla milanese. Se si desidera un accostamento più azzardato, si può proporre lo gnocco fritto come dessert, basterà cospargerlo con cannella e zucchero a velo, quando ancora caldo, o riempirlo con creme tipo chantilly, crema pasticcera o alla nocciola.