Anche quest’anno, per il tradizionale cenone di Capodanno, gli italiani hanno preferito un brindisi all’insegna della convivialità e dei grandi prodotti enologici della nostra penisola. Lo confermano le recentissime stime di Coldiretti: ben 9 italiani su 10 hanno scelto lo spumante italiano per la loro tavola, con una quantità stimata di 74 milioni di bottiglie stappate per le feste (+8% rispetto all’anno precedente).
E non sono solo i cittadini italiani a preferire il noto vino frizzante al suo più grande concorrente francese. Lo spumante supera le bollicine dello Champagne anche in Gran Bretagna, mercato numero uno per il prodotto italiano. In aumento le vendite di spumante italiano negli States, mentre al terzo posto nella classifica dei mercati più interessanti per le cantine italiane si posiziona la Germania. In aumento i clienti russi, con un incremento del 17% rispetto all’anno precedente, e giapponesi (+37%). Nel complesso, circa il 70% della produzione è destinata alla vendita all’estero.
Un vino italiano, dal Nord alla Sicilia
Si tratta di un trend che favorisce sicuramente le tradizionali regioni produttrici, ma non solo. Sono infatti sempre di più le cantine che decidono di sperimentare e puntare alla produzione di un vino caratteristico e capace di conquistare i palati più esigenti. Realtà produttive diffuse in tutto lo stivale, come indicato dal crescente successo di bottiglie di spumante realizzate nelle regioni del Centro Sud.
Si pensi alla Toscana: la terra natale del Vin Santo (bevanda da dolce per eccellenza) si scopre oggi patria di spumanti interessanti, come quelli della Tenuta del Buonamico prodotti secondo il metodo Charmat. Tante le novità anche dalla Sicilia, con l’Isola che, secondo i numeri dell’Istituto Regionale Vino e Olio, ospita un numero sempre maggiore di cantine impegnate nella produzione di spumanti: se solo dieci anni fa le aziende produttrici erano una ventina, con un numero limitato di bottiglie, oggi l’enologia siciliana può contare su ben 23 spumanti rosè e 67 spumanti bianchi.
Le etichette più classiche dello Spumante
Insieme alle proposte relativamente nuove, restano apprezzatissime le grandi etichette che hanno fatto la storia dello Spumante nostrano, le bottiglie che hanno saputo ritagliarsi una fetta di mercato importante nel mondo, e che oggi, in diversi contesti, hanno addirittura superato lo Champagne francese.
Principe indiscusso delle bollicine, quest’anno Asti Spumante ha definitivamente conquistato le tavole internazionali: ben l’85% della produzione complessiva (87 milioni di bottiglie) è stato infatti esportato in tutto il mondo, dalla Russia agli Stati Uniti. Eletto bevanda ideale dolce per accompagnare i dessert tipici delle feste natalizie, viene oggi proposto anche nella versione Brut, dal basso residuo zuccherino.
Sempre più apprezzato il Franciacorta lombardo, una importante denominazione caratterizzata da minore dolcezza che lo rende adatto ad abbinamenti a tutto pasto. Interessante la storia di successo del Franciacorta DOCG, raccontata dall’enoteca online Callmewine che descrive lo spumante prodotto con metodo classico e legato all’omonimo territorio nella provincia di Brescia. Prodotto da Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, viene proposto in diverse tipologie:
- Millesimato,
- Rosé,
- Satèn
- Riserva.
Molto popolare anche il Prosecco spumante, la celebre e popolare denominazione originaria del nord est italiano e oggi legata al territorio di Treviso e del Friuli.
Insomma, la forza dello spumante sta anche nella grande varietà e nella qualità che le cantine italiane hanno saputo proporre. Etichette classiche e nuove bottiglie che hanno saputo imporsi come sinonimo delle feste invernali, sulle tavole di tutto il mondo.