Tutti sanno che i cinesi mangiano con le bacchette, ma pochi sanno il motivo per cui lo fanno. Andiamo a scoprirlo
Forchetta e coltello: questi sono i due “strumenti” principali usati in Italia e in quasi tutto il mondo per mangiare.
Poi ci sono le famose bacchette, che vengono usate da molto popolazioni orientali per afferrare il cibo, cinesi e giapponesi in primis.
Chi frequenta saltuariamente i ristoranti etnici, spesso si trova in difficoltà a usare i due stecchetti di legno.
Ma per quale arcano motivo i cinesi mangiano con le bacchette? Andiamo a cercare la risposta tra storia antica e leggende.
Perché i cinesi mangiano con le bacchette?
Anticamente, i cinesi non usavano le bacchette per mangiare, ma bensì il cucchiaio. In effetti, è uno strumento molto duttile per afferrare il cibo, di qualunque consistenza sia.
Nel 1000 a.C., in Cina si consumava principalmente miglio, quindi il cucchiaio era perfetto per contenere un boccone consistente.
La posata resta la più diffusa fino al 600 a.C., epoca in cui i cereali iniziarono a essere lavorati, cosa che modificò la loro forma.
Prendiamo, ad esempio, gli spaghetti cinesi, meglio conosciuti come noodle. Mangiarli col cucchiaio è alquanto difficoltoso.
Con l’aumento del consumo del riso, la rivoluzione subì un’accelerata, poiché il riso venne compattato in stecche per rendere più facile il trasporto.
Le bacchette di legno più antiche giunte e noi sono quelle trovate in una tomba a Zhengzhou, appartenente alla dinastia Shang, risalenti al 1.200 a.C. Ciò dimostrava che le bacchette venivano usate insieme al cucchiaio.
Anche se antiche, come ritengono parecchi storici, erano esclusive delle persone più ricche. La loro diffusione popolare iniziò dal 500 d.C. in poi.
Periodo sicuramente non casuale, perché fu proprio in quel periodo che iniziò il boom demografico in Cina.
La diffusione delle bacchette di legno
Questo incremento della popolazione indebolì molto le risorse della Cina, costringendo produttori, cuochi e cittadini a mangiare in modo più morigerato.
Iniziò a diffondersi l’abitudine a tagliuzzare il cibo in piccoli pezzi in modo da cuocerlo usando meno energia e meno calore.
Il coltello divenne praticamente inutile, anche se la filosofia cinese introdotta da Confucio lo aveva messo al bando già anni prima.
Secondo il filosofo, utilizzare i coltelli a tavola riportava alla mente la guerra e la violenza in generale, rovinando il buonumore a chi in quel momento era preso a gustare un buon pasto.
Il tempo passa e la forma delle bacchette assunse anche un significato filosofico e spirituale. La parte di sopra, rettangolare, è il simbolo della Terra come realtà e come pianeta, mentre quella di sotto, tonda, simboleggia il piacere, il potere e l’immaginazione.
Il rimando è ovvio: Yin e Yang. Si tratta della base della medicina orientale, ma anche delle arti marziali, delle scienze e dalla vita in generale in Cina.
La leggenda sulla nascita delle bacchette cinesi
Per quanto riguarda le leggende intorno alle bacchette, sono due le più comuni. La prima leggenda risale alla dinastia Shang, con le bacchette di bronzo ritrovate nella tomba dagli archeologici.
Una storia che vede come protagonista un cuoco abbastanza fortunato, che viene aiutato da una donna. Il suo nome è Daji ed è al servizio di Zhowang, un re molto permaloso e spietato, che si lamenta continuamente della servitù, senza motivo.
Condanne a morte si susseguono per colpa di un cibo considerato dal re troppo caldo o troppo freddo. Per porre fine a queste barbarie, una delle concubine del re decise di sacrificarsi.
In che modo? Suggerendo all’imperatore di usare due spilloni di giada ornamentali per farsi imboccare, poiché considerava le sue mani eccessivamente sante per prendere in mano delle posate.
Apprezzando tantissimo questo gesto, il re impose che gli spilloni venissero usati ad ogni pasto.
La seconda leggenda
La leggenda più diffusa e antica fa risalire la nascita delle bacchette all’epoca degli imperatori Yao e Shun, che sono davvero esistiti.
La pace e la prosperità regnava incontrastata durante la loro dinastia. Purtroppo, però, la Cina fu colpita da forti piogge e conseguenti alluvioni, le quali provocarono danni inimmaginabili e tantissimi morti.
A questo punto, Da Yu entra in scena. Si tratta di uomo molto coraggioso e forte. L’imperatore Yao chiede all’uomo di arginare le acque usando alcune tecniche di ingegneria.
Mentre intraprende un viaggio in mare, l’uomo arriva su un’isola per riposarsi durante la notte. Inizia a cucinare ma, siccome aveva molta fame, prese la carne bollente con le proprie mani e iniziò a piluccarla, senza però riuscirci a causa dell’eccessivo calore.
Cosa fece? Prese due rametti di un albero e iniziò a usarli per mangiare la carne bollente nel brodo senza attendere di finire la zuppa.
Da lì in poi, cominciò a usare i bastoncini per risparmiare tempo e porre tutta la sua attenzione al compito che l’imperatore gli aveva affidato.
Quando tornò in Cina, e dopo aver compiuto egregiamente il suo compito, Da Yu divenne un eroe. Siccome tutti volevano essere come lui, iniziarono a imitarlo usando le bacchette di legno, anche per omaggiarlo.