Davvero felice è la combinazione delle attrattive che questa terra racchiude, dagli 860 chilometri di costa con scogliere a picco e spiagge caraibiche, a un’enogastronomia di qualità: il pane di Altamura Dop, il capocollo di Martina Franca, le bombette di Cisternino, gli oli extravergine d’oliva e i vini Primitivo, Negroamaro e Nero di Troia sono solo alcune delle eccellenze regionali. Chiese rupestri, cattedrali romaniche, i castelli di Federico II e i tesori del Barocco ne arricchiscono, invece, il profilo artistico. La Puglia sono i trulli, gravine, puli e doline, i Parchi nazionali del Gargano e delle Murge, le riserve marine delle Isole Tremiti e di Torre Guaceto. La Puglia sono le basiliche, cattedrali e santuari, espressioni artistiche diverse accomunate dalla fede, sono i famosi fischietti di terracotta di Rutigliano, i merletti del Gargano, i prodotti ceramici di Grottaglie e i manufatti realizzati nel Salento con la tenera pietra leccese, con il ferro battuto e con la cartapesta
Protetta da muri e bastioni, la città si oppose con successo all’assalto dell’imperatore Enrico II, sceso in Puglia per riaffermare la sua autorità. Dopo quella vittoria, la città rafforzò ed ampliò i privilegi che già aveva ottenuto dai Bizantini sul territorio circostante, mentre la Chiesa di Roma pose la diocesi sotto la sua diretta dipendenza, assicurandosi il diritto alla nomina del vescovo reggente. Da visitare la Cattedrale, la Chiesa di San Basilio, il Museo civico, il Museo diocesano, il Palazzo San Domenico e il Castello normanno.
Monte Sant’Angelo è un comune pugliase sulla dorsale garganica di 13.168 abitanti della provincia di Foggia, in Puglia, celebre per il santuario di San Michele Arcangelo (Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO), è meta di pellegrinaggi dei fedeli cristiani sin dal VI secolo. È sede dell’Ente Parco Nazionale del Gargano
[adrotate banner=”18″]
La nascita di tale quartiere risale al VI secolo. Il quartiere ha una struttura tipicamente medioevale. Il rione Junno (alcuni lo chiamano Pilunno) è caratterizzato dalla presenza di tante piccole case a schiera ad un solo piano e tutte di colore bianco (tinteggiate con la calce, molto usata nel passato), con la porta centinata sormontata da una grande e unica finestra con tetto a due spioventi e da strette stradine, basse scalinate, e spazi molto piccoli. Visto nell’insieme sembra un presepe a dimensioni naturali.
Nel centro storico, il calpestio sommesso sulle strade lastricate di pietra viva, i vicoletti che conducono al mare, la luce accecante del Mediterraneo, l´incrocio con le palle di granito delle bombarde saracene e il giro dei bastioni, rendono visibili le parole di Roberto Cotroneo: Otranto è “una stella collassata dove c´è tutto l´universo, dove c´è la vita quotidiana e la storia, dove gli anni non passano e tutto sembra compenetrarsi, dove è facile che i fantasmi ti parlino per le strade, e dove tutti sanno di essere in un posto diverso, dove il tempo curva su se stesso, non è una retta, e curvando si richiude”
I “Trulli” sono un esempio architettonico di valore universale, in quanto costituiscono una testimonianza unica, o quantomeno eccezionale, di una civiltà o una tradizione culturale scomparsa e offrono un esempio di un tipo di costruzione o di complesso architettonico che illustra un periodo significativo della storia umana.
Sant’Agata di Puglia, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano
Il Castello Imperiale
La storia del Castello di San’Agata, che per lo più riflette anche quella del paese, è legata principalmente alla natura del luogo che lo ospita, quale ottimo osservatorio e punto strategico, dominant la valle del Calaggio, i confinii dell’Irpinia, della Lucania e della daunia, e posto proprio allo sbocco dei valichi campani verso la Puglia (confini di dominio Longobardo – Bizantino).
Posto a quasi ottocento metri di altezza in posizione dominante sull’abitato e sulla valle, documentato in età normanna è ricordato anche in età federiciana tra i Castra del regio Demani.
Il Borgo Medievale
Il Borgo medievale nasce e si sviluppa a partire dal primitivo nucleo abitato costituito dal Castello e dalla Piazza Chiancato. L’impianto urbano è stato costruito tenendo conto della orografia del monte, al quale è stato addossato. La prima cinta murata, longobardo-normanna, poi restaurata dagli Svevi e dagli Angioini, è stata eretta a protezione del Castello. Poggia su falde rocciose e racchiudeva il Castello per tre lati. Presenta due torri circolari e una quadrata. Il borgo medievale è stato edificato sul versante sud orientale del monte, delimitato tra le due dorsali laterali e fortificato da strutture murarie, spesso coincidenti con quelle abitazioni, intervallate da bastioni o torri. Man mano che il borgo si espandeva, a partire dalla vetta ove sorge il Castello, verso valle, le mura di cinta precedenti venivano superate ed edificate quelle nuove. A valle il borgo medievale ha avuto la sua espansione fino alle mura fortificate della Porta Nuova.
A 393 metri di altitudine, l’abitato domina la valle d’Itria, una suggestiva depressione morfotettonica che esprime caratteri rurali del tutto originali. Uno spazio carsico plasmato nei secoli dalla mano dell’uomo in un succedersi ininterrotto di muretti a secco, fazzoletti di terra rossa, mandorli, strade rurali, alberi di fico, gruppi di querce maestose, piccole doline, filari bassi di viti, contorti olivi, pale spinose di fichidindia ornate di dolci e coloratissimi frutti.
Locorotondo il bianco balcone sulla Murgia dei trulli.
Locorotondo Comune della prov. di Bari (47,5 km2 con 14.054 ab. nel 2008). Dà il nome a un vino DOC prodotto nelle province di Bari e Brindisi.
Dove la Murgia degrada, si riscontra la Valle d’Itria, un cuscinetto di verde a metà strada tra Adriatico e Jonio e su questa pianura, circondata da piccole alture, si affaccia Locorotondo. Sorge linda e silente sulla sommità di un colle che cinge gli ultimi contrafforti murgiani del Barese.
Armoniosamente tondeggiante come il toponimo stesso suggerisce, Locorotondo deve il suo nome alla morfologia assunta dal primo centro abitato, sorto attorno al mille.
Le prime casupole di un villaggio composto da agricoltori furono edificate su un altopiano attrezzato, addossate le une alle altre, a pianta circolare, quasi a voler cingere a corona quella terra strappata a boschi di querce e fragni per renderla coltivabile e fertile.