Vi siete mai chiesti perché uno stesso frutto ha nomi diversi a seconda della zona d’Italia? Il frutto in questione oggi è l’anguria, quella bella rossa fresca e gustosa, dissetante e golosa che tutti consideriamo il simbolo indiscusso dell’estate. Mentre nell’Italia Settentrionale viene chiamata anguria, al Sud nessuno la chiama così ma usano il termine melone (a Napoli “mellone”). Scopriamo il motivo per cui questo frutto succulento e fresco assume nomi diversi a seconda della zona di Italia.
Il cocomero dal punto di vista dei napoletani
A Napoli ogni varietà è chiamata melone (o meglio mellone in dialetto partenopeo). L’anguria (il cui nome scientifico è “cucumis citrullus“) è il nome con cui il frutto rosso e delizioso simbolo dell’estate viene comunemente chiamato al Nord Italia. Il termine pare derivare dalla parola greca “angurion‘ ed età usato dai Bizantini. Probabilmente il nome corretto sarebbe cocomero.
A Napoli e al Sud Italia viene chiamato invece melone. Il problema sorge per il fatto che a Napoli qualsiasi varietà di melone viene chiamata melone, non soltanto l’anguria. Così il melone arancione ovvero il Cantalupo viene chiamato “melone di pane” per via della sua consistenza che ricorda la mollica del pane. Il melone giallo, quello che in Toscana chiamano popone, viene detto a Napoli “melone giallo” con riferimento alla sua buccia, mentre l’anguria è detta melone d’acqua con riferimento al suo principale ingrediente ovvero l’acqua.
Addirittura c’è una variante speciale che viene coltivata solo a Nola ed Acerra e che prende il nome di melone di Natale. Questa tipologia è caratterizzata dal colore verde e dalla presenza di tantissimi semi.
Il melone d’acqua nel resto d’Italia
Prima di passare al resto di Italia è bene fare una considerazione su un interessante similitudine esistente tra il modo napoletano di chiamare l’anguria e quello francese. In Francia l’anguria un tempo veniva chiamata “melon d’eau“. Probabilmente il nome napoletano deriva dall’influsso della lingua francese durante la dominazione francese nel Regno di Napoli.
Nelle Marche l’anguria viene chiamata “cucumbra“, mentre in Abruzzo c’è chi la chiama citrone e chi invece certone. In entrambi i casi di queste due regioni i nomi derivano dal latino.
Un discorso diverso invece riguarda la Sardegna dove il cocomero viene chiamato “sandia” o “sindria“. I termini derivano rispettivamente dal catalano e dallo spagnolo.
In Liguria invece si usa abitualmente il termine pateca per indicare questo frutto e la derivazione è dalla lingua portoghese.
In Puglia viene chiamato sarginiscu perché si tratta di un frutto che fu introdotto dai Saraceni.
Il nostro tour in giro per l’Italia termina in terra calabrese dove il cocomero viene chiamato “zipangolo“, “zuparacu” o “pizzitangulu“. Gli studiosi non conoscono l’esatta ordine di questi termini e forse sono legate a leggende popolari locali.
Come gustare l’anguria
Se pensate che il cocomero possa essere gustato solo a fette assoluto vi sbagliate di grosso, perché esistono innumerevoli ricette da fare con l’anguria. Questo frutto zuccherino e dissetante non fa ingrassare più di altri frutti estivi (è solo una leggenda metropolitana) ed è fatto dal 90% di acqua.
Il momento perfetto per gustare questo frutto estivo è tra la metà del mese di giugno e la metà di agosto. Potete mangiarla come ingrediente di una fresca insalata estiva come ad esempio l’insalata di feta e anguria oppure provare gli spiedini di anguria o ancora fare l’anguria grigliata.