Vi siete mai chiesti qual è la città più industrializzata e produttiva in Italia? Di certo, rimarrete stupiti da chi si è aggiudicata il primato.
Nel 2015, è stato riscontrato un aumento del livello di produttività lavorativa in Italia del circa +2,5%. Il più alto coefficiente si è registrato nell’est del settentrione (+3,4%). Nella regione del Nord-Ovest, lo stipendio medio per lavoratore è il più alto di tutti: più di 2000 euro. Si tratta di una cifra molto superiore alla media italiana. La Lombardia è in testa alle classifiche regionali, con un valore aggiunto di circa 17 miliardi della nostra moneta europea.
Nell’anno 2016, in ben 41% dei comuni italiani l’aumento del valore aggiunto ha superato quella media italiana ( circa del 5% in relazione al 2015). Una concentrazione superiore di questa performance si è registrata nell’est del settentrione, in particolare nella regione veneta e nel Friuli. Lì, gli stipendi e la produttività sono risultati essere di gran lunga migliori.
Qual è la citta più industrializzata e produttiva in Italia? Il nome che non ti aspetti
Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat riservato ai dati economici relativi alle imprese locali, il Lazio è passato dal terzo al secondo posto nella classifica italiana del valore aggiunto (in euro circa 80 miliardi), grazie alla significativa evoluzione del settore dei servizi. Nella parte nord-orientale del paese, la produttività è aumentata in modo più costante.
Il 2016 è stato un anno di buone notizie per le industrie e servizi italiani. Il valore aggiunto italiano che queste hanno generato è aumentato quasi del 5% comparando i dati a quelli dello scorso anno. Un’impennata in particolare si è avuta al Centro e nella parte este del Nord Italia, dove c’è stato un aumento di circa il 6% e del 5,2%. Pensate che il settore dei servizi ha generato il 66% del tasso di crescita, che è stato particolarmente elevato nella regione Centrale (+6,6%).
In sintesi, la distribuzione del valore suddetto non è cambiata in modo significativo. A livello nazionale, la maggior parte del valore aggiunto proviene dalle regioni settentrionali: il Nord-ovest al 37,5%, il Nord-est al 25,3%, il Centro a circa il 21% e il Sud al 16,6%.
Nonostante una tendenza generale in calo, il fatturato registra un lieve aumento nelle regioni del Nord-ovest ( un debole +0,3%). Gli stipendi medi per i lavoratori dipendenti in Italia corrispondo a circa 26 mila euro, con cifre più alte al Nord (circa 30 mila euro nella zona ovest del Nord e poco più di 25 mila nella parte est). Dal 2015, si registrano gli aumenti decisamente più consistenti nella parte est del Nord Italia (poco più del +1%) e nell’ovest ( un + 0,6%), mentre gli stipendi per lavoratore restano invariati (-0,1%) al Mezzogiorno e si riducono di circa 0,6% al Centro.
Ecco qual è la città più industrializzata: la crescita del Lazio
Oggi proveremo a svelarvi qual è la città più industrializzata in Italia analizzando alcuni dati dell’Istat. Il Lazio ha registrato una crescita costante, rispetto all’anno precedente (+8,3%), raggiungendo un punteggio tale da superare la regione Veneto nella classifica. Tuttavia, la regione che più di tutte ha fatto registrare la variazione percentuale maggiore è stata il Molise ( con circa il +9%).
Il Lazio ha visto un significativo aumento del suo PIL (+8,3%), portandolo a superare il Veneto nella classifica delle economie regionali. Tuttavia, la regione che ha registrato la crescita più consistente è stato il Molise (+8,8%).
La Lombardia rimane in testa alla classifica dei contributi al valore aggiunto del paese nel settore dei servizi, aumentando rispetto all’anno precedente del 5,7%. Il Lazio segue da vicino, con un aumento del 8,2% e un’incidenza notevole sul complessivo apporto nazionale di 0,4 punti percentuali. Anche il Veneto, ma anche Trento e la regione Calabria hanno mostrato tassi di crescita maggiori della media italiana.
Le quattro regioni industriali più importanti in Italia (Lombardia, Lazio, Veneto e Emilia-Romagna) hanno registrato un aumento del valore nazionale dell’industria di oltre 8 miliardi di euro nel 2015 rispetto al 2015. Gli incrementi maggiori rispetto alla media del paese si riscontrano in Molise ( circa il +15 %), Lazio (circa il +9 %) ed Emilia-Romagna (+5,5%).
In termini di produttività, a livello nazionale Lombardia e provincia autonoma di Bolzano/Bozen sono i due maggiori motori economici con un valore di circa 58 mila euro e 57 mila euro, rispettivamente. Simbolicamente, quindi, possiamo definire Milano la città più industrializzata. Anche il Lazio si distingue con 51,5 mila euro all’anno nell’industria e nei servizi.
Analizzando i dati dall’anno 2015, il Molise è la regione con la più grande variazione della produttività ( circa + 6%). Questo aumento è principalmente dovuto al settore industriale in cui gli occupati sono rimasti pressoché invariati rispetto all’aumento del valore suddetto. Al secondo posto troviamo Trento ( con poco più di un + 4 %) e il Lazio (+4%).
Le piccole e medie imprese sono un elemento fondamentale della nostra economia. Sostengono l’occupazione, creano posti di lavoro, contribuiscono alla crescita economica e forniscono nuove opportunità.
Come sono messe le PMI: le imprese italiane piccole e medie
Piccola e media impresa (PMI) rappresentano l’ossatura della nostra produzione, contribuendo al 80% del valore aggiunto in ben quattro comuni su 5. Se parliamo di grandi aziende, queste sono prevalenti appena in 1 comune su 100; ma se consideriamo solo il settore manifatturiero, la proporzione è già del 2%. I comuni maggiormente concentrati sono quelli del Friuli-Venezia Giulia (circa il 3 %) e del Piemonte ( poco più del 2 %). Se consideriamo il settore manifatturiero, hanno un ruolo predominante Toscana (con poco più del 3,5%), Abruzzo ( poco più del 3 %) e Lombardia (poco al di sotto del 3%).
La maggior parte del valore aggiunto relativo alle imprese esportatrici proviene dall’area settentrionale del Paese. Il Nord, infatti, è ancora in testa per quanto riguarda la produttività di valore aggiunto.
Le regioni più produttive sono l’Emilia-Romagna (con circa il 74%), Friuli ( circa il 73 %) e Veneto ( poco più del 72 %). Al centro si distingue la regione delle Marche con un valore del 64,6%, mentre al Mezzogiorno brilla la Basilicata (con poco più del 54,2%).
I territori in cui più della 50% del valore suddetto è prodotto da strutture locali di imprese che si occupano di esportare il settore manifatturiero ammontano al 53,5%. Queste unità si trovano sia nei sistemi urbani territoriali altamente specializzati, sia nei sistemi manifatturieri locali.
Il Mezzogiorno offre molte produzioni di alta qualità
Nel Mezzogiorno emergono alcune straordinarie realtà produttive che sono responsabili di più della metà del valore aggiunto di tutti i settori a livello nazionale. Ad esempio, le attività marittime e portuali hanno generato circa il 62 % del valore aggiunto a livello nazionale; anche le attività turistiche, in particolare quelle dei villaggi turistici e la gestione di luoghi ricchi di storia e attrazioni sullo stesso livello di importanza, rappresentano una considerevole ricchezza per il sud Italia, con poco più del 50% e del 48% del valore totale rispettivamente. In queste attività la Sardegna, la Puglia e la Sicilia hanno un ruolo fondamentale.
L’industria spaziale, con particolare riferimento alla Manutenzione e Riparazione di aeromobili e veicoli spaziali, vede il sud detenere quasi il 54 % del valore aggiunto nazionale, in particolare nella Campania (37%).
Da segnalare poi l’attività della filiera dell’agro-industria come il filone che si occupa della produzione di malto ( circa il 46 %), presente soprattutto in Basilicata, o ancora quella relativa all’estrazione e produzione di olio da olive principalmente non locali (44,8%) con una concentrazione maggiore nella Puglia (24%), senza dimenticare il settore della frutta e degli ortaggi (escluse bevande) – (44,3%), prima fra tutte le regioni Campania (28%) seguita dalla Puglia (circa il 7%).