Se amate il mondo delle erbe fate bene attenzione a quelle che avete intenzione di mangiare. L’erba spontanea più velenosa in circolazione potrebbe finire nei vostri piatti e procurarvi non pochi problemi.
Gli amanti delle erbe non dovrebbero sottovalutare mai il loro potenziale, sia in positivo che in negativo. Molti nutrizionisti consigliano di bere tisane e infusi. Tutti sanno che le verdure in generale fanno bene. C’è però un’erba in particolare a cui dovremmo fare particolarmente attenzione.
Si tratta di un tipo di erba, nota comunemente come “Pianta di Socrate”. È un’erba spontanea altamente velenosa. Oggi vi riveleremo cosa può comportare ingerirla e il motivo del suo singolare soprannome.
Per evitare di mangiarla per sbaglio, seguite fino in fondo la spiegazione.
Qual è l’erba spontanea più velenosa in circolazione?
Solo i più esperti conoscono le proprietà delle varie erbe esistenti. L’erba spontanea più velenosa che esista in circolazione però è sempre bene saperla riconoscere. Stiamo parlando, ovviamente, della Cicuta maggiore (Conium maculatum). Si tratta di un’erba che contiene, in notevoli quantità, alcaloidi tossiche potenzialmente mortali per l’essere umano. Nel nostro paese è molto diffusa, ma spesso viene confusa con una comunissima erba selvatica che può tranquillamente essere commestibile.
Le sue caratteristiche sono singolari. Ha, infatti, una radice carnosa bianca molto spessa. Il suo fusto può essere molto alto, può arrivare a superare anche i 2 metri. È però un fusto cavo all’interno e sulla superficie del gambo manifesta almeno minute macchie di color rosso vinaccia.
Questa pianta dà fiori bianchi. Le sue foglie hanno una forma triangolare e sono piuttosto grandi. Fiorisce da aprile ad agosto, quindi è in questo periodo che può capitare di incontrarla. Ha un odore molto intenso, non proprio gradevole se si considera che somiglia molto a quello emanata da una comune pipì di gatto.
Si trova per lo più in campagna, soprattutto nelle zone collinari. Questa erba predilige i luoghi freschi, riparati dal sole. Quindi, predilige i sentieri umidi dei boschi e dei fiumi. Ma non disdegna nemmeno il bordo siepe o i terreni incolti.
La cicuta: quali effetti ha sull’uomo
Quest’erba è caratterizzata da ben cinque sostanze alcaloidi che possiamo definire molto tossiche, infatti, appartengono alla classe delle neurotossine. Proprio per questo si è caratterizzata l’appellativo di erba spontanea più velenosa in natura. Se ingerita, può provocare molti sintomi gravi: salivazione eccessiva, tremore muscolare molto forte, delirio e anche spasmi incontrollabili.
In alcuni casi, può portare persino alla morte come conseguenza di una paralisi respiratoria. Agisce piuttosto velocemente nel nostro corpo: bastano 15 minuti per avere già i primi effetti. È chiaro che con la cicuta, un avvelenamento diretto è un evento piuttosto raro. Il forte odore che la pianta emana la rende ben riconoscibile.
Alcuni animali, come gli uccelli, per fortuna ne sono immuni. Alcuni la mangiano senza problemi, accumulando però tossine nella carne. Ed è proprio mangiando questi uccelli che possiamo subire un avvelenamento indiretto senza nemmeno accorgercene. Bisogna però fare attenzione a non confondere la cicuta con altre specie spontanee commestibili che possono somigliarle.
Una di queste è senz’altro il cerfoglio o il prezzemolo selvatico (in alcune regioni, la cicuta viene infatti apostrofata come ‘finto prezzemolo’) o della carota selvatica. Da quest’ultima la si può distinguere per il colore diverso dei suoi fiori. Di certo, la cosa migliore da fare, quando si ha dubbi circa la vera identità di una pianta, è evitare di mangiarla o consultare un esperto del settore.
Ma quanta cicuta serve per provocare la morte? Dipende: la concentrazione delle tossine varia, ogni parte della pianta ne ha un quantitativo diverso. Sicuramente i frutti sono più tossici soprattutto se maturi. La dose mortale per l’uomo è una mancia di grammi di frutti verdi.