Non tutti sanno come mai uno dei dolci più buoni della tradizione napoletana e – più in generale – italiana, abbia ben 7 strisce di pasta frolla. Stiamo parlando ovviamente della deliziosa pastiera napoletana. Il numero di strisce non è assolutamente casuale. Ecco a cosa allude.
Se c’è un dolce che rappresenta a pieno la tradizione partenopea, è sicuramente la pastiera napoletana. Con i suoi sapori inconfondibili e l’intrigante storia che la accompagna, questa prelibatezza conquista il palato di tutti coloro che hanno il piacere di assaggiarla. Ma c’è qualcosa di particolare nella sua preparazione: le 7 strisce di pasta frolla che decorano la superficie.
In questo articolo sveleremo il motivo per cui questa delizia ha sempre sette strisce, andando oltre leggende e bufale per scoprire la vera origine di questa affascinante tradizione culinaria. Preparatevi ad immergervi nel mondo della pasticceria napoletana e ad apprezzare ancora di più ogni boccone di pastiera.
Quando nasce la pastiera napoletana: la storia
La pastiera napoletana è uno dei dolci più amati e conosciuti della tradizione partenopea. Ma quando e come è nata questa prelibatezza? La sua storia affonda le radici nella lontana Napoli del XVIII secolo, durante il regno di Ferdinando II di Borbone.
Si narra che fu proprio la moglie di Ferdinando, Maria Teresa d’Austria, a chiedere ai cuochi reali un dolce speciale per celebrare la Pasqua. Così nacque la ricetta originale della pastiera napoletana, un connubio tra gli ingredienti tipici della regione e quelli provenienti dai Paesi Bassi.
Ma perché proprio sette strisce sulla pasta frolla? Non ci sono regole fisse o mitiche leggende su questo dettaglio così caratteristico del dolce. Si dice, per esempio, che le sette strisce rappresentino i doni dell’arte culinaria: grano cotto al dente, uova fresche, ricotta profumata all’arancia e alla vaniglia, fiore d’arancio candito, spezie aromatiche (cannella e mastic), zucchero ed infine acqua di fiori d’arancio.
Oggi molte varianti esistono della tradizionale pastiera napoletana ma restano immutati alcuni elementi chiave come l’utilizzo delle arance candite e dell’acqua di fiori d’arancio. Per realizzare una perfetta pastiera napoletana bisogna prestare attenzione ai dettagli: dalla scelta degli ingredienti alla cottura della crema di grano, ogni passaggio è fondamentale per un risultato di successo.
Tra leggende e bufale: le 7 strisce non sono casuali?
L’esoterismo svolge un ruolo di grande rilievo nella vita dei cittadini di Napoli. La città è famosa in tutto il mondo per la straordinaria fantasia e creatività dei suoi abitanti, tanto che persino la sua origine ha una connotazione leggendaria. Secondo la narrazione, Parthenia, una delle sirene che cercò di sedurre Ulisse con il suo canto insieme a Ligea e Leucosia, si gettò in mare quando Odisseo resistette al suo incantesimo. Il suo corpo finì sulle rocce della Palepolis, che venne chiamata Parthenope e da lì nacque la città di Napoli.
Ci sono due meravigliose leggende legate alla creazione della famosa pastiera, uno dei dolci più celebri della zona partenopea. La prima leggenda è collegata proprio al culto delle sirene. Si narra che una sirena addormentata, come in uno stato di letargo, emerga dalle acque in primavera per salutare il popolo napoletano. In segno di gratitudine, i cittadini portano alla creatura mitologica farina, ricotta, uova, grano, acqua di fiori d’arancio, spezie, vaniglia e zucchero. Unendo tutti questi ingredienti si crea la pastiera, che viene poi coperta da sette strisce a formare dei rombi, proprio come suggerito dalla leggenda.
La seconda leggenda invece è legata alla profonda connessione tra Napoli e il mare. Pare infatti che un tempo, sulle spiagge di Mergellina, le consorti di tutti i pescatori portassero sette ceste contenenti tanti prodotti, come la ricotta, la farina, il grano, la frutta candida, il butto, i fiori d’arancio e le uova come regali per il “Mare”, nella speranza di placare l’elemento acquatico e garantire il ritorno sicuro dei loro mariti a riva.
Al mattino, quando le donne tornavano in spiaggia per riabbracciare i loro uomini, si accorgevano che le onde avevano mescolato tutti gli ingredienti. In una delle ceste, però, era comparsa una torta completamente nuova: appunto la pastiera. Inoltre, esiste anche una leggenda urbana riguardo alle strisce sulla pastiera, coinvolgendo una pasticceria nel centro storico di Napoli.
Nel 2016, insieme a un’associazione culturale, è stata diffusa la voce che le strisce rappresentassero la “planimetria ippodamea” a scacchiera dell’antica Neapolis. Tuttavia, tale storia è stata smentita dagli stessi autori dopo che lo storico Angelo Forgione ha pubblicato alcuni post dimostrando la falsità di tale interpretazione.
Gli autori hanno poi cercato di giustificarsi definendo l’intera vicenda come uno “scherzo” o “un’ipotesi”. Purtroppo, tuttavia, il passaparola sui social media ha trasformato questa versione inventata in una realtà, nonostante non abbia alcuna base storica reale.
Il vero motivo per cui ha sempre 7 strisce di pasta frolla
La vera storia della pastiera risale sicuramente all’epoca pagana, dove veniva preparata per celebrare il ritorno della Primavera. Inizialmente, la pastiera consisteva in un’offerta votiva durante le cerimonie politeiste, e nel corso del tempo sono stati aggiunti ingredienti simbolici come il grano, che rappresenta ricchezza e fecondità, e le uova, simbolo di vita nascente. La parola “pastiera” compare per la prima volta su un ricettario alla fine del XVII secolo grazie ad Antonio Latini.
La versione originale della pastiera era molto diversa da quella che conosciamo oggi. Assomigliava più a una torta rustica e la ricetta includeva grano e ricotta, ma la pasta frolla era sostituita con del marzapane. Inoltre, erano richiesti abbondante parmigiano grattugiato, pepe, sale, pistacchi e latte di pistacchi. Latini non specifica il numero di strisce da applicare sulla pastiera. Tuttavia, è evidente che la pastiera fosse già conosciuta anche prima.
Nel racconto “La gatta Cenerentola” di Giambattista Basile, incluso nel “Pentamerone” del 1634, la pastiera viene menzionata come una delle delizie del banchetto finale. Un altro importante contributo alla storia della pastiera arriva da Ippolito Cavalcanti nel XIX secolo. Nel suo libro “Cusina casarinola all’uso nuosto napolitano”, Cavalcanti presenta una ricetta molto simile a quella attuale, senza specificare un numero preciso di “laganelle” da applicare sulla pastiera per formare una decorazione a cancellata. In conclusione, non ci sono riferimenti storici precisi sul numero di “laganelle” da utilizzare sulla pastiera.
Questo dolce, che porta gioia in ogni casa, ha una leggenda affascinante associata ad esso. Si narra che Ferdinando II di Borbone, re di Napoli, e sua moglie Maria Teresa d’Asburgo fossero di carattere molto diverso. Maria Teresa era viziata e fredda, mentre Ferdinando amava stare tra la gente e apprezzava le delizie culinarie.
Durante un raro evento pubblico insieme, Maria Teresa si concesse una fetta di pastiera e sorriso per la prima volta di fronte al pubblico. Il re, notando la gioia sul volto della moglie, esclamò che per farla sorridere era necessaria una pastiera e che avrebbe dovuto aspettare fino alla prossima Pasqua per rivederla sorridere. Da qui potrebbe derivare il detto partenopeo “magnatell’na risata”, che invita le persone a ridere e divertirsi.
Alcuni consigli per realizzare un’ottima pastiera napoletana
Se sei pronto a cimentarti nella preparazione della deliziosa pastiera napoletana, ecco alcuni suggerimenti che potrebbero esserti utili. Innanzitutto, assicurati di avere tutti gli ingredienti necessari a portata di mano. La pastiera richiede una lista piuttosto lunga di ingredienti, ma vale la pena metterci un po’ più di impegno per ottenere il risultato perfetto.
Per quanto riguarda la pasta frolla, è importante lavorarla con cura e pazienza. Assicurati che sia ben amalgamata prima di stenderla nella teglia. Una volta stesa, ricorda di lasciare uno spessore uniforme su tutta la superficie.
La farcitura è il cuore della pastiera napoletana e qui puoi sbizzarrirti con le tue preferenze personali. Tradizionalmente si utilizza grano cotto al dente mescolato con ricotta fresca, zucchero, uova e scorza d’arancia o limone. Puoi anche aggiungere canditi o frutta secca per arricchire il sapore.
Durante la cottura in forno, controlla attentamente la temperatura per evitare che la pastiera bruci sulla parte superiore senza cuocersi all’interno. Regola eventualmente il tempo e i gradi in base alle caratteristiche del tuo forno.
Infine, abbi fiducia nel processo e non temere di sperimentare! Ogni famiglia ha le sue varianti segrete della pastiera napoletana e l’unica regola è che il risultato finale sia un dolce delizioso e irresistibile.
Ancora oggi la pastiera napoletani è uno dei dolci più amati
La pastiera napoletana è un dolce che affonda le sue radici nella storia e nelle tradizioni della città di Napoli. Nonostante le leggende e le bufale che circolano intorno alle 7 strisce di pasta frolla, non esiste una regola precisa per la loro presenza sulla torta. Tuttavia, il fascino della storia che lega Ferdinando II di Borbone e sua moglie alla creazione di questa prelibatezza è ancora forte.
Realizzare una buona pastiera napoletana richiede cura e attenzione, ma con alcuni consigli è possibile ottenere un risultato eccellente. Assicuratevi sempre di utilizzare ingredienti freschi e genuini, come ricotta di pecora o grano cotto al dente. Seguite attentamente la ricetta tradizionale, ma sentitevi liberi di apportare piccole modifiche personali.
Tenete presente che ogni famiglia ha la propria versione preferita della pastiera napoletana: alcune persone amano aggiungere canditi o frutta secca, mentre altre preferiscono mantenere il gusto originale del ripieno a base di ricotta profumata all’arancia.
Infine, sappiate che preparare la pastiera napoletana non è solo un semplice gesto culinario: rappresenta una tradizione tramandata nel tempo e simboleggia l’amore per il cibo e per la propria terra. Quindi mettetevi all’opera in cucina senza paura! Rendete omaggio alla storia antica dell’Italia meridionale attraverso i sapori autentici della pastiera napoletana. Lasciatevi conquistare dal suo profumo invitante e dal suo sapore delizioso.