Uva passa e uva sultanina, in cosa differiscono? Scopriamo insieme le caratteristiche di questi due deliziosi prodotti.
Sicuramente avete già sentito parlare di questi frutti, ma vi siete chiesti quali siano le differenze che intercorrono tra gli stessi. Cerchiamo di fare chiarezza.
Uva passa
L’uvetta proviene principalmente dalla varietà Thompson Seedless, anche se, sul mercato, ci sono altre varietà, tra le quali possiamo annoverare Lexia, Waltham Cross e Muscat, provenienti dall’Australia.
Sono realizzate con il metodo tradizionale dell’essiccazione al sole per tre settimane o utilizzando una macchina disidratatrice.
Nel corso del processo di essiccazione assumono una colore marrone scuro. L’uvetta è più grande dell’uva sultanina. Per quanto riguarda la consistenza, sono morbide e rugose.
Sul piano del sapore, sono naturalmente dolci: pertanto, si possono immergere nel liquore per fare rum e randy, perché ne esaltano il gusto.
Uva sultanina
L’uva sultanina è ottenuta da uve verdi senza semi, prodotte prevalentemente in Turchia. È, però, prodotta anche negli Stati Uniti, dove è chiamata “uvetta dorata” (o golden, in inglese) o “uvetta sultanina“.
L’uva sultanina è conservata con anidride solforosa, lo stesso composto chimico utilizzato nella vinificazione, per prevenire l’ossidazione e conferire all’uva sultanina il suo colore dorato chiaro. Cosa che non avviene per l’uva passa.
Alcune uve sultane sono, inoltre, anche ricoperte con olio vegetale prima dell’essiccazione, in modo da essiccarla più velocemente.
Benefici nutrizionali
L’uva passa e la sultanina sono ricche di zuccheri naturali, rispettivamente 17 grammi, 21 grammi e 19 grammi. Queste uve secche contengono anche quattro volte più fibre, minerali e vitamine rispetto all’uva fresca.
Inoltre, 28 grammi di uva secca contengono circa 1 o 2 grammi di fibre, ovvero circa il 4-8% del fabbisogno giornaliero.
Gli alimenti ricchi di fibre possono anche tenere sotto controllo l’insorgere del diabete, di malattie cardiache e dell’ipertensione.
C’è da dire, però, che l’uva secca contiene meno vitamina C e vitamina K rispetto all’uva fresca. L’uvetta, infine, migliora i livelli di zucchero nel sangue, aumentando, nel contempo, il senso di sazietà. Inoltre, è capace di abbassare la pressione sanguigna.
Usi in cucina
Questi due tipi di uva secca sono un contorno versatile per qualsiasi alimento, poiché sono di ridotte dimensioni, che permettono di sgranocchiarle ovunque ci si trovi.
Poiché hanno proprietà simili, possono essere facilmente sostituiti tra loro. L’uvetta può essere accostata, ad esempio, a un buon piatto di formaggi, in quanto si sposa bene con formaggio cremoso, ma anche con noci e cracker.
Creano una combinazione perfetta anche con le insalate, poiché aggiungono un po’ di succosità e dolcezza alle verdure a foglia croccanti.
Ricordatevi di conservare entrambe le tipologie in un luogo fresco e asciutto, al riparo dalla luce solare, in modo che non si secchino ulteriormente. Per prolungarne la durata, infine, vi consigliamo di riporle in frigo.