Ogni anno il 26 dicembre, subito dopo il giorno di Natale, si festeggia Santo Stefano. Si tratta di una festività importante al punto che sul calendario è segnata in rosso ed è considerato un giorno di festa pari alla Vigilia e a Natale. Ma perché in Italia si festeggia Santo Stefano? Qual è l’origine di questa tradizione e quali sono le usanze tramandate di generazione in generazione? Scopriamolo insieme.
Chi è Santo Stefano?
Santo Stefano è il primo martire della tradizione cristiana, nonché uno dei Santi più importanti della Chiesa. La sua storia è narrata nel Nuovo Testamento, più precisamente negli Atti degli Apostoli ai capitoli 6 e 7. Fu accusato di blasfemia e condannato alla lapidazione. Non abiurò mai e furono usati falsi testimoni per condannarlo a morte. Oggi è identificato come il protettore dei diaconi.
Il giorno del calendario dedicato a Santo Stefano è il 26 dicembre e non è stata una scelta dettata dal caso, poiché viene immediatamente dopo il 25 dicembre, giorno dedicato alla nascita di Gesù. La decisione è stata presa sia per un fatto di importanza che per un discorso temporale poiché si tratta del primo martire della Chiesa e della figura più importante dopo Gesù.
Tradizioni del 26 dicembre
Quali sono le tradizioni del giorno di Santo Stefano in Italia? L’usanza tramandata di generazione in generazione è quella di mangiare gli avanzi del giorno di Natale e di trascorrere la giornata in famiglia a casa oppure in compagnia di amici, ma sempre in un clima festivo di totale relax. Una tradizione consolidata (almeno prima dell’avvento di Netflix) è anche quella di andare al cinema la sera del 26 dicembre. C’è anche chi coglie l’occasione per riunirsi con gli amici e fare un aperitivo o organizzare una tombolata o una partita di carte.
I dolci di Santo Stefano sono gli stessi del giorno di Natale oppure vengono preparate nuove ricette usando gli avanzi di Pandoro.
Storia da raccontare ai bambini
Solitamente ai bambini non si racconta la storia descritta negli Atti degli Apostoli, ma una leggenda di origine medievale. Si narra che la mamma di Santo Stefano, una donna sterile di nome Tecia, desiderava ardentemente avere un figlio. Quando nacque Gesù, lei ancora non era diventata madre e si recò a far visita al neonato fingendo di aver già partorito un figlio. Per rendere la finzione credibile prese un sasso di medie dimensioni e lo avvolse in uno scialle, fingendo che fosse suo figlio appena nato.
Maria, la mamma di Gesù, scoprì subito l’inganno e trasformò la pietra in un bambino in carne ed ossa. La Madonna però disse a Tecia che suo figlio, nato da una pietra, sarebbe morto per via delle pietre (ovvero per lapidazione) e così accadde.