L’autunno è una stagione di transizione nella quale a fronte del cambiamento climatico che man mano fa registrare temperature in calo, di una ambiente che sembra sempre più rivolgersi verso una condizione di torpore, registra di contro un’esplosione di sapori e colori in cucina. È il periodo dei funghi, dei cavolfiori, delle mele, della zucca, dei fichi, delle pere…
Ci sono diversi di questi alimenti che possono essere usati per intero. Dei quali proprio non va buttato nulla dalla scorza al torsolo, dai gambi alle foglie, vengono impiegati per creare nuove, o vecchie, ricette che utilizzano tutto in barba agli sprechi, seppur partendo sempre dall’idea che deve trattarsi di prodotti da agricoltura biologica, nella quale si è certi non si sia ricorsi ai pesticidi o ad altre sostanze chimiche.
La zucca, ad esempio è un alimento utile a realizzare: zuppe, vellutate, condimenti per primi piatti, contorni. In realtà, però. La buccia è tanta e buttarla è davvero un peccato, soprattutto quando si scopre che può diventare un’ottima pietanza. Se la mettiamo a bollire in poca acqua diventerà una crema eccezionale; mentre se la tagliamo a fettine può trasformarsi in ottime chips di zucca, simpatico come antipasto, fantastico come snack. È presto fatto, basta cuocere la buccia in forno e spolverarla con olio, sale, curcuma e pepe.
Anche i fichi, una volta consumata la polpa si scarta la buccia. Ma anche in questo caso ci sono modi per consumarla. Basta spennellare le scorze con acqua e zucchero e lasciarle essiccare per avere chips di fichi. Ma sono ottime anche per realizzare marmellate.
Anche torsoli e bucce di mele e pere, una volta mangiata la polpa, possono essere reimpiegati. Non si deve fare altro che utilizzarle per un centrifugato. E anche la scorza di melone, tanto tenare può avere un destino diverso dai rifiuti, è, infatti, ottima per realizzare un liquore. È sufficiente mettere a macerare le bucce in alcool puro e zucchero e aspettare che passino dieci giorni per poli filtrare il liquido ottenuto.
Anche dei funghi si può non buttare nulla, pellicina del cappello e la parte del gambo che risulta più dura possono diventare una polvere per condire pietanze. È sufficiente mettere a bollire in poca acqua questi ‘scarti’ finché l’acqua non evapori completamente e, successivamente far essiccare, anche in forno per accelerare questo processo. Ultima fase sarà quella di frullarli per ottenere la polvere da conservare in barattoli di vetro sterilizzati.