Sapere quali sono i salumi magri, quelli che presentano un contenuto di grassi più ridotto rispetto ad altri salumi può essere vantaggioso per una dieta sana.
Questo può contribuire a mantenere un bilancio calorico equilibrato e a ridurre l’assunzione di grassi poco salutari.
Salumi italiani per una dieta varia ed equilibrata
I salumi italiani rappresentano un’eccellenza nella produzione agroalimentare del nostro paese e sono spesso scelti come soluzione pratica per una cena già pronta. Tuttavia, è importante consumarli con moderazione.
I salumi italiani sono famosi per la loro qualità e varietà di gusti. Tuttavia, sono anche alimenti ricchi di grassi saturi e sodio. L’elevato contenuto di grassi saturi può aumentare il rischio di problemi cardiovascolari, mentre un’eccessiva assunzione di sodio può influire negativamente sulla pressione sanguigna e sulla salute in generale.
Per gustare i salumi italiani in modo sano, è consigliabile seguire alcune linee guida. Innanzitutto, è importante limitarne la quantità e la frequenza di consumo. Optare per porzioni più piccole e consumarli occasionalmente permette di apprezzarne il sapore senza esagerare con l’apporto calorico e di grassi.
Se si è in una fase di pigrizia o indaffarati per cucinare anche piatti semplici e rapidi, si può scegliere tra due opzioni: usare i legumi o il pesce conservati in lattina, oppure optare per salumi e insaccati, una delle tante specialità gastronomiche italiane.
Alimenti pronti, digeribili e poveri di grassi
Tutti questi alimenti sono pronti per essere serviti, rappresentando un secondo da portare in tavola velocemente . Tuttavia, sono molto diversi tra loro: il pesce e i legumi sono cibi che dovremmo includere più spesso nella nostra alimentazione, poiché sono ricchi di proteine facilmente digeribili e poveri di grassi. Al contrario, i salumi e gli insaccati non dovrebbero mai essere consumati in eccesso.
Numerose ricerche scientifiche hanno confermato che i salumi e gli insaccati dovrebbero essere consumati in modo occasionale, come un’eccezione, riservandoli per momenti speciali e pregiati.
Il motivo risiede nel fatto che, oltre al sale utilizzato come conservante, sono anche ricchi di grassi saturi, che contengono molecole “pro infiammatorie”. Se consumati frequentemente (cioè più volte nella settimana), questi alimenti possono esporci al rischio di malattie croniche nel lungo termine.
Pertanto, è importante fare attenzione al consumo e limitare l’assunzione di salumi e insaccati. Dovrebbero essere considerati come una gustosa eccezione, riservata a momenti speciali, anziché farne un elemento regolare della nostra dieta. In alternativa, è consigliabile privilegiare il consumo di pesce e legumi, che offrono una fonte di proteine salutari e con un profilo lipidico più favorevole.
Ricordiamoci sempre di seguire una dieta equilibrata, in cui ogni alimento viene consumato con moderazione e consapevolezza dei suoi effetti sulla salute a lungo termine.
Salumi DOP e IGP
Quando si presenta l’opportunità di gustare salumi, è importante fare una scelta oculata. È consigliabile optare per scelte oculate e di qualità, come quelli italiani con denominazione di origine protetta (DOP) e indicazione geografica protetta (IGP), in quanto offrono ulteriori garanzie riguardo alla selezione delle materie prime e alle lavorazioni senza l’aggiunta di sostanze additive.
Se si sta seguendo una dieta, è consigliabile optare per salumi più magri. Indipendentemente dalla scelta, è importante limitare le porzioni a 50 grammi, che corrisponde alla quantità nella settimana consigliata dalla Società Italiana di Nutrizione. Di seguito sono elencati alcuni dei salumi più magri da considerare.
Quali sono i salumi magri: Bresaola
La bresaola è un salume ottenuto da diverse parti del bovino, come la punta d’anca, il magatello, la fesa, la sottofesa e il sotto-osso. Viene salata, essiccata e stagionata con aromi e spezie.
È considerata uno dei salumi meno calorici, con circa 150 calorie per ogni 100 grammi. È anche una fonte eccellente di proteine e contiene vitamine del gruppo B, che sono benefiche per la circolazione, e sali minerali come zinco e fosforo. Tuttavia, è importante notare che la bresaola è molto ricca di sale. La quantità da assumere settimanalmente è di 50 grammi.
Prosciutto cotto
Il prosciutto cotto è ottenuto dalla coscia del suino che viene lavorata con acqua, sale e talvolta, anche se sempre meno frequentemente, proteine del latte (quindi non è indicato per chi è intollerante al lattosio) e polifosfati.
È uno dei salumi italiani più consumati grazie alla sua versatilità in cucina, al suo gradimento tra i bambini e al costo inferiore rispetto al prosciutto crudo. In media, ogni 100 grammi di prosciutto cotto contiene circa 130 calorie e 8 grammi di grassi. La quantità di sale è intorno al 2%, inferiore rispetto ad altri salumi, ma comunque significativa. La dose consigliata è di 3-4 fette a settimana.
Quali sono i salumi magri: Tacchino arrosto
La fesa di tacchino arrosto è un altro salume molto versatile e molto apprezzato dai bambini. Questo affettato viene preparato utilizzando il petto di tacchino disossato, pulito e condito con una miscela di sale e spezie, per poi essere affumicato.
L’apporto calorico varia in base al tipo di prodotto, ma in media 100 grammi di fesa di tacchino arrosto contengono circa 104 calorie, con un contenuto di proteine di 24 grammi e solo 1.2 grammi di grassi. La dose consigliata è di 3-4 fette di dimensioni medie.
Quali sono i salumi magri: prosciutto crudo
Il prosciutto crudo è considerato il re dei salumi, e in Italia questa definizione comprende molte varietà e eccellenze regionali. La lavorazione di base coinvolge la coscia di maiale con l’osso e la cotenna esterna, che vengono ricoperti di sale come metodo di conservazione.
Alcune versioni prevedono anche l’aggiunta di grasso di maiale. Il prosciutto crudo è ricco di proteine e minerali, e in media, se consumato senza il grasso, contiene circa 159 calorie per 100 grammi ed è caratterizzato da un alto contenuto di sale. Come gli altri salumi, è consigliabile consumarlo con moderazione, limitandosi a 3-4 fette settimanali.