Benché la salsa di soia sia tra le salse asiatiche più famose e conosciute, spesso è utilizzata in modo improprio. Scopriamo meglio quindi l’origine di questa salsa, le sue proprietà e i suoi usi corretti.
Salsa di soia: origini
La Cina è famosa per la sua preparazione di cibi fermentati e la salsa di soia è il cibo iconico per eccellenza che dimostra questa tecnica. Il suo luogo d’origine quindi è abbastanza chiaro mentre la sua storia racchiude centinaia d’anni. A quanto pare veniva usata sin dall’epoca della dinastia Zhou (XII e III a.C.). L’arrivo in Giappone è stato abbastanza facile e questo non ci sorprende. Sin dal VII secolo i monaci buddisti utilizzavano questa salsa per donare un gusto più deciso ai loro piatti a base vegetale. Aggiungendo questa salsa infatti, si poteva conferire un sapore che ricorda quello della carne e del pesce, cibi totalmente vietati in questa religione. Pur avendo avuto il suo massimo sviluppo e successo solo di recente, la salsa di soia ha fatto il suo ingresso in Europa alla corte di Luigi XV (circa 1700).
Oggi esistono molte varietà di questa salsa, eppure tutte hanno il tipico colore scuro e una spiccata sapidità. In linea di massima possiamo dividere la salsa di soia in due gruppi: cinese e giapponese. Quella cinese è “pura” ovvero viene ottenuta esclusivamente dalla fermentazione della soia. Al contrario in quella giapponese troviamo anche il grano che la rende più economica e con un gusto leggermente meno deciso e più dolciastro. A prescindere dalla tipologia comunque vediamo come possiamo utilizzare questa salsa al meglio per valorizzarla e beneficiarne.
Proprietà e utilizzi
Il sapore di questa salsa viene definito dagli asiatici “umami” perché grazie al naturale contenuto di glutammato monosodico, è molto sapida e raggiunge sulla lingua percezioni uniche. Nella maggior parte dei casi la salsa di soia è posta sulla tavola in piccole ciotoline che la rendono perfetta per intingerci all’interno svariati alimenti. Nella cucina giapponese soprattutto è immancabile abbinata al sushi e al pesce crudo in generale. Questa conferisce sapore, più o meno accentuato in base alla quantità che aggiunta.
Comunque viene molto utilizzata anche come ingrediente di cottura di zuppe, primi piatti, minestre e secondi piatti. Ovviamente non manca anche il suo utilizzo in marinature e condimenti come insalate. Una delle proprietà che rende particolarmente immancabile sulla tavola questa salsa è il contenuto di antiossidanti. Il contenuto d’essi appare molto rilevane il che la rende non solo buona da un punto di vista di sapore, ma anche di nutrimento. Essendo un cibo fermentato, non mancano neanche le proprietà digestive. Ad essa infatti viene associata un’agevolazione della digestione e questo è un altro motivo per utilizzarla.
Unico accorgimento che vorremo fare è quello di non eccedere. Se notiamo i giapponesi ne utilizzano veramente dosi irrisorie, mentre noi europei tendiamo ad esagerare. Ma proprio come il sale va utilizzato in maniera moderata, così anche la salsa di soia dovrebbe essere utilizzata con parsimonia.