Si dice che il cibo sia uno dei piaceri della nostra vita. Effettivamente, mangiare con gusto e con le giuste accortezze, senza esagerare, è davvero piacevole. Ci sono dei cibi che conquistano davvero tutti a prima vista: è il caso delle patatine fritte. Una volta assaggiate, una tira l’altra. Più ne mangiamo e più ne vogliamo altre. Questo è il meccanismo che si innesca.
Anche se sono fritte nell’olio e non sono esattamente salutari, le patatine fritte sono uno di quegli alimenti di cui tante persone non possono fare proprio a meno. Piacciono ai più grandi e anche ai più piccini. Ma vi siete mai chiesti come mai avviene tutto ciò?
Lo studio in merito alle patatine fritte
Per dare una risposta consona a questa domanda, alcuni ricercatori hanno condotto uno studio in merito. Si tratta di Nicholas DiPatrizio, Daniele Piomelli, Giuseppe Astarita e dei ricercatori dell‘Università della California e dell’Istituto Italiano di Tecnologia della città di Genova. Hanno pubblicato i risultati del loro studio sui Proceeding of National Academy of Sciences.
Vediamo, nel prossimo paragrafo e nel dettaglio, in cosa consiste questa ricerca.
I risultati dello studio
I ricercatori si sono resi conto che, quando i topi mangiano i grassi, si attiva l’immediata produzione di alcune particolari sostanze chiamate endocannabinoidi, cosa che non avviene quando invece si assumono proteine e zuccheri. Tale processo comincia dalla nostra bocca, passa per il cervello e poi arriva all’intestino.
Osservazioni sulla ricerca
Daniele Piomelli ha constatato che gli animali hanno un grande bisogno di mangiare grassi ma che essi non sono molto presenti in natura. Per quanto riguarda gli uomini, invece, i cibi grassi si trovano in grande quantità però bisogna fare attenzione perché si incorre nel rischio di sviluppare obesità, cancro, diabete e simili.
Cos’è l’iperfagia edonistica
Di cosa si tratta? Per iperfagia edonistica s’intende mangiare non perché si ha realmente fame ma piuttosto per il piacere di farlo, in maniera del tutto eccessiva. Ecco spiegato perché, ad esempio, non possiamo rinunciare alle patatine fritte anche quando siamo già sazi. Il cervello riceve un messaggio del tutto positivo quando vede grassi e carboidrati.
Il rilascio di dopamina da parte del sale
È stato anche constatato che il sale contenuto nelle patatine rilascia la dopamina. Si tratta di una sostanza di tipo chimico, in grado di entrare in contatto con il centro del piacere del nostro cervello. Dunque, quando il cervello viene in contatto con grassi e carboidrati, non può farne a meno e ne richiede sempre di più.
Le conclusioni della ricerca sulle patatine fritte
Poiché i cibi grassi, a lungo andare e se consumati con regolarità, fanno male, bisognerebbe agire per poter bloccare l’azione degli endocannabinoidi. Una soluzione sarebbe assumere determinati farmaci in grado di bloccare i loro recettori. Per fortuna, non dovrebbero esserci degli effetti negativi e collaterali, in quanto tali farmaci non arriverebbero al cervello.
E a voi piacciono le patatine fritte? Ne fate una scorpacciata? Sapevate i motivi per cui una tira l’altra?