Sapevate che la Porta dell’Inferno si trova in Campania? Nel cuore dei Campi Flegrei, in provincia di Napoli, c’è un luogo magico e misterioso che ancora oggi suscita interesse e curiosità. Stiamo parlando del famoso Lago d’Averno, quello che secondo Dante e Virgilio era la porta d’ingresso al regno degli Inferi, quello di Ade. Le sue acque cupe torbide protette dalla fitta vegetazione erano temute dagli Antichi Romani poiché lì cessava di esistere la linea che separava il regno dei vivi da quello dei morti. Siete curiosi di saperne di più?
Perché viene chiamato Lago d’Averno?
Prima ancora di Dante, Leopardi, Torquato Tasso e Virgilio, in questo idillico luogo si narra che Zeus abbia sconfitto i terribili Titani. Secondo gli antichi Romani, come narra anche Virgilio nel sesto libro della sua opera Eneide, il Lago d’Averno era la Porta dell’Inferno, ovvero del Regno di Ade. Non a caso fu qui che Enea, dopo l’incontro con la Sibilla nell’Antro di Cuma, inizia la sua discesa negli Inferi per incontrare il padre Anchise.
Il nome dello specchio lacustre è molto interessante. La parola Averno deriva direttamente dal termine latino aornos che vuole dire letteralmente “senza uccelli“. Secondo la credenza popolare tramandata poi dallo scrittore Virgilio nel suo poema epico, neppure nelle giornate di sole più limpide e serene gli uccelli volavano o si avvicinavano alle acque del lago. Il motivo erano le esalazioni solforose che uccidevano all’istante i volatili. Si credeva che tale vapori che fuoriuscivano dal lago erano la prova dell’esistenza sul fondale del fiume infernale Stige guidati da Acheronte, il traghettatore delle anime. In realtà esiste una spiegazione scientifica per questo fenomeno perché il lago altro non è che la bocca di un vulcano “attivo” dei Campi Flegrei.
La Porta dell’Inferno è il Lago d’Averno
Nel corso dei secoli anzi dei millenni sono numerose le figure di eminenti studiosi, scrittori e persino scienziati che hanno collocato la Porta del Regno degli Inferi nell‘Averno a Bacoli in Campania. Anche secondo Galileo Galilei il passaggio per l’oltretomba era il Lago d’Averno e non aveva dubbi che la selva oscura di cui parlava Dante altro non era che il fitto e cupo bosco che circondava lo specchio lacustre flegreo.
Sempre secondo la credenza popolare, la fata Morgana scelse il lago come sua personale dimora.
Nell’antichità sulle sponde del lago sorgevano diversi templi dedicati al culto di Apollo, di cui oggi si conservano le rovine di uno solo.
Oggi le esalazioni solforose sono cessate e gli uccelli hanno ripreso a volare sulle sponde del lago, tuttavia resta il fascino misterioso di un luogo che per millenni è riuscito a incutere timore nei mortali e ad essere identificato come il punto d’accesso per l’Aldidà.