I salumi, per forza di cose, devono contenere del sale. Scopriamo, però, qual è quello che è più a basso contenuto di sodio.
Ci sono svariati tipi di salumi, e, a dire la verità, ce n’è uno in particolare che contiene molto meno sale di altri.
I salumi freschi e i salumi in vaschetta
I salumi sono degli alimenti, di certo, decisamente apprezzati da tutti gli amanti della carne.
Questo termine, quindi, definisce gli insaccati e i prosciutti che possono essere costituiti da carne salata, cotta o cruda.
Naturalmente, come si può notare in qualsiasi supermercato, ci sono veramente tante varietà, dandoci persino l’imbarazzo della scelta.
In genere, quindi, è possibile scegliere tra i salumi freschi, quelli, cioè, venduti al banco della salumeria, e quelli, invece, in vaschetta.
Anche per quanto riguarda questi ultimi, quindi, possiamo trovare esposti numerosi tipi, caratterizzati persino da prezzi differenti, dal più economico a quello più costoso.
Oltre a essere gustosi, sono anche peraltro piuttosto comodi quando non si ha molto tempo per preparare un pasto elaborato e si ha bisogno di mangiare qualcosa di già pronto.
Il salume in vaschetta, quindi, una volta che lo portiamo a casa, e che, magari lo abbiamo già aperto, è bene conservarlo nel piano più basso del frigorifero e in un contenitore ermetico per evitare che, ben presto, si indurisca.
Inoltre, è meglio consumarlo entro perlomeno cinque giorni dall’apertura. I salumi freschi, invece, dovrebbero essere mangiati appena dopo l’acquisto, poiché già a partire dal giorno dopo potreste notare un certo deperimento e un colore più scuro e meno invitante.
Come si accennava poc’anzi, quindi, le tipologie italiane di salumi sono davvero tante e suddivise per Regione, anche in relazione alla sigla DOP, che sta per Denominazione di Origine Protetta, e IGP, che significa Indicazione Geografica Tipica.
Non è questa la sede per elencarle tutte, ma, possiamo, perlomeno, menzionarne qualcuna. A tal proposito, ricordiamo Bresaola della Valtellina, Capocollo di Calabria, Speck dell’Alto Adige, Zampone di Modena , e via discorrendo.
Il salume a basso contenuto di sodio
Comunque sia, al di là dei diversi sapori e caratteristiche peculiari, c’è un comune denominatore che accomuna i salumi e gli insaccati.
Infatti, all’interno di ognuno di essi troviamo del sale. Quest’ultimo, infatti, è molto importante nel processo di produzione e di conservazione.
Anche se, al giorno d’oggi, pare proprio che l’industria alimentare abbia deciso di provare a ridurre il quantitativo di sale, usando meno sodio, e talvolta preferendo, invece, il cloruro di potassio, i fosfati vari additivi naturali.
In genere, inoltre, gli affettati che contengono meno sale sono quelli cotti che, per l’appunto, non hanno bisogno di una stagionatura.
E, al contrario, quelli più salati sono il prosciutto crudo e il salame che hanno bisogno necessariamente dell’azione antibatterica del sale.
Ma, stando ai risultati dell’analisi condotta da Centro di ricerca per gli alimenti, sembrerebbe, per l’appunto, che attualmente sia piuttosto diminuito il contenuto di sodio all’interno dei salumi.
Così, tra quelli meno salati troviamo la pancetta arrotolata, costituita da soli 3 grammi di sale e la mortadella che possiede 2,4 grammi di sale.
Anche lo speck ha visto un leggero calo, all’incirca del 19 per cento, dato che, al momento, possiede 4,1 grammi di sale. Sul primo posto del podio, quindi, si piazza il prosciutto cotto con 2,1 grammi di sale.