La social card è uno strumento di sostegno economico pensato per aiutare le famiglie italiane in situazioni di vulnerabilità economica. Ma quali sono effettivamente gli articoli che possono essere acquistati con questa carta e quali sono invece i prodotti che ne sono esclusi?
Social card: niente acquisto di birra e marmellata
Introdotta nel 2008 come parte di un pacchetto di misure per il contrasto alla povertà, la social card è una carta prepagata assegnata alle famiglie a basso reddito. Essa è destinata a garantire una spesa minima per beni di prima necessità, come cibo e prodotti per l’igiene personale.
Tuttavia, ci sono alcune restrizioni riguardo agli articoli che possono essere acquistati con la social card. Iniziamo con gli esclusi. La birra, ad esempio, è un prodotto alcolico che non può essere acquistato con questa carta. Le normative stabiliscono che l’acquisto di bevande alcoliche non rientra tra le necessità primarie e quindi non è consentito utilizzare tale carta per questo scopo.
Allo stesso modo, anche la marmellata, pur essendo un prodotto alimentare, non rientra tra gli articoli ammissibili per l’acquisto con la social card. Nonostante possa sembrare un alimento comune, le restrizioni sono state poste per limitare gli acquisti a beni di prima necessità, come pane, pasta, carne, frutta e verdura fresca.
D’altro canto, con la social card è possibile acquistare una vasta gamma di prodotti alimentari, inclusi quelli di base come latte, farina, riso, olio, uova e carne. Inoltre, è possibile utilizzare la carta per l’acquisto di prodotti per l’igiene personale, come sapone, shampoo, dentifricio e pannolini.
È importante sottolineare che la social card è stata creata per garantire il sostegno alle famiglie in difficoltà e assicurare loro la possibilità di acquistare i beni essenziali per sopravvivere. Pertanto, le restrizioni sull’utilizzo della carta sono mirate a evitare un uso improprio dei fondi e a garantire che siano impiegati per scopi legittimi.
La social card mira a fornire assistenza concreta a persone in difficoltà economica, permettendo loro di soddisfare le necessità di base per sé e le loro famiglie. È uno strumento importante per contrastare la povertà e promuovere la dignità e il benessere delle persone.
Quindi, la social card può essere utilizzata per acquistare una vasta gamma di beni di prima necessità, come cibo e prodotti per l’igiene personale. Tuttavia, ci sono restrizioni sull’acquisto di alcuni articoli, come la birra e la marmellata, che non rientrano tra i beni essenziali. Queste limitazioni sono finalizzate a garantire che i fondi siano impiegati in modo adeguato per sostenere coloro che ne hanno realmente bisogno.
Scatta la polemica
La consegna imminente, presso gli uffici postali della prossima settimana, della lista dei generi alimentari non acquistabili tramite la social card ha suscitato un acceso dibattito. Tuttavia, il ministro della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, respinge le accuse a lui rivolte affermando:
“Non stiamo imponendo diete”. D’altro canto, la segretaria del Pd Elly Schlein solleva critiche sulla decisione di escludere molte categorie di beneficiari, definendo il provvedimento “discriminante”.
Le famiglie numerose avranno i maggiori vantaggi dalla social card da 382,50 euro, mentre i single e le coppie si troveranno in una situazione svantaggiosa.
Anche la deputata e responsabile Lavoro del Partito Democratico, Maria Cecilia Guerra, esprime il suo dissenso riguardo al paternalismo di Stato. Attraverso la carta #DedicataATe, sarai in grado di acquistare pesce fresco, ma non surgelato, caffè, tè e camomilla, ma non tisane, miele naturale, ma non marmellate, zucchero, ma non sale.
La parlamentare ha criticato il governo Meloni per il controllo eccessivo sul benessere delle persone meno fortunate, definendolo senza precedenti. La sua critica su Twitter riguardava l’elenco dei prodotti considerati “necessari” e acquistabili tramite la carta sociale del governo, insieme ai criteri di selezione adottati.