Perché spesso si tende ad annusare il tappo del vino, una volta stappata la bottiglia: ecco la spiegazione che dà un senso a tale pratica.
Nel mondo dell’enologia, annusare il tappo di una bottiglia di vino è una pratica piena di significato, che va ben oltre un semplice gesto cerimoniale. Tale rituale, che, di solito, si osserva nei ristoranti e durante cene casalinghe, racchiude in sé un mix di tradizione e scienza. Scopriamo, dunque, insieme in cosa consiste e perché assume importanza, soprattutto in specifici contesti.
Annusare il tappo del vino, origine e significato del rituale
L’annusare il tappo di una bottiglia di vino appena stappata si basa su un rito, che fa leva su specifiche basi scientifiche. Lo scopo principale di questo procedimento, infatti, è quello di individuare la presenza di TCA (Tricloroanisolo), un composto chimico responsabile del cosiddetto “sapore di tappo“.
Questo difetto, che emerge a causa di un fungo parassita chiamato Armillaria Mellea, può alterare drasticamente il profilo aromatico del vino, rendendolo inadatto al consumo.
La procedura nel dettaglio
Quando il sommelier apre una bottiglia di vino, annusa il tappo per verificare la presenza di odori anomali. È importante che il tappo non sia toccato direttamente con le mani, per evitare la contaminazione.
Una volta esaminato, è – di solito – poggiato su un piattino con un tovagliolo, in modo da permettere al cliente di effettuare la stessa verifica.
Oltre la tradizione: protezione e garanzia
Oltre all’aspetto olfattivo, la presentazione del tappo al cliente serve anche a garantire l’autenticità del vino.
In passato, era comune – per alcuni ristoranti – servire vini diversi da quelli effettivamente ordinati. Mostrando il tappo, che di solito reca il marchio del produttore, dunque, si offre una garanzia aggiuntiva riguardante l’originalità del prodotto.
Il ruolo del cliente e la cultura del vino
Anche se il sommelier ha il compito principale di rilevare eventuali difetti olfattivi, il cliente è invitato a fidarsi della sua professionalità.
La degustazione del vino, che include l’assaggio, è l’elemento chiave per apprezzarne qualità e caratteristiche. La percezione di “odore di tappo”, però, che può ricordare l’umidità o, ad esempio, l’odore emanato da un cane bagnato, richiede esperienza e una notevole sensibilità olfattiva.
La responsabilità del sommelier
È importante sottolineare che l’identificazione di un tappo difettoso non è un’attività semplice e richiede anni di esperienza.
Il sommelier, dunque, con le competenze e la sensibilità che lo contraddistinguono, è la persona più adatta a svolgere questo compito. In caso di presenza di un difetto, il vino non sarà servito e, di conseguenza, la bottiglia sarà gestita secondo le procedure appropriate, ad esempio con un rimborso o con la sostituzione da parte del produttore.