Oramai sono più di dieci anni che si parla in modo assiduo dell’inquinamento, sia nel nostro paese che nell’intero globo. Nel tempo ha raggiunto livelli molto preoccupanti che hanno messo in allarme tutti o quasi. Si sta provvedendo a come cercare di ridurlo, visto gli ingenti danni, riguardo soprattutto gli effetti catastrofici che sta avendo sul nostro clima.
Sono discorsi fatti e rifatti centinaia di volte, promesse su promesse nel cercare di salvaguardare il mondo dai cambiamenti climatici, ma di concreto non c’è mai stato nulla. E questo vale anche per il nostro paese, l‘Italia. Le maggiori cause dell’inquinamento sono il traffico motorizzato, dove ogni giorno milioni milioni di autovetture circolano sulle strade, ed a pagarne le cause sono con la percentuale più alta i centri cittadini.
Tante persone ancor oggi rifiutano di spostarsi, andare a lavoro in tram o altri mezzi, in modo da ridurre notevolmente il numero di automobili che circolano. Ma non è da meno l’inquinamento dovuto alle grandi industrie, alla combustione della legna e l’agricoltura. Quest’ultima forse è quella a recare meno danni.
Negli ultimi 30 anni il settore industriale è cresciuto esponenzialmente, in questa epoca caratterizzata dallo sviluppo industriale/commerciale le preoccupazioni sono state minime, si pensava ad altro e non ai danni che tutto questo con il passar del tempo avrebbe potuto creare.
L’inquinamento atmosferico non dev’essere assolutamente sottovalutato, perché oltre a recare danni al clima, un altro aspetto sul quale incide negativamente è la salute dell’essere umano, che provoca migliaia di morti l’anno. Da alcuni controlli effettuati, risulta che tutta l’Europa ha un numero molto elevato di decessi collegati all’intossicazione provocata dall’inquinamento e purtroppo l’Italia rientra tra i primi paesi con il numero più alto.
In Italia l’inquinamento colpisce nord e sud, ma sicuramente al nord sono più numerose. La capolista tra le città più inquinati d’Italia è Torino, subito dopo c’è Cremona, e a seguire Milano ed Alessandria.
Per trovare una “soluzione”, ci sono voluti anni e, tutt’ora si rivela solo temporanea e non risolutiva a lungo termine. Sarebbe necessario inventare qualcosa che cambi le cose da un momento all’altro ma questa è utopia: ci vorrà tempo per poter vedere se tutti questi cambiamenti messi in atto porteranno ad un qualcosa di concreto.
Alcune associazioni, tra queste Legambiente, hanno proposto varie cose per un cambiamento radicale, da permettere una riduzione dell’inquinamento atmosferico, passare dalla zona a traffico limitato (ZTL) alla zona a zero emissioni (ZEZ).
Mettere in circolazione più mezzi privati e pubblici elettrici ed abbassare i costi di acquisto del biglietto, principalmente per i lavoratori che hanno bisogno quotidianamente si spostarsi. Altra cosa da cambiare e migliorare è quello del settore energetico, lo stesso vale per quello pubblico e privato, trovando delle soluzioni con energie alternative.
Negli ultimi giorni si è parlato anche di togliere dalla circolazione definitivamente tutte le automobili Diesel entro il 2030/2035 con degli incentivi da permettere al privato di acquistare una macchina elettrica o un ibrida. Sono piccoli sforzi che messi tutti insieme a lungo andare potranno portare un gran beneficio all’Italia e non solo, visto che i danni provocati dall’inquinamento e d’interesse di tutti.