Pesce e metalli nocivi, come il mercurio, sono un binomio assolutamente da evitare per garantire una dieta sana e sicura.
La scelta deve orientarsi nei confronti del pesce fresco di alta qualità e a basso contenuto di metalli pesanti.
Pesce, nella dieta degli italiani
Il pesce è un alimento consigliato da molti medici grazie alle sue numerose proprietà benefiche.
In Italia, il consumo di pesce è molto diffuso e gli italiani si posizionano all’ottavo posto in Europa per il consumo pro capite, con una media di 28,9 chili all’anno.
Questo dato evidenzia l’amore degli italiani per il pesce e l’importanza che viene data a questo alimento nella loro dieta.
Nonostante l’amore per il pesce, esistono ancora molti miti da sfatare riguardo al suo consumo. È importante fare chiarezza sui benefici e sui rischi legati a un’alimentazione a base di pesce, fornendo informazioni utili ai consumatori.
È fondamentale conoscere quali tipi di pesce evitare e quali invece scegliere per una tavola sana e consapevole.
Mentre il consumo di pesce può essere estremamente salutare, è importante fare alcune precisazioni.
I benefici sono strettamente correlati al tipo di pesce scelto. I pesci predatori di grandi dimensioni, come il pesce spada e il tonno, anche se vivono in acque apparentemente pulite, possono accumulare contaminanti come diossine, PCB, metalli pesanti e ritardanti di fiamma, che poi possono essere trasmessi a noi attraverso il consumo.
Pertanto, è importante fare attenzione nella selezione del pesce da consumare.
Pesce e metalli nocivi, quali preferire
I pesci che realmente apportano benefici alla nostra salute sono quelli con un ciclo di vita breve, come gli sgombri, le acciughe, le sarde, le sardine, il tonno allitterato, le alici, il palamite, il pesce sciabola, le bughe, i zerri e i sugarelli.
Nonostante siano considerati piatti umili della nostra tradizione, spesso suscitano ancora diffidenza poiché molte persone, compresi i ristoratori, non ne sono a conoscenza. Questo è un peccato perché non solo sono più economici, ma sono anche abbondanti e facilmente reperibili.
Pesce crudo?
E cosa dire del sushi? Se consumassimo davvero sushi preparato con pesce fresco, ci esporremmo al rischio del temuto anisakis, un parassita particolarmente resistente che affligge alcune specie come: le acciughe, le sardine, le aringhe, i branzini, i merluzzi, i rane pescatrici e i calamari.
È importante essere consapevoli di questo rischio e prestare attenzione alla qualità e alla provenienza del pesce utilizzato nella preparazione del sushi. Un batterio chiamato anisakis può causare infiammazioni e reazioni allergiche, talvolta gravi. È interessante notare che l’88% del pesce utilizzato per il sushi non è fresco ma viene congelato.
Questo processo di congelamento è essenziale per distruggere l’anisakis e altri parassiti presenti nel pesce.
Pertanto, quando si consuma sushi, è importante essere consapevoli del processo di congelamento e assicurarsi che il pesce sia stato sottoposto a questo trattamento per garantire la sicurezza alimentare.
Da evitare, pesce e metalli nocivi
Occorre prestare attenzione anche al consumo di salmone, uno dei pesci più raccomandati nelle diete.
Secondo Silvio Greco, presidente del comitato scientifico di Slow Fish, nel 97,5% dei casi si tratta di salmone allevato in Cile, Norvegia o Scozia, e non sempre le condizioni di allevamento sono ottimali.
È importante essere informati sull’origine del salmone che si acquista e privilegiare prodotti provenienti da allevamenti che seguono pratiche sostenibili e di benessere degli animali, garantendo la qualità e la sicurezza del pesce che consumiamo.
Ad esempio, se i salmoni allevati hanno una tonalità rosa simile a quelli selvaggi, è a causa dell’aggiunta di sostanze coloranti nei loro mangimi.
Le cozze, le vongole e le ostriche sono sempre raccomandate, a condizione però che l’ambiente di allevamento sia sicuro, al fine di evitare l’accumulo di sostanze nocive o batteri nel loro organismo attraverso la filtrazione dell’acqua.
È importante scegliere con attenzione e informarsi sull’origine e le pratiche di allevamento di questi molluschi per garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti ittici che consumiamo.