Sapevi che la pasta va consumata in una certa quantità per stare bene ed essere felici? Scopriamo quanta pasta occorre mangiare per mantenersi in forma e stare bene!
Come affermato dalla nutrizionista Serafina Petrocca, esperta in scienza dell’alimentazione, molti non sanno se mangiare la pasta quando stanno affrontando una dieta. Per perdere peso, come ben sappiamo, è necessario eliminare alcuni cibi dall’alimentazione, o comunque bisogna ridurli drasticamente.
Ma chi durante la dieta non ha voglia di mangiare un bel piatto di pasta e soddisfare questo desiderio? Resistere è veramente difficile, ma per fortuna ci sono degli escamotage che la Petrocca sottolinea e invita a seguire per rimanere ugualmente in forma. Scopriamo quali sono e quanta pasta si può mangiare per stare in forma e non ingrassare.
Gli spaghetti sono ideali da consumare anche a dieta
La nutrizionista Serafina Petrocca afferma che mangiare gli spaghetti non influisce sulla dieta perché hanno un indice glicemico più basso della pasta corta. Questo particolare deriva dal fatto che nella procedura di produzione degli spaghetti viene effettuata l’estrusione, ovvero una forzatura dell’impasto per compressione, che permette di introdurlo in una sagoma per ottenere il formato che è appunto lo spaghetto.
La procedura permette di creare una pellicola che rallenta la gelatinizzazione degli amidi durante la cottura, il che vuol dire che il rilascio è altrettanto lento nel corso della digestione, facendo sentire sazi più a lungo.
Dunque, durante la dieta si può consumare un piatto di spaghetti al dente senza appesantirsi. Il senso di sazietà dato da questo formato di pasta permette quindi di inserirla a pieno titolo in un percorso di dimagrimento perché sazia e appaga profondamente.
Rimane ancora aperta la domanda: quanta ne bisogna mangiare? Quale quantità è giusta da consumare a dieta? Vediamo di fare chiarezza su una questione molto dibattuta.
La pasta integrale ottima da inserire nella dieta per dimagrire
Per perdere peso, ma anche ideale da inserire in una normale alimentazione, quella integrale è senza dubbio quella consigliata perché non viene sottoposta ai processi di raffinazione impiegati per ottenere la farina bianca.
Ottima è quella di legumi, molto proteica, o quella di grano saraceno, senza glutine, e quindi indicate per favorire una migliore digestione. A prescindere dal tipo di pasta integrale scelta, è comunque ricca di fibre e dà un maggiore senso di sazietà, facendo mangiare meno.
Pasta, la quantità giusta da consumare
Non è facile dare un’indicazione precisa su quanta pasta consumare, poiché sono tante le variabili che entrano in gioco. Fra questi vi sono l’età, lo stato di salute, l’attività fisica e anche come è composto il menù.
Ad esempio, se il pasto prevede di consumare anche patate e pane, bisogna ridurre la quantità di pasta da consumare. Tuttavia, è possibile indicare orientativamente quanti grammi di pasta consumare a dieta o comunque per stare in forma e non ingrassare.
Il peso si attesta intorno agli 80 grammi di pasta, considerati ideali per fornire il giusto nutrimento, ma se si sta seguendo una dieta ipocalorica deve essere il nutrizionista a stabilire la giusta quantità di pasta da inserire nel menù. L’esperto sa quanta ne va consigliata in base alle necessità del paziente.
Quanta pasta mangiare a settimana
E’ possibile consumala ogni giorno rispettando ovviamente il peso prima indicato. Per variare il pasto e renderlo sempre soddisfacente è consigliabile mangiarla alternativamente ad altre fonti di carboidrati come l’orzo, il riso integrale, alleati validi per chi desidera stare in forma.
Gli esperti consigliano di consumare la pasta a pranzo, visto che è un alimento capace di saziare abbastanza e far stare a posto per il resto del pomeriggio.
Tuttavia, può essere consumata qualche volta anche la sera, magari sotto forma di insalata fredda, ottima come piatto unico e dall’indice glicemico ridotto visto che il freddo consente all’amido di riassumere la struttura originaria, che è quella cristallina. In questo modo gli zuccheri presenti nell’amido vengono rilasciati con maggiore lentezza, facendo sentire sazi.