La leggenda della spada nella roccia di re Artù è una delle storie più famose e affascinanti della letteratura medievale.
Secondo la leggenda, solo il vero Re d’Inghilterra sarebbe stato in grado di estrarre la spada dalla roccia in cui era conficcata, dimostrando così la sua legittimità al trono.
Ma non tutti sanno che anche in Italia esiste una spada nella roccia, che si trova nell’eremo di Montesiepi, in provincia di Siena, in Toscana.
La spada nella roccia: una leggenda tra Inghilterra e Italia
La spada nella roccia è uno dei simboli più noti e suggestivi della letteratura medievale. Essa è legata alla figura di Re Artù, il leggendario sovrano che difese la Britannia dalle invasioni barbariche tra il V e il VI secolo d.C. Ma come nacque questa leggenda? E qual è il rapporto tra la spada di Re Artù e quella che si trova in Italia, nella cappella di San Galgano?
La spada di Re Artù: tra mito e magia
La storia di Re Artù e della sua spada è raccontata in diverse opere letterarie appartenenti al ciclo arturiano, un insieme di racconti che narrano le gesta del re e dei suoi cavalieri della Tavola Rotonda.
La versione più antica della spada nella roccia si trova nel poema Merlino, scritto dal francese Robert de Boron alla fine del XII secolo. In questo testo, si narra che dopo la morte di Uther Pendragon, re di Britannia e padre di Artù, il mago Merlino fece apparire una spada conficcata in una roccia con una scritta che diceva: “Chi estrarrà questa spada dalla roccia sarà re di tutta la Britannia”.
Molti nobili tentarono invano di compiere l’impresa, finché non ci riuscì il giovane Artù, che era stato allevato da sir Ector come suo figlio adottivo. Così Artù fu riconosciuto come il legittimo erede al trono e incoronato re.
La spada nella roccia rappresentava il potere sovrano conferito da Dio a chi era degno di governare. Solo chi aveva il cuore puro e il coraggio necessario poteva estrarla e diventare re. Era anche un’arma magica, capace di tagliare qualsiasi cosa e di non arrugginire mai. Il nome della spada era Excalibur, che significa “tagliatrice d’acciaio” in lingua celtica.
Tuttavia, in alcune versioni della leggenda, la spada nella roccia e Excalibur non sono la stessa arma. Infatti, la spada originale di Re Artù si sarebbe rotta durante un combattimento con Re Pellinor e successivamente avrebbe ricevuto la leggendaria Excalibur dalla Dama del Lago, una figura femminile misteriosa che viveva in un lago incantato.
La Dama del Lago avrebbe anche donato ad Artù uno scudo e un’armatura magici. Prima di morire, Re Artù avrebbe restituito Excalibur alla Dama del Lago, lanciandola nel lago dove una mano emerse per afferrarla.
La spada di San Galgano: tra storia e miracolo
Esiste una spada nella roccia anche in Italia. Si tratta della spada che il santo Galgano Guidotti avrebbe conficcato in una roccia nel XII secolo come segno di rinuncia alla vita di cavaliere.
Nella cappella di San Galgano, situata nel comune di Chiusdino in provincia di Siena, è possibile ammirare la spada.
La spada è protetta da una teca e ogni anno al solstizio d’estate un raggio di sole la illumina. E’ la più famosa in Italia, ma ce ne sono altre sparse in diverse regioni.
San Galgano era nato nel 1148 da una famiglia nobile. Da giovane si dedicò a una vita dissoluta e libertina, finché non ebbe una visione dell’arcangelo Michele che lo invitò a cambiare vita e a diventare cavaliere di Cristo.
Galgano si recò sul colle di Montesiepi, dove vide una croce luminosa nel cielo. Per simboleggiare la sua conversione, impugnò la sua spada e la conficcò nella roccia, trasformandola in una croce. Da quel momento visse da eremita e compì numerosi miracoli