Presto dovremmo fare a meno di uno dei prodotti che non solo noi italiani, ma tutti nel mondo, consumano quotidianamente in varie forme. Nei banchi frigo dei supermercati mancherà proprio lui: il latte fresco.
Ormai la vita frenetica che siamo costretti a vivere sta modificando il nostro stile di vita. Ogni individuo sta assumendo sempre più abitudini che incidono significativamente sulla salute, intesa come benessere e qualità di vita. Una delle cose che maggiormente sta cambiando è il modo di fare la spesa al supermercato.
Tutto è iniziato a cambiare con l’arrivo della pandemia nell’anno 2020, con una decisione da parte dello Stato Italiano, mai presa prima. Costretti ad un lockdown ci siamo dovuti adattare a non potere più andare al supermercato quando volevamo, o semplicemente andare a fare una passeggiata, ma solo quando era strettamente necessario.
Spesa al supermercato: un prodotto presto sparirà
Con la pandemia e le sue conseguenze, ci siamo ritrovati ad avere le dispense pieni di scorte alimentari e di cibo con una lunga conservazione. Secondo i dati dell’Istat/alimentari dal 2019 ad oggi tantissimi prodotti freschi del banco frigo finiscono nei rifiuti, ed anche questo è un grave problema che riguarda lo spreco alimentare. Non si acquistano più alimenti che hanno una scadenza breve ma solo prodotti che possiamo conservare più a lungo, per nostra necessità e comodità.
L’alimento che maggiormente viene sprecato e di conseguenza buttato è il latte fresco. Infatti i dati indicano che da 3 anni a questa parte gli italiani non comprano più latte fresco proprio per la sua scadenza troppo breve, e come riportato prima evitare lo spreco. Proprio per questo alcune tra le maggiori aziende produttrici stanno pensando di sostituirlo.
Sappiamo riconoscere la scadenza e conservazione del latte fresco?
Non tutti sanno che la data di scadenza del latte fresco è definita da una legge di 15 anni fa secondo la quale il latte fresco deve essere consumato entro il sesto giorno dalla data di produzione, ma nonostante questo 2 giorni prima della scadenza le bottiglie vengono ritirate e gettate perché pare – secondo quanto si evince dai dati relativi alle vendite – i consumatori non lo acquistano più, tutto ciò aumenta anche il problema dello smaltimento della plastica e vetro o altri contenitori.
Secondo gli esperti di microbiologia questa legge 204/2004 deve essere modificata in quanto la tecnologia è notevolmente migliorata e il processo di lavorazione del latte permette di estendere la sua shelf-life.
I cambiamenti da parte di alcune aziende italiane
La notizia di qualche giorno fa è che l’azienda Granarolo, industria alimentare italiana, che opera principalmente nel settore lattiero-caseario, ha deciso non voler più produrre latte fresco proprio per combattere lo spreco. Alla Granarolo si è unita la Centrale del latte di Milano e la Centrale di Calabria. Ciò vuol dire che la data di scadenza si allunga fino a 9-10 giorni dalla data di produzione.
Questo avviene cambiando il processo di pastorizzazione, infatti le aziende hanno deciso di alzare di qualche grado di temperatura la pastorizzazione del latte ottenendo un prodotto più sterilizzato e di conseguenza con una conservazione più lunga. Le aziende, Granarolo in primis, assicurano che il sapore del latte fresco sarà sempre lo stesso, anche la quantità di calcio e di proteine resta assolutamente invariata.
L’unica novità che vedremo sarà sulle confezioni, praticamente non vedremo più la scritta latte fresco di alta qualità ma la frase cambierà in “latte pastorizzato a temperatura elevata di alta qualità”. Un ulteriore provvedimento salva ambiente sarà messo in atto da Granarolo con un’innovativa bottiglia con meno plastica e il tappo che una volta svitato rimane attaccato alla bottiglia consentendo all’azienda circa 350mila kg di plastica in meno all’anno.