Un amatissimo alimento potrebbe sparire ben presto dagli scaffali dei supermercati. Cosa fare? Iniziare subito a farne scorta prima che sia troppo tardi!
I consumatori italiani hanno tutti un amatissimo alimento a cui non sanno rinunciare. Potrebbe essere la marca di un caffè, di una confezione di biscotti oppure di un tè verde dalle grandi proprietà benefiche.
Quindi, quando si recano al supermercato e non lo trovano perché è finito, rinunciano al prodotto specifico piuttosto che acquistare l’equivalente di un’altra marca.
Cosa faranno adesso molti di loro quando non troveranno più questo amatissimo alimento nei supermercati? Forse farebbero bene a farne scorta fin da subito.
A mettere in guardia i consumatori sulla prossima assenza di questo alimento consumato spesso sono gli esperti. La causa? L’attuale crisi alimentare e idrica. Vediamo di cosa si tratta.
La scorsa stagione estiva, l’Italia è stata nella morsa dell’afa e della calura, che ha causato una grossa crisi idrica soprattutto nel Nord.
A questa si è aggiunta la carenza di materie prime, soprattutto a causa della guerra tra Ucraina e Russia, che ancora purtroppo dura.
Dopo la fine della pandemia di Covid-19, i consumi sono ripresi ma l’inflazione è aumentata, con la conseguente importazione e produzione di cibo diventate più difficoltose.
Tutto questo è dovuto all’aumento vertiginoso del prezzo delle materie prime fondamentali per produrre derrate alimentari.
Ovviamente, gli esperti hanno iniziato a fare le loro stime, affermando che, a livello mondiale, i prezzi dei beni alimentari sono schizzati come non accadeva da 32 anni.
La crisi ucraina ha innescato un pericoloso meccanismo che, se non rallenta, rischia di portare i prezzi di gas ed energia a soglie mai viste.
Se a ciò si aggiunge la crisi climatica e le speculazioni, il punto di non ritorno potrebbe essere ben presto toccato.
In base alle stime fatte ultimamente da Oxfam, a pagare il prezzo più alto sarà proprio la fascia più povera della popolazione.
La previsione è che entro la fine di quest’anno più di 800 milioni di persone saranno in condizioni di insicurezza alimentare estrema. Gli esperti prevedono anche che il numero di poveri salirà a 263 milioni.
L’inflazione alimentare condiziona la capacità di spesa da parte delle famiglie. Nei Paesi africani della zona subsahariana, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari ha toccato quota 40%, mentre nei Paesi sviluppati l’inflazione raggiunge il 17%.
Secondo il vice-direttore della FAO Maurizio Martina, è il gioco speculativo degli intermediari finanziari a influenzare l’inflazione alimentare.
Crisi alimentare, siccità e scarsità d’acqua fanno sì che valga la pena di fare scorta di questi alimenti sugli scaffali dei supermercati.
L’esportazione di grano bloccata da parte del Presidente della Federazione Russa ha portato a un aumento dei costi di produzione per tutti i prodotti cerealicoli. Anche l’India ha sospeso le esportazioni di grano.
Si prevede che tutti i prodotti a base di grano diventeranno più costosi e difficilmente reperibili. Questa crisi alimentare ha causato un aumento del costo della vita, con il rischio che il cibo venga razionato.
Quindi conviene fare scorta di tutti i prodotti che sono ricavati dal grano, come pane, biscotti, pasta, brioche e altro.
Stesso discorso vale per il riso, la cui produzione e importazione diventa sempre più complessa. Ciò perché richiede molta acqua per crescere.