Chi non ricorda la favola di Esopo la volpe e l’uva? Ecco che quel grappolo maturo dagli acini croccanti, tanto desiderato dalla volpe perché inarrivabile è diventato il simbolo della linea bio di questa azienda che si trova a San Severo, a nord di Foggia, nell’area settentrionale della Capitanata. Una moderna struttura produttiva, 13 ettari dei quali 6 coltivati a vigneto ed i restanti ad uliveto. In cantina Federica, giovane enologa, al marketing la sorella Manuela: grande passione, tanta energia positiva e quel tocco di femminilità che non guasta e che si vede nella grafica delle etichette e nella loro presentazione.
Abbiamo scelto di assaggiare il bianco Sogno di Volpe vitigno Bombino che coltivato con attenzione e basse rese sa dare interessante piacevolezza. Un vino vestito di un giallo paglierino, luminoso. Al naso alcuni tratti sono caratteristici di un vino del sud, bouquet floreale e di frutta a polpa bianca, una notevole sapidità e un finale non lunghissimo ma piacevole e pulito. La sensazione calorica viene bilanciata proprio dalla sapidità.
Ci spostiamo nel Salento Orientale a Carmiano, antico centro messapico a pochi chilometri da Lecce, una azienda nata nel 1984, due fratelli, Maurizio che si occupa della parte commerciale e Giovanni, enologo ed agronomo. Un fabbricato ottocentesco con una splendida facciata ad intarsi nella pietra leccese, intarsi riportati sull’etichetta di uno dei vini che abbiamo degustato, Centopietre. Salice salentino, blend di
Il vino degli affetti, in ricordo del nomignolo del padre, è Don Pepè, igp Salento, Negroamaro, Malvasia Nera di Lecce e Montepulciano, una sosta di 18 mesi in rovere americano, 6 mesi in acciaio, 6 mesi in bottiglia. Colore Rosso rubino molto intenso, piacevole l’eleganza olfattiva con note di tabacco, le spezie, un corpo importante, bel finale.
Come non assaggiare il Fiano Minutolo che ha vinto la seconda edizione del premio #Popwine 2015, il migliore tra i 50 vini selezionati dalla giuria di Gazza Golosa della Gazzetta dello sport. Ed eccolo nel bicchiere, semiaromatico, dal colore giallo paglierino, profumo intenso di fiori e frutta tropicale ed erbe aromatiche. In bocca, secco, ritorna la frutta tropicale dalla appagante bevibilità e dalla persistenza interessante. Molto pulito ed equilibrato.
Alla guida dell’azienda, una storica masseria situata in una contrada di Gioia del Colle, con 70 ettari, troviamo Filippo Cassano, una lunga tradizione familiare nell’agricoltura. Nel 2003 ha sviluppato un progetto per la valorizzazione del Primitivo e di altri vitigni autoctoni allevati in coltivazione biologica, molte ad alberello di quasi 60 anni. Nella cantina scavata nella roccia carsica, temperatura e umidità costante tutto l’anno, matura per 12 mesi sui lieviti lo Spumante Rosè Metodo Classico ottenuto da racemi di primitivo. Unico nel suo genere rappresenta un modo diverso, giovane per approcciarsi al Primitivo.