In Italia si trova il più grande giacimento di titanio, ma sorprendentemente non viene estratto. Ma perché? Scopriamo insieme la ragione dietro questa mancata estrazione!
Il nostro paese possiede una ricchezza naturale notevole: un’enorme quantità di titanio, uno dei metalli più pregiati e versatili al mondo. Tuttavia, nonostante questa risorsa straordinaria sia a portata di mano, le autorità competenti non hanno mai avviato l’estrazione del titanio in Italia.
Titanio a cosa serve
Il titanio è un metallo caratterizzato da leggerezza, resistenza, colore bianco metallico e superficie lucida. Inoltre, è altamente resistente alla corrosione. E’ utilizzato in molte leghe leggere e resistenti.. Grazie alla sua potente resistenza alle temperature elevate e alla corrosione, è impiegato per la realizzazione di tubi nelle centrali elettriche, per le armature, navicelle spaziali, navi e la costruzione di missili.
Il titanio è un metallo che non si trova naturalmente allo stato puro, ma è presente nelle rocce vulcaniche. Il principale minerale estratto per ottenere il titanio è l‘ilmenite, che si trova principalmente in Norvegia, Canada, Australia e Ucraina.
Per quanto riguarda il suo utilizzo, si fa riferimento al diossido di titanio, una sostanza di colore bianco ampiamente impiegata nella produzione di pitture esterne.
Questa sostanza viene scelta per la sua capacità di agire come filtro contro i raggi UV e per la sua azione autopulente. In passato, le persone utilizzavano il diossido di titanio come sbiancante e opacizzante negli smalti delle porcellane, conferendo a queste ultime luminosità, resistenza e protezione.
Il titanio è un metallo che possiede una resistenza paragonabile all’acciaio, ma è molto più leggero.
Nel campo medico, i professionisti impiegano il diossido di titanio per creare protesi per gli arti, applicare viti o piastre alle ossa e realizzare protesi dentarie. Possiamo distinguere due tipologie di titanio: il biossido di titanio e il disossido di titanio. Il primo è principalmente utilizzato nell’industria e nel settore alimentare, mentre il secondo viene impiegato nel campo cosmetico.
Le caratteristiche del titanio lo rendono un materiale molto versatile e adatto a svariate applicazioni in diversi settori.
In Italia il più grande giacimento di titanio
Attualmente, il numero di Paesi che effettuano l’estrazione del titanio si limita a soli 15. e, di questi, l’unico su suolo europeo è la Norvegia. Il titanio si ottiene principalmente dall’estrazione dell’ilmenite, un minerale che si trova in Australia, Canada, Ucraina e Norvegia. Invece, il rutilo si trova in grandi quantità in Nord America e in Sud Africa.
In Italia il più grande giacimento di titanio al mondo, ovvero nel Massiccio di Voltri, che si estende tra Urbe e Sassello in provincia di Savona, ospita il giacimento di titanio di Piampaludo, il più grande al mondo.
Secondo le stime, il giacimento di Piampaludo potrebbe avere si stima circa 9 milioni di tonnellate di ossidi di titanio, con il rutilo come componente principale.
Il rutilo è un minerale costituito da biossido di titanio, TiO2, che si presenta spesso nella forma cristallina. È un minerale accessoria molto diffuso nelle rocce metamorfiche e nelle intrusioni magmatiche, ed è frequentemente presente anche nei filoni di quarzo. Si concentra insieme ad altri minerali pesanti nelle sabbie risultanti dall’erosione.
Il rutilo trova impiego non solo nell’ottenimento del titanio, ma anche nella produzione di pigmenti bianchi, ceramiche refrattarie, smalti e apparecchiature ottiche. Il quarzo rutilato, che consiste in quarzo con cristalli di rutilo al suo interno, è utilizzato come pietra preziosa e come elemento decorativo.
Giacimento di Piampaludo
Il giacimento di Piampaludo si trova all’interno del Parco del Beigua, in Liguria. Ad oggi questo potenziale non è sfruttato perché non ci sono miniere attive. Tuttavia, rimane ancora incerta l’apertura di un’attività mineraria nel giacimento nei prossimi anni.
Il giacimento si trova all’interno del Parco Naturale Regionale del Beigua, che l’Unesco ha inserito nella Rete Globale dei Geoparchi. L’apertura di una miniera in questo sito darebbe luogo a problemi ingenti di tipo ambientale e gli scarti che si creerebbero rimarrebbero a cielo aperto.
In base alle indagini effettuate sulla possibilità di estrarre titanio dal giacimento ligure, si può utilizzare il 5-6% della roccia totale, che in alcune aree può raggiungere il 10-12%.
Ciò implica che solo le quantità menzionate di biossido di titanio possono essere estratte dal giacimento ligure, trasformando in rifiuti circa il 94-95% del minerale presente. In effetti, anche se le percentuali riportate possono sembrare insignificanti, i valori sono piuttosto elevati.
Considerando l’abbondante presenza di titanio nel nostro paese e la sua rilevanza, è naturale chiedersi perché l’estrazione non sia mai stata avviata a Piampaludo. I motivi di questa situazione sono chiari e alcuni di essi sono già stati menzionati:
- All’interno del Parco Naturale Regionale del Beigua, che è riconosciuto dall’UNESCO come parte della Rete Globale dei Geoparchi, si trova un importante giacimento di titanio;
- La zona del Beigua, caratterizzata da una ricca biodiversità, ospita circa 1200 specie di piante e rappresenta un habitat stabile per i lupi. Inoltre, la zona è un luogo di nidificazione per oltre 40.000 coppie di uccelli;
- L’industria del titanio è dominata da pochi paesi che hanno investito massicciamente nello sviluppo di miniere e impianti di lavorazione. È possibile che l’Italia abbia preferito focalizzarsi su altre risorse e settori industriali in cui avesse un vantaggio competitivo più immediato.
In Italia il più grande giacimento di titanio: impatto ambientale
La motivazione dietro questa scelta può essere attribuita a diversi fattori come il fatto che l’estrazione del titanio è un processo complesso e costoso che richiede tecnologie all’avanguardia e investimenti considerevoli. Le autorità competenti potrebbero non aver reso disponibili o ritenuto convenienti le risorse finanziarie necessarie per avviare l’estrazione.
Inoltre, l’estrazione del titanio può comportare anche un impatto ambientale significativo. Poiché il titanio si trova spesso associato ad altri minerali e composti chimici, l’estrazione potrebbe comportare la produzione di scarti e rifiuti che richiedono un adeguato smaltimento. Le preoccupazioni ambientali potrebbero aver pesato nella decisione di non iniziare l’estrazione del titanio, in favore della tutela dell’ambiente e della sostenibilità.
In conclusione, il più grande giacimento di titanio in Italia rimane inesplorato e inutilizzato per varie ragioni. Sebbene sia un’opportunità notevole dal punto di vista delle risorse, l’estrazione del titanio richiederebbe sforzi finanziari considerevoli, attenzione all’impatto ambientale e una valutazione accurata della competitività nel contesto internazionale dell’industria del titanio.