Chi non conosce la famosa maschera di Pierrot? Con la sua espressione triste e malinconica, la lacrima che cade sul viso, il vestito bianco largo e il cappello nero, è diventato uno dei simboli indiscussi del Carnevale, insieme ad Arlecchino, Pulcinella e Pantalone. Il nome trae tutti in inganno, facendo pensare che si tratti di una maschera di origine francese, ma in realtà l’origine di Pierrot è italiana. Siete curiosi di conoscere la vera storia di questa celebre maschera e come è cambiata nel corso del tempo?
Dall’Italia alla Francia: la maschera con la lacrima sul viso
Timido, ingenuo, dolce, romantico, malinconico e spesso preso di mira dalle altre maschere di Carnevale per le sue disavventure amorose: il Pierrot che oggi tutti conosciamo si presenta come queste caratteristiche specifiche. Non è scaltro né burlone come altri famosi servi, non è furbo e doppiogiochista. A differenza degli altri servitori, non mostra un’ossessione per il cibo e la buona tavola, ma preferisce concentrare tutte le sue energie tra l’amore per Colombina, la quale però non lo ricambia e gli preferisce Arlecchino, e l’amore per la luna. Due amori impossibili dunque i suoi che lo rendono perennemente triste, solitario e malinconico.
Forse proprio per questi tratti del suo carattere, la maschera non ha conosciuto la fortuna che merita e nei secoli ha perso importanza. Tuttavia riesce a tornare alla ribalta nell’Ottocento grazie a Jean-Gaspard Debureau, un mimo francese. Quest’attore a partire dal 1820, grazie alle sue straordinarie performance presso il Teatro dei Funamboli a Parigi, dona un’enorme popolarità alla maschera di Pierrot, trasformandolo in un personaggio muto. Pochi sanno infatti che in origine Pierrot non solo era italiano, ma parlava e aveva una personalità molto diversa da quella che oggi tutti conosciamo. Non era timido né malinconico. Anche il costume odierno con la lacrima sul viso e l’espressione corrucciata è un’invenzione del mimo Debureau.
Le origini di Pierrot
La maschera di Pierrot nasce in Italia nel Cinquecento nel colorito mondo della Commedia dell’Arte, grazie a Giovanni Pellesini della Commedia dei Gelosi. Il suo nome era Pedrolino (ossia piccolo Pedro) ed essendo un diretto discendente della maschera dello Zanni si presenta come un servo dalla doppia personalità, a tratti furbo a tratti ingenuo.
Nel 1673 sbarca sui palchi francesi, durante il regno del Re Sole Luigi XIV. In Francia la maschera non solo cambia nome (la traduzione francese di Pedrolino diventa Pierrot), ma anche personalità. Da astuto e scaltro diventa dolce e romanticone, sfortunato, goffo, poetico e malinconico, ma anche muto. Il suo amore non corrisposto per Colombina e per la luna gli spezzano il cuore. Gli artisti parigini bohémien lo eleggono a loro rappresentante indiscusso.