Prima di acquistare un prosciutto, bisogna stare attenti a leggere l’etichetta. I motivi sono molto importanti.
C’è una tipologia di prosciutto che potrebbe essere addirittura cancerogena. Bisogna tenere conto di un dettaglio preciso.
In Italia, oltre ad altri alimenti e bevande, c’è una piuttosto vasta produzione anche per quanto riguarda il prosciutto.
Il periodo della pandemia, però, aveva registrato un netto calo anche in tal senso. Ora, però, le cose, a quanto sembra, dovrebbero essere tornate alla normalità anche in questo ambito.
In effetti, anche l’esportazione dei salumi dovrebbe essere migliorata dopo questa fase storica molto delicata.
Al giorno d’oggi, dunque, stando ad alcune fonti, sembra che ci siano dei Paesi precisi in cui si esportano maggiormente i salumi e gli affettati di origine italiana.
Al primo posto della classifica, quindi, troviamo la Germania dove si esportano oltre 7 mila tonnellate.
A seguire, perciò, troviamo la Spagna, con più di 6 mila tonnellate, e poi, ancora, la Croazia, la Polonia e la Svezia.
Ci sono, inoltre, diverse varietà principali di prosciutto italiano che si possono menzionare. Per esempio, citiamo almeno prosciutto Veneto Berico-Euganeo, il crudo Praga del Friuli-Venezia Giulia, il prosciutto di Modena e di Norcia.
Quando ci rechiamo al supermercato, in effetti, si ha una bella scelta di questo alimento. Per di più, è possibile scegliere quello fresco, al banco dei salumi, oppure quello nelle vaschette.
Queste ultime, peraltro, sono sicuramente un modo comodo di gustarsi questo alimento e ci dà la possibilità di tenerlo in frigorifero per svariati giorni.
Il prosciutto, secondo alcune stime, è un alimento che, in genere, piace molto al Bel Paese.
Ogni anno, infatti, si stima che ne vengano consumate delle consistenti quantità. Inoltre, in taluni casi, può anche essere gradito persino a coloro che seguono una dieta ipocalorica.
Infatti, per esempio, esiste una varietà di prosciutto cotto magro che, per l’appunto, contiene pochi grassi.
Comunque sia, nonostante il buon sapore ci possa attrarre in maniera particolare, anche in questo caso non bisognerebbe esagerare con il consumo.
A tal proposito, gli esperti consigliano di non superare i 50 grammi di salumi a settimana che, quindi, corrispondono a circa quattro fette di prosciutto.
In effetti, è già stato dimostrato che una quantità eccessiva potrebbe, alla lunga, causare persino dei gravi disturbi al nostro organismo.
Inoltre, prima di acquistare un dato prosciutto, sarebbe meglio controllare con attenzione l’etichetta.
Infatti, il prosciutto crudo, oltre ad altri ingredienti, potrebbe contenere dei nitriti e dei nitrati.
Questi ultimi, nella fattispecie, sono sali di azoto che vengono aggiunti nelle carni lavorate per alcuni precisi motivi.
In particolare, i nitriti e i nitrati avrebbero la funzione di evitare l’ossidazione dei tessuti, di definire un colore omogeneo e persino di velocizzare il processo di produzione.
È bene tenere presente, però, che i nitriti si possono trasformare in nitrosammine che, in sostanza, è un elemento cancerogeno.
Un’altra cosa importante da non sottovalutare, inoltre, è anche la quantità di sale presente in un dato prosciutto.
Evitate, dunque, di acquistare un affettato che, sull’etichetta, avverte che ci sono ben 5 grammi di sale per 100 grammi.