Vi siete mai chiesti perché si regala la calza alla Befana? Tutti, grandi e piccini, il giorno del 6 gennaio si aspettano la calza carica di dolciumi, leccornie e caramelle, ma quasi nessuno sa come è nata questa usanza e se è un’invenzione moderna o una tradizione tramandata nel corso dei secoli.
Cosa rappresenta la calza e chi è la Befana?
La festa dell’Epifania è una tradizione tipicamente italiana di cui si trovano tracce in poche altre zone d’Europa e del resto del mondo. Questa usanza ha origini antichissime e pare derivi direttamente da riti propiziatori fatti in epoca romana. Per chi non lo sapesse, infatti, nell’Antica Roma era usanza le dodici notte successive al solstizio d’inverno fare delle celebrazioni in onore della dea Diana per favorire l’abbondanza del raccolto.
La tradizionale e iconica immagine della vecchietta coperta di stracci e vestiti logori è nient’altro che una simbologia dell’anno vecchio che si è consumato, è giunto al suo termine e lascia il posto all’anno nuovo.
L’iconografia della Befana è puramente pagana e non ha nulla in comune con la tradizione cristiana, ecco perché fu severamente condannata e osteggiata nel corso del Medioevo e ancor prima con l’avvento del Cristianesimo. Di conseguenza la Chiesa decise di diffondere una storia cristiana per dare senso all’Epifania. Secondo la tradizione popolare, i tre Re Magi con i loro doni nella notte del 6 gennaio giungono a Betlemme, ma non riescono a trovare la grotta dove si trova il Bambin Gesù. Cercando la loro destinazione chiedono informazioni ad una vecchietta che però acidamente si rifiuta di aiutarli. Poche ore dopo quell’anziana si rende conto dell’errore e prepara dei dolcetti fatti in casa da portare al Bambin Gesù. Bussa di porta in porta nella speranza di avere indicazioni sulla grotta della natività e casa dopo casa lascia dolciumi ai bambini. Nasce così la tradizione della calza della Befana carica di dolcetti.
Come nasce la tradizione della calza il 6 gennaio?
Già gli antichi Romani conoscevano la tradizione della calza caricata di doni. In particolare c’è un mito che vede protagonista il re Numa Pompilio che aveva l’abitudine di lasciare una calza logora appesa in una grotta e la mattina dopo la trovava carica di dolciumi. Secondo il mito, a metterli era una ninfa che si era invaghita di lui.
Per quanto riguarda il carbone, invece, inizialmente non aveva una connotazione negativa come accade oggi. In epoca moderna il carbone dolce è il dono della Befana ai bambini cattivi, quelli che si sono comportati male nel corso dell’anno e hanno fatto i monelli. In origine era un simbolo dei falò propiziatori delle dodici notte successive al solstizio d’inverno.