Scopriamo insieme le varietà di tartufo più consumate in tavola e, in generale, quelle più conosciute al mondo.
Esistono diverse varietà di tartufo, ognuna con la sua bontà e particolarità. Scopriamo insieme quelle più consumate in tavola.
Le colline sanminiatesi sono una delle zone più prospere d’Europa per la coltivazione del tartufo bianco Tuber Magnatum Pico, conosciuto anche come “cibo dei re”.
Il Tartufo di San Miniato ha uno strato esterno lucido e una polpa di colore che varia dal castano al nocciola. Il profumo forte e il sapore gradevole ricordano quello del formaggio fermentato.
Il Tartufo Nero Liscio è un tartufo raramente reperibile che cresce nella stessa zona del Tuber magnatum. Questi tartufi, possono resistere alla siccità.
L’esterno è bruno-rossastro con verruche, mentre l’interno è bruno-biancastro e diventa bruno-ruggine raggiunta la maturità, tra agosto e settembre. L’aroma è simile a quello del tartufo bianco, ma il sapore è più agliaceo. Questi tartufi crescono insieme a pioppi, salici, carpini e querce.
Il Tartufo di Bagnoli è un tartufo che si raccoglie da ottobre a marzo e cresce in boschi su terreni calcarei e argillosi con querce, carpini, faggi, aceri e noccioli. Il suo aroma ricorda quello delle mandorle amare.
L’esterno è nero o marrone con piccole verruche. L’interno è giallastro, grigio o marrone. Anche il sapore è amaro, il che lo rende poco appetitoso e poco apprezzato. Si consuma crudo, rasato sottilmente su varie pietanze.
Il tartufo moscato è un tartufo invernale, raccolto da gennaio a marzo. Cresce dove il terreno è almeno di media profondità, in collina, pianura o montagna, in simbiosi con querce, faggi, noccioli e carpini.
L’esterno è nero con verruche basse e appiattite, mentre l’interno è grigio o marrone con venature bianche. L’aroma è pungente, ma meno intenso di quello degli altri tartufi neri. Il sapore è gradevole.
Il tartufo bianco d’Alba è un rarissimo tartufo bianco italiano, che si trova ad Alba, per l’appunto, da ottobre a dicembre. Cresce anche in Istria, in Croazia. I tartufi di questa varietà si trovano nei pressi di specifici alberi, come il nocciolo, il pioppo, il faggio e la quercia.
Il loro ricco sapore e aroma sono spesso descritti come ammuffiti, terrosi, cipollati, formaggiosi e agliosi. All’interno, questi tartufi color crema chiaro o marrone hanno un interno bianco cremoso, crivellato di venature avorio. Si abbinano molto bene con formaggio, granchio, manzo e pollo.
Il bianchetto, noto anche come Tartufo bianco primaverile, è diffuso in tutta la penisola. L’esterno è molto simile a quello del Tartufo bianco d’Alba e si raccoglie da gennaio a fine aprile.
Il bianchetto ha la superficie liscia, di colore bianco pallido, mentre l’interno è bruno-rossastro con venature ruvide, larghe e ramificate, di colore biancastro che col tempo virano al marrone. L’aroma è intenso e ricorda l’aglio, mentre il sapore non è particolarmente gradevole.