Sapete che esiste il decalogo del cliente educato al bar? Ecco, dunque, il bon ton da adottare in caffetteria.
In ogni ambito della vita, le buone maniere fanno la differenza. In questa logica, non è escluso l’atteggiamento da adottare al bar, in particolare nei confronti del barista che ci serve da bere. Scopriamo, dunque, insieme il decalogo del cliente educato in caffetteria.
Decalogo del cliente educato al bar: effettuare una richiesta in modo cordiale
Quando si chiama il cameriere o il barista, al fine di farci servire, spesso si procede alla richiesta, semplicemente pronunciando la parola relativa al nostro ordine, ossia “caffè“, “acqua” e così via.
Prima di effettuare la comanda, dunque, è doveroso salutare, in modo da rispettare il lavoratore della caffetteria che, alla fine, ci servirà al tavolo.
Il cliente non ha sempre ragione
Spesso si dice che “il cliente ha sempre ragione” ma, nei fatti, tale detto non ha sempre riscontro nella realtà. In vari casi, infatti, il cliente effettua delle richieste che non possono essere soddisfatte, in quanto non rispettano le linee guide della caffetteria.
Ad esempio, quando si richiede una bevanda bollente che andrebbe realizzata senza seguire le regole di qualità del bar. Pertanto, è bene attenersi al menu e al modus operandi dell’esercizio in cui ci si trova a bere e mangiare.
Utilizzo della toilette e acqua: servizi non obbligatori
Il titolare non è obbligato a mettere, a disposizione dei clienti, il bagno, nonostante la legge gli imponga di avere servizi igienici.
Lo stesso discorso va applicato anche per quel che concerne l’acqua potabile, che non va necessariamente fornita in via gratuita.
Poter accedere alla toilette o fruire di un bicchiere d’acqua, dunque, rappresentano servizi che sono forniti a discrezione del bar e che, per tale ragione, non devono essere pretesi.
Bere l’acqua prima del caffè
Solitamente, l’acqua va bevuta prima di sorseggiare il caffè, per pulire il palato e prepararlo alla degustazione della bevanda nera. Se lo si beve dopo, si fa intendere che il caffè non era gradevole.
Togliere gli occhiali quando si entra nel bar
Da cliente educato, è bene togliere gli occhiali da sole, nel momento in cui si fa il proprio ingresso in una caffetteria. In questo modo, si può salutare il barista o il cassiere, guardandolo negli occhi, per poi effettuare il proprio ordine.
Evitare cortesie non richieste
Anche se aiutare il cameriere a sparecchiare, al bar o al ristorante, può sembrare una gentilezza, in alcuni casi rappresenta un’azione che può essere da intralcio al corretto svolgimento delle mansioni del dipendente.
Pertanto, bicchieri, tazzine e piatti vanno lasciati sul tavolo. In alcuni contesti specifici, però, ad esempio un bar di quartiere, tale cortesia può essere, invece, molto apprezzata, soprattutto se il locale è particolarmente affollato.
Richieste attinenti al menu
Quando si è al bar, bisognerebbe fare delle richieste semplici e precise, attinenti al menu. Spesso, però, i clienti subissano il barista con ordini insoliti, che si discostano dalle bevande che, di solito, sono servite secondo le regole del bar.
Tra queste, richieste relative a un cappuccino decaffeinato chiaro, a un caffè macchiato caldo al vetro, ma anche latte leggermente macchiato o ginseng in tazza grande.
Sono solo alcune, ma la lista è davvero lunga. Pertanto, il consiglio è quello di richiedere bevande “fattibili“, soprattutto negli orari di maggiore affluenza o nei momenti in cui il barista si trova a fronteggiare ordini da asporto. Il tutto, certamente, tenendo conto dei propri gusti personali.
Ogni bevanda va chiamata nel modo giusto
Al fine di essere un cliente particolarmente educato, è d’uopo definire le bevande con il loro specifico nome. Di solito, quando si è al bancone, si ordina un caffè, ma è un termine estremamente generico che, spesso, non riflette la vera volontà del cliente stesso.
Pertanto, bisogna pronunciare parole più dettagliate, come “espresso“, sforzandosi, in tal senso, di essere più precisi possibili, affinché la propria richiesta sia evasa correttamente.
Non pulire il cucchiaino con la lingua
Anche se per molti è un gesto quasi naturale, bisogna sapere che pulire il cucchiaino con bocca e lingua è un’azione caldamente da evitare, in quanto denota maleducazione e poca eleganza.
Dopo aver girato l’espresso in tazzina, bisogna, infatti, riporlo sul piattino. In seguito, sarà compito del barista riporlo in lavastoviglie per sottoporlo al lavaggio. Inoltre, per quel che concerne i cucchiaini, è bene evitare rumori e tintinnii, soprattutto se si sorseggia il caffè di prima mattina.
È buona educazione, inoltre, accertarsi che la tazza non si separi mai dal piattino. Esistono anche regole chiare su come zuccherare correttamente il caffè.
Bisogna, infatti, mescolarlo muovendo il cucchiaino dal basso verso l’alto e non girando il cucchiaino nella tazza. Questa regola ha anche un ragionamento funzionale: in questo modo, la schiuma sopra il caffè non si sgonfierà.
Quando si beve il caffè, il modo giusto per farlo è posizionare il piattino nel palmo della mano sinistra e prendere la tazzina per il manico con la mano destra, quindi avvicinarla alla bocca, inclinando leggermente la testa all’indietro.
Evitare macchie di rossetto sulla tazza
Le macchie di rossetto sulla tazza, in alcuni casi, sono difficili da rimuovere. Pertanto, se non riuscite a rinunciare a questo prodotto make-up per il trucco mattutino, potete optare per i rossetti no-transfer.
Tra questi, infatti, ci sono le tinte labbra che sono – non solo a prova di bacio – ma anche utili al fine di non trasferire il colore dalle labbra alla tazzina, come accade con i rossetti tradizionali, a base cremosa.
Se, però, le tinte labbra non fanno per voi, potete tamponare le labbra con un fazzoletto, prima di procedere al sorseggio della bevanda: in questo modo, eviterete di trasferire, quantomeno parzialmente, il prodotto labbra sulla tazza.